venerdì 28 maggio 2010

STORIA DI UNA CUBANA IN ITALIA

Mi chiamo Lioneisy Savon e sono cubana. Nel 2002 mi sono sposata con un italiano all'Havana e sono entrata in Italia. Tutto andava bene finchè un giorno, tornando a Cuba, passati 10 giorni mi ritrovo un divorzio fatto a mia insaputa e un'avvocatessa che mi minaccia affinchè firmi l'atto. Non sopporto le minacce quindi firmo ma con un altro nome, al chè lei non si scompone e dice al mio ex-marito di non proccuparsi, come dire che avrebbe comunque provveduto ad apporre la mia firma, seppur falsa, su quell'atto. E così fu. Infatti, quando reincontrai il mio ex-marito in Italia, aveva il documento firmato con il mio vero nome. Sarò ingenua ma non credevo possibile che un avvocato a Cuba potesse vendersi in questo modo. Eppure quello che era fin qui successo non era ancora niente.
Una volta tornata in Italia venne il bello. Cercai un avvocato affinchè certificasse il mio diritto ad ottenere la cittadinanza. Ma le cose andarono diversamente. La Questura mi rilasciò un permesso di soggiorno valido un anno, tra l'altro ottenuto quando alla sua scadenza mancavano solo 3 mesi, in attesa che mi trovassi un lavoro. Per farla breve, il lavoro non lo trovai (sfido chiunque a trovarlo in 3 mesi!) e persi tutto. Nessuno mi aveva assistito nel vedermi riconosciuto il mio diritto alla cittadinanza italiana e alla fine mi dissero che
non mi spettava più perchè non avevo presentato la domanda in tempo. Così sono rimasta in Italia clandestina per i 3 anni a seguire, poco prima che in questo paese la clandestinità divenisse un vero e proprio reato, punibile finanche con la reclusione. Un giorno, passati i 3 anni come dicevo, nel 2008 la Guardia di Finanza venne a casa mia alle 7 del mattino e mi riempì di offese e insulti. Fu un giorno che mi fa ancora male ricordare. Mi portarono alla stazione dei Carabinieri dove il capo mi disse che se la Finanza mi aveva portato lì voleva dire che qualcosa avevo fatto. Ma si dovettero rendere conto ben presto che ero pulita. Volarono parolacce tra di loro, uno mise la pistola sul tavolo davanti a me e usci fuori. Non so se volesse mettermi alla prova, vedere se la prendevo. Io non lo feci, perchè avrei dovuto farlo se sapevo di essere pulita? Mi portarono alla caserma della Finanza e poi di nuovo dai Carabinieri, i quali non capivano perchè mi avessero riportato lì. Sta di fatto che mi ritrovai con un foglio di via e un interdizione di 10 anni solo per avere il permesso di soggiorno scaduto. Dal quel momento cominciai a sentirmi sporca, come se fossi una criminale. Quel giorno stesso una macchina della Finanza nel ripartire quasi non mi mise sotto.
Da quel giorno non mi sono più sentita viva. Non potevo credere che una cosa tanto orribile stesse succedendo proprio a me, era come vivere un brutto sogno. Poi nel 2009 ho avuto la chance di fare domanda di sanatoria. In Questura l'impiegata diceva a tutti quelli che glielo chiedevano che il permesso di soggiorno sarebbe stato pronto in 45 giorni. Sono 3 mesi che l'aspetto. E intanto il datore di lavoro che mi sta aiutando deve versare ogni 3 mesi circa 380 € di contributi pensionistici Inps (sono versamenti obbligatori in Italia, che servono a pagare una pensione che probabilmente non vedrò mai). Ma per ottenere il tanto sospirato permesso di soggiorno, e in definitiva per non sentirsi dei criminali, per poter lavorare (o risiedere legalmente che per la Legge Bossi-Fini e successive modifiche sono diventati di fatto sinonimi!), o semplicemente per potersene andar via perchè si è stufi di essere trattati come schiavi senza diritti, ci sono un sacco di altre spese e tasse, una su tutte l'Irpef che si paga l'anno successivo all'anno in cui si è lavorato e che può arrivare anche a superare i 1000 Euro. Alla fine dei conti la spesa per il lavoratore e per il suo datore di lavoro ammonta a varie migliaia di Euro, con sommo gaudio per le casse dello Stato e il plauso per chi è riuscito a mettere fuori combattimento questi nuovi "terun", con la trappola ben studiata dell'ultima sanatoria, fatta guardacaso dopo che l'ennesimo decreto del governo Berlusconi aveva trasformato in reato la clandestinità. Una via ci sarebbe per far sì che gli immigrati siano finalmente rispettati da governanti e forze politiche di questo paese e si può sintetizzare in 2 punti: 1.modificare la legge sulla cittadinanza in base al diritto di suolo e non a quello di sangue, come è in tutti i paesi civili; 2.estendere il diritto di voto agli immigrati...E poi vediamo che futuro politico avranno personaggi come il Ministro degli Interni Maroni e i suoi colleghi intolleranti e razzisti!

