Presidente Napolitano,
in Piemonte è in corso una militarizzazione quasi totale e inaccettabile del territorio, con posti di blocco ovunque ed elicotteri a supporto, solo per fermare qualche centinaio di dissidenti 'No-TAV', trattati come se fossero terroristi, per difendere alla fine un cantiere che non c'è!!! Forse neanche contro le brigate rosse o la mafia la forza pubblica ha mai messo in campo un simile dispiegamento di forze. Lei non intende esprimersi in proposito?
Si rende conto che la questione si sta trasformando in una guerra privata tra alcune centinaia di poliziotti e altrettanti black bloc, fatta di ritorsioni e vendette personali? E chi la paga questa inutile, animalesca lotta per la supremazia territoriale, questo stupido fronteggiarsi di orgoglio ferito e lesa maestà? Alla fine ci rimetterà lo Stato, ovvero noi cittadini tutti. Ce lo possiamo permettere? No, tutto questo lo si fa solo per ottenere un pugno di euro di finanziamenti europei, pari ad un misero 10% della cifra totale di 20 miliardi di euro prevista per finire i lavori! In altre parole, si tratta di un altro debito che andrà a pesare sulla testa delle nuove generazioni.
Una cifra, quella dei finanziamenti europei, che probabilmente servirà a far 'sopravvivere' il cantiere solo per un paio d'anni (giusto fino a fine legislatura?), a pagare gli straordinari dei poliziotti che ci fanno la guardia, i salari agli operai addetti alle ruspe e forse persino a foraggiare quella parte di politica mafiosa al nord che sicuramente reclama la sua fetta di torta. (D'altronde si sa, a pensare male non si sbaglia quasi mai!). Il tutto senza contare il costo del deturpamento del territorio che il percorso pressochè in linea retta della Transpadana, che sembra tracciato a tavolino da qualche economo-burocrate di Bruxelles, determinerà!
Ma in futuro, chi ci pensarà, chi metterà i soldi per terminare i lavori? La TAV rischia seriamente di diventare un'opera incompiuta, l'ennesima cattedrale nel deserto, come tante volte è già successo nel nostro paese, specie al sud. O, più probabilmente, l'opera non vedrà compimento prima di 10 o 15 anni, sempre che l'Europa continui ad esistere per supportarla, quando forse nel frattemnpo si sarà trovato un mezzo di locomozione pubblico più economico, pulito, efficente, ma soprattutto meno impattante sugli equilibri di varia natura del territorio.
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