sabato 1 ottobre 2011

La vergogna vigilata di Obama (seconda parte e finale)

di Fidel Castro Ruz

RIFLESSIONI DEL COMPAGNO FIDEL sulla detenzione di René González in Florida.

 “Dirigiamo la nostra attenzione adesso al Corno d’Africa ed avremo un esempio terribile del fallimento storico della ONU: la maggioranza delle agenzie di notizie serie sostengono che  tra 20.000 – 29.000 bambini minori di 5 anni sono morti negli ultimi tre mesi.”

“Quello che è necessario per affrontare questa situazione sono 1400 milioni di dollari, non per risolvere il problema, ma per affrontare le emergenze che vivono Somalia, Kenia, Djibouti e Etiopía.

Secondo tutte le informazioni i prossimi due mesi saranno decisivi per evitare la morte di più di 12 milioni di persone e la situazione più grave è quella della Somalia.

“Non potrebbe essere più atroce questa realtà, se nello stesso tempo non ci chiedessimo quanto si sta spendendo nel distruggere la Libia. Così risponde il congressista statunitense Dennis Kucinich: questa nuova guerra ci costerà 500 milioni di dollari solo durante la prima settimana. È chiaro che non abbiamo risorse finanziarie per questo e termineremo riducendo i finanziamenti di altri importanti programmi domestici. Secondo lo stesso Kucinich, con quello che si è speso nelle prime tre settimane al nord del continente africano per massacrare il popolo libico, si sarebbe potuto aiutare molto tutta la regione del Corno d’Africa, salvando decine di migliaia di vite”.

“... è francamente deplorevole che nel messaggio di apertura della 66ª Assemblea Generale della ONU non si sia richiamato ad un’azione immediata per dare una soluzione alla crisi umanitaria che soffre il Corno d’Africa, mentre si assicura che è giunto il momento d’agire sulla Siria”.

“Richiamiamo ugualmente per la fine del vergognoso e criminale blocco contro la fraterna Repubblica di Cuba, un blocco che da più di cinquant’anni viene esercitato dall’impero con crudeltà e violenza, contro l’eroico popolo di José Martí”.

“Sino al 2010 ci sono state 19 votazioni nell’Assemblea Generale della ONU che confermano la volontà  mondiale d’esigere dagli Stati Uniti l’eliminazione del blocco economico e commerciale contro Cuba. Esauriti tutti gli argomenti della sensatezza internazionale, resta solo da credere che questa persecuzione contro la Rivoluzione Cubana è la conseguenza della superbia imperiale di fronte alla dignità e al coraggio che ha mostrato il mai sottomesso   popolo cubano, nella sovrana decisione di dirigere il proprio destino e lottare per la sua felicità”.

“Nel Venezuela, crediamo che sia giunta l’ora d’esigere dagli Stati Uniti non solo la fine immediata e senza condizioni del criminale blocco imposto contro il popolo cubano, ma anche la liberazione dei Cinque combattenti antiterroristi, sequestrati nelle carceri dell’ impero per l’unico motivo di cercare d’impedire le azioni illegali che gruppi di terroristi preparano contro Cuba, con la protezione del governo degli Stati Uniti”.

“Per noi è chiaro che le Nazioni Unite non migliorano nè miglioreranno da dentro, se il Segretario Generale con il Procuratore della Corte Penale Internazionale partecipano ad un’azione di guerra, come nel caso della Libia e non c’è niente da sperare dall’attuale formato di questa organizzazione”.

“È intollerabile che esista un Consiglio di Sicurezza che volta la schiena al clamore della maggioranza delle nazioni, senza riconoscere deliberatamente la volontà dell’Assemblea Generale. Se il Consiglio di Sicurezza è una sorta di club con membri privilegiati, che può fare l’Assemblea Generale? Qual’è il suo margine di manovra quando costoro violano il diritto internazionale”?

