Presidente Obama, Lei che è così preoccupato per i prigionieri politici cubani a Cuba, per le dame bianche, quelle donne coraggiose come le descrive Lei, perché non risponde alla domanda che Le ha fatto il nostro Presidente Raul Castro? Perché non fa niente per quei vermi che gridano libertà? Poiché è nelle Sue mani la libertà di questi schifosi che Lei sostiene a Cuba...E come dice Raul, se proprio li vuole, perché non ci restituisce i 5 eroi cubani da voi imprigionati? Il popolo cubano Le darà volentieri in cambio i Suoi vermi, quelli che Lei chiama prigionieri politici, rinchiusi nelle patrie galere cubane, e che in realtà sono solo dei ladri e delinquenti comuni, traditori prezzolati senza dignità al soldo dei nemici di Cuba, dei gansters americani e della mafia cubana di Miami. O non sarà che non sono loro che Lei vuole veramente ma la terra cubana? Non quei vermi che gridano libertà, non quelle che Lei chiama dame bianche, che di dame non tengono neanche le scarpe. Io non le chiamerei dame bianche ma piuttosto casalinghe annoiate che vendono la loro dignità per pochi danari…
Presidente Obama, perché Lei non si preoccupa piuttosto per tutti gli americani poveri che esistono nel suo grande paese? Perché Lei non vede il male che fate nei paesi poveri del mondo prima di giudicarci? Perché non vede la guerra, dove tanti soldati americani perdono la vita per l’ennesimo pozzo di petrolio conquistato dalla strategia monopolistica delle multinazionali dell’oro nero e delle lobbies americane che le rappresentano? E Lei perché, Signor Presidente, non toglie l’embargo a Cuba? Non Le sembrano sufficienti 47 anni o anche Lei aspetta ancora la capitolazione per fame di quest’isola meravigliosa per poterla trasformare nel paradiso turistico di americani ricchi e opulenti, come era negli anni ’40? Se così, sappia che la dignità del popolo cubano, abituato a soffrire, si è addirittura rinforzata in questi anni e che non si piegherà mai! E’ ipocrita parlare di libertà in casa d’altri quando voi americani per primi non ce l’avete questa libertà (o meglio, da voi ce l’hanno solo i ricchi!). E neanche Lei, Signor Obama, non mi sembra affatto libero.Presidente, Lei che parla di libertà, è sicuro di sapere veramente cosa significa questa parola? Credo che Lei debba farsi un esame di coscienza prima di parlare di libertà, dovrebbe prima liberarsi dal condizionamento di tanti anni di storia americana dove di libertà vera ce n’è stata ben poca e intendo quel genere di libertà che non può essere disgiunta dalla giustizia sociale e dalla pace. Se crede, come tanti americani, che con i soldi si possa comprare tutto, si ricordi che la morale di un paese non si compra, non tutti siamo come Yoani Sanchez per fortuna! Lei che è premio Nobel per la pace, Signor Presidente, sa che Le dico: mi ha deluso, pensavo che fosse più intelligente. Invece mi accorgo che è un arrogante.
Signor Presidente, io non vendo il mio paese per un pugno di dollari, non racconto bugie per mettere in ridicolo la mia Patria, un paese la cui gente ha tanto sofferto e le cui difficoltà hanno reso unito e solidale. Io amo Cuba fedelmente per come è e non la vorrei diversa, non voglio che cambi, e non voglio un Presidente svergognato. Cuba è libera e sempre lo sarà al costo di versare sangue!
Io Le dico Signor Presidente, stia lontano da Cuba, Cuba non sarà mai un altro stato americano o un'altra Porto Rico! Fatevi i fatti vostri e smettetela di orchestrare campagne contro Cuba, se è vero che Lei è un vero uomo! Cuba non appartiene alla sua filosofia dell’ “Yes we can”.
Io spero, Signor Presidente Obama, che pensi bene quando parla di Cuba, perché Cuba non è sola, ha al suo fianco molti nel mondo, tutti coloro, uomini e donne libere, che ancora apprezzano il valore della dignità e libertà di un popolo.
Rivoluzionariamente, una cubana che lotta per il suo paese.
Viva Cuba, viva Fidel! Hasta la victoria siempre Comandante!
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