E a voi cubani che vivete lì, in un paese che non ha problemi di tasse, spese d'ospedale e scolastiche, a voi che parlate male di Cuba e ci sputtanate davanti al mondo intero, voglio dire: non sapete che noi stranieri non valiamo niente? Che stiamo qui peggio di come staremmo a casa nostra? E con questo dico a tutti i cubani che parlano male di Cuba: state attenti, pensateci bene prima di sparlare del vostro paese!

7 commenti:

Jas21 ha detto...

Mi dispiace per quello che ti è successo, sono storie orribili che accadono in tutto il mondo. Tutti noi dovremmo essere liberi di muoverci in ogni Nazione senza alcun permesso perchè la Terra è una nostra eredità, è di tutti e per tutti. Dovremmo solo rispettarla amarla ed amarci.
Ti auguro tutto il bene del mondo

giosan ha detto...

Grazie per questo commento. Se tutti la pensassero come te in questo mondo non si avrebbe tanta ingiustizia.
Purtroppo però, nella storia, la realtà delle cose ha spesso spinto l'uomo e le collettività a chiudersi entro stretti confini nazionali per salvaguardarsi contro la sopraffazione. Penso che in questo modo il più delle volte le
cose funzionava meno peggio di oggi. Era in fondo, per lo più, una scelta di natura difensivo-strategica, poichè il vero nemico dell'uomo, in fondo, si è sempre annidato principalmente dentro l'uomo stesso e nella chiusura si impara a conoscere meglio la propria natura per poi rapportarsi agli altri. Certo sarebbe bello se tutti fossimo contemporaneamente allo stesso livello di evoluzione, la buona convivenza tra gli uomini ne trarrebbe grande beneficio. Ma purtroppo così non è quasi mai in realtà e allora forse erano meglio le società del passato, quando esistevano stati e mondi separati ma profondamente consapevoli di se stessi e delle proprie regole etico-morali. Quando ancora la parola globalizzazione non era apparsa nel vocabolario gli accordi commerciali funzionavano meglio,
c'era un vero scambio e se c'era sfruttamento dei poveri da parte dei ricchi c'era anche la possibilità di guardarsi in faccia per combattersi in una lotta corpo a corpo, perchè si conosceva bene il nemico. Lottando si potevano cambiare le cose, almeno all'interno del proprio mondo, per piccolo o grande che fosse. Quando le economie nazionali ancora si basavano giocoforza sul concetto di autonomia si viveva. Ora si sopravvive. E a che ci serve tutta l'informazione che possediamo oggi se poi non possiamo intervenire direttamente per cambiare le cose? Solo a frustrarci. L'uomo non è ancora pronto, non ha sufficentenmente migliorato se stesso per meritarsi la globalizzazione, la quale richiede un grado di maturità e responsabilità nei confronti dell'altro e del pianeta enormemente più alto di ora. Comunque ormai la sfida ce l'abbiamo davanti e ci tocca rincorrere. Speriamo bene. Ti saluto e ti faccio i complimenti per il tuo bel blog.

