Penso che uno degli errori più grandi che ha commesso la politica italiana negli ultimi ventanni, sia la scelta del bipolarismo politico, la divisione artificiosa tra centro-destra e centro-sinistra. Siamo tornati indietro nella storia della democrazia, invece di andare avanti, ripresentando l'antica faziosità fiorentina di dantesca memoria, la contrapposizione bellicosa e sanguinaria tra guelfi e ghibellini.
Su scala moderna, abbiamo voluto imitare il modello bipartisan nordamericano, basato sulla riduzione giuridica della rappresentatività a 2 soli partiti, quello democratico e quello repubblicano. Per anni abbiamo considerato questo sistema il migliore del mondo, quello che maggiormante garantiva la democrazia. E gli altri, quelli che la pensano diversamente, chi li rappresenta? Da dove è partita la bolla finanziaria che ha creato l'effetto domino che ha determinato l'attuale crisi? Da una banca privata americana. Perchè allora prendiamo sempre da esempio gli Stati Uniti, come se fossero la migliore democrazia del mondo, quando semplicemente quel modello non calza affatto alla nostra realtà italiana? Ora forse lo abbiamo capito, che quello nordamericano non è il migliore sistema possibile e che forse la sua, in realtà, è una finta democrazia. E se non lo abbiamo ancora capito, penso che presto lo capiremo. Ma accidenti, cazzo, svegliamoci!
I politici, se non l'hanno ancora capito, hanno un ruolo fondamentale da svolgere: lavorare, attraverso il dialogo e la mediazione, per imporre regole generali, giuste e condivise, a livello mondiale. Se non lo fanno, se pensano solo al potere e ai loro privilegi, saranno prima o poi i cittadini a farlo, organizzazndosi in movimenti spontanei, come quello degli Indignados. E' ovvio che i giovani preferirebbero occupare il loro tempo studiando o lavorando per costruire il proprio futuro. Ma se vedono che nonostante i numerosi sforzi compiuti, il loro futuro è precluso, è normale che scendano in piazza a protestare e che si organizzino per tentare di cambiare le cose.
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