E’ notizia dell’altro giorno che il Presidente Obama ha deciso di continuare con il blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba fino al 14 settembre 2011.
L’embargo americano contro Cuba, che dura da quasi mezzo secolo, è che ha comportato secondo alcune stime abbastanza attendibili danni per più di 100 miliardi di dollari, oltre che a danneggiare pesantemente lo sviluppo produttivo ed economico con ricadute pesantissime dal punto di vista sociale , nella vita di tutti i giorni si è tradotto nella mancanza di carta nelle scuole, di medicinali, materiale sanitario , apparecchiature mediche e petrolio attraverso il quale garantire una sufficiente produzione alimentare (es. latte, carne, cereali, ecc…).
Credo che valga la pena ricordare che, ogni anno a partire dal 1992, Assemