di Angelo Libranti
Pd, Pdl e Monti (che insieme hanno il 70% dei voti) votano scheda bianca per le presidenze delle Camere. Tecnicamente, è un 8 settembre...
Quando anche il PD, partito di maggioranza reduce dal ridimensionamento elettorale, dichiara come il finanziamento pubblico sia indispensabile alla vita del partito stesso, vuol dire ignorare completamente e volutamente cosa passa nella mente dell’italiano medio, esasperato già di suo.
Contestualmente la pubblicazione, su Dagospia, del dossier riguardante la struttura tecnico-amministrativa del partito che fu di Gramsci, incattivisce gli animi di chi fatica a conciliare il pranzo con la cena.
Praticamente è stato pubblicato l’organigramma completo del partito, con i nomi dei relativi responsabili e degli impiegati addetti ai vari settori, con tanto di emolumento segnato a fianco. In totale, per circa 300 persone, impiegate dalla macchina burocratica del PD, servono dodici milioni e mezzo di euro all’anno, ai quali si aggiungono nove milioni e mezzo provenienti dal solo gruppo parlamentare della Camera.
Moltiplichiamo questa cifra per il numero dei partiti e partitini presenti nel Parlamento, anche se non a tutti vengono regalate queste somme, ed abbiamo il quadro completo dell’ingrossamento di fegato dell’elettore italiano.
Non c’è nulla da fare; non sono serviti i vari appelli, le firme, ed un referendum abrogativo, a far desistere i partiti dall’applicare questa tassa dissanguante e neanche il calo vistoso degli elettori, schifati da certi comportamenti deplorevoli.
I partiti vanno avanti come i cavalli con i paraocchi, verso il muro del dissenso.
Ci si balocca con i conflitti di interessi, con i matrimoni gay, con la richiesta di leggi anti violenza, come se quelle già esistenti non bastassero e si tratta per accordi ed intese di potere, invece di seguire la volontà popolare, ignorata del tutto.
Poi ci si chiede da quale ideologia vengono Grillo e i suoi sostenitori.
Occorre venire incontro alle concrete richieste dell’elettore e parlare chiaro dI conseguenza, senza fumosi discorsi sulla “riduzione” del finanziamento ai partiti, quella definitiva delle auto blu, e quella sul numero eccessivo delle province e di tanti enti, piccoli e medi, legati a questo o quel partito, finanziati a vario titolo e tutte prive di utilità pubblica. Inoltre occorre cambiare linguaggio e spogliarlo di inutili orpelli, quali “alzare il livello della moralità”, “rendere sobria la politica”, “assicurare il lavoro ed una vita dignitosa”, tutte locuzioni da prima repubblica utili solo a riempire la bocca di chi le pronuncia.
E’ finito il tempo delle chiacchiere per iniziare quello dei fatti concreti, passata la “paura del comunismo” e quella dell’attaccamento alle ideologie, gli italani vogliono vivere meglio e con soddisfazione, pronti a votare chi offre di più con garanzia di risultati; mettere la testa sotto la sabbia o guardare il cielo urlando alla luna non paga più.
Stesso discorso con la magistratura ed i suoi comportamenti invasivi, nel bene e nel male, nella società. Alcuni giudici entrano prepotentemente nelle nostre case e cambiano, sbagliando in modo clamoroso, la nostra vita. Non pochi giudicano secondo l’opportunità politica e mai come ora le considerazioni sulla loro professione siano scese così in basso.
Qualcosa cambia, o cambierà. Non era mai successo che un centinaio di parlamentari protestassero, pure silenziosamente, in un Palazzo di Giustizia ed è auspicabile scendere in piazza per una protesta corale, in previsione di massicce presenze di cittadini inferociti, non per difendere le istanze di uno, ma per fatto personale in quanto hanno provato sulla propria pelle sentenze discutibili da parte di magistrati di tribunali civili e penali, del lavoro, delle commissioni tributarie ed anche dei giudici di pace, che hanno regolato e regolano inesorabilmente i ritmi della nostra vita.
I tempi sono maturi; basta fingere di non capire, occorre cambiare ed i segnali ci sono tutti.
Fonte: thefrontpage.it