Jas21 ha detto...

Grazie a te per la visita nel mio.
Nel tuo blog non c'è la voce followers, come si fa ad iscriversi?
I temi che affronti sono una vera piaga, ma, con consapevolezza arriverà il momento in cui ne usciremo fuori.

MARCo ha detto...

Ciao ,ho letto solo ora la tua storia e anch'io non posso fare altro che manifestare indignazione di fronte a tali comportamenti.
La manifesto, non solo a parole ma anch'io come te, cerco un' alternativa al comune e piatto modo di pensare magari gestendo un blog dove poter esprimere quello che proviamo e provare a condividere il nostro disappunto,sempre in maniera pacifica si spera.
Credo di aver imparato ormai da tempo che se vuoi arrivare da qualche parte ce la puoi fare indipendentemente dall'entità del problema,non stò affermando che sia facile.
Credo che il destino sia il pretesto dei falliti e che la speranza sia uno scudo per rimanere immobili e aspettare ,ti dico questo solo per darti un pò di energia in più che comunque non mi pare ti manchi.
Ognuno vive la propria vita tra una lacrima e un sorriso ,ti auguro di cuore un mondo di bene e grazie ancora per essere passata a farmi visita .
Ci sentiamo presto spero.
Namastè :-)

giosan ha detto...

Grazie. Anch'io desidero che tu possa risolvere i tuoi problemi, se ne hai. Il mio auspicio è di trovare più persone che condividano le mie stesse problematiche per trovare insieme una soluzione comune. Però si deve anche stare attenti a non cadere nella lite...Sai, a volte si trovano commenti di persone che non la pensano proprio come noi, ci puo' stare. Ma alle offese che spesso si nascondono tra le righe non ci sto. Mi auguro di trovare persone educate come te perche' non mi piace offendere ma a volte ti imbatti in vere teste di c. e allora è un po' difficile trattenersi. Un cordiale saluto, a presto.

Anonimo ha detto...

Innazitutto spero che Lioneisy abbia risolto i suoi problemi. Vorrei aggiungere che in Italia non solo gli stranieri, ma gli stessi italiani hanno seri problemi di sopravvivenza come esseri umani; ovviamente gli stranieri stanno peggio. Io, ad un certo punto ho seguito la strada di alcuni miei amici, che come me erano laureati, oltre ad avere tutta una serie di titoli, consocenze ed esperienze; in Italia questi miei amici non erano mai riusciti a svoltare, al massimo si era precari, sfruttati, sottopagati, offesi nella dignità umana ... ed alla fine loro decidesero di andarsene (Germania e Olanda). Io, che mi trovavo nella stessa situazione, feci la stessa scelta, andandomene a vivere in Venezuela. Con tutta sincerità mi trovo bene, anzi benissimo. Ovviamente anche in Veenzuela ci sono delle difficoltà per gli stranieri, soprattutto burocratiche; ma si è sempre trattati come esseri umani. Non esiste la discriminazione che esiste in Italia o in altri paesi "civili".

Anonimo ha detto...

Grazie del commento Attilio...

Purtroppo qui ancora non si è risolto niente...Anch'io consiglio a chi può di scappare da questo paese e di farlo al più presto. Dispiace dirlo, ma è così, i presupposti non sono buoni.
Gli italiani ultimamente sono schiacciati dal peso opprimente di divisioni politiche e sociali che il berlusconismo ha fatto esplodere. Ma spero che la cura serva e che alla fine tutto si risolva per il meglio! Per ora è dura.

Un saluto speranzoso dall'inferno dantesco di questa povera Italia...

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