“Parafrasando Bolívar quando si riferiva concretamente al nascente imperialismo yankee nel 1818 ‘Basta già che le leggi siano valide per il debole e gli abusi li pratichi il forte’, non possiamo essere i popoli del sud che rispettano il diritto universale, mentre il nord ci distrugge e saccheggia, violandolo”.

“Se non rispettiamo una buona volta l’impegno di rifondare le Nazioni Unite, questa organizzazione perderà definitivamente la poca credibilità che le resta di fatto, com’è accaduto con l’organismo che è precedentemente immediato: La Lega delle Nazioni”.

“Il futuro di un mondo multipolare in pace risiede in noi, nell’articolazione dei popoli maggioritari del pianeta, per difendersi dal nuovo colonialismo e per raggiungere l’equilibrio dell’universo che neutralizzi l’imperialismo e l’arroganza”.

“Questo richiamo ampio, rispettoso, senza esclusioni, è indirizzato a tutti i popoli del mondo, ma soprattutto alle potenze emergenti del sud, che devono assumere con coraggio il ruolo che sono chiamate a disimpegnare immediatamente”.

“Nell’America Latina  e nei Caraibi sono sorte poderose e dinamiche alleanze regionali che vogliono costruire uno spazio regionale democratico rispettoso delle particolarità e desiderose di  porre l’accento nella solidarietà e la complementarità, potenziando quello che unisce e risolvendo politicamente quello che ci divide, creando un nuovo regionalismo che ammette la diversità e rispetta i ritmi di ognuno.

[...] l’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America  (ALBA) avanza come esperimento d’avanguardia di governi progressisti e antimperialisti, cercando formule di rottura con l’ordine internazionale imperante e rinforzando la capacita dei popoli di far fronte collettivamente ai poteri di fatto, ma questo non impedisce che i suoi membri diano una spinta decisa ed entusiasta al consolidamento dell’Unione delle Nazioni sudamericane (UNASUR), blocco politico che federa 12 Stati sovrani del Sudamerica, con il fine di raggrupparli in quello che il Libertador Simón Bolívar chiamò “Una Nazione di Repubbliche".  E ancora, noi 33 paesi dell’America Latina e dei Caraibi ci prepariamo per fare il passo storico di fondare una grande entità regionale che ci raggruppi tutti,  senza esclusioni, dove poter disegnare  insieme le politiche che dovranno garantire il nostro benessere, la nostra  indipendenza  e la nostra sovranità, con basi d’uguaglianza, solidarietà e complementarità”.

“Caracas, la capitale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, è orgogliosa sin d’ora di ricevere nei prossimi 2 e 3 di dicembre, il Vertice dei capi di Stato e di Governo che fonderanno definitivamente la nostra Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici  (CELAC).”

Con queste profonde idee si conclude il secondo messaggio del presidente bolivariano Hugo Chávez all’Assemblea Generale della ONU.

Secondo un dispaccio della AFP  in data di oggi, a Washington: "Il presidente statunitense, Barack Obama, ha dichiarato mercoledì 28 che sino a quando sarà presidente sarà disposto a cambiare la politica con Cuba, sempre e quando si  producano svolte politiche e sociali significative”.

Che simpatico! Che intelligente! Tanta bontà non gli ha permesso di comprendere ancora che 50 anni di blocco e di crimini contro la nostra Patria, non sono riusciti e piegare il nostro popolo. Molte cose cambieranno in Cuba, ma cambieranno per il nostro sforzo e nonostante gli Stati Uniti. E forse prima si disgregherà questo impero.

L’invincibile resistenza dei patrioti cubani la simbolizzano i nostri 5 Eroi.

Non si piegheranno mai! Non si arrenderanno mai! Come dichiarò Martí, e l’ho già ricordato altre volte: “Prima di  tralasciare l’impegno  di fare libera e prospera la Patria, si unirà il mare del nord al mare del sud e nascerà un serpente da un uovo d’aquila”.

È ovvio che la giudice del Distretto sud della Floridia ha messo in evidenza la vergogna vigilata di Obama. 

Fidel Castro Ruz
28 settembre del 2011
Ore 19. 37


(Traduzione Gioia Minuti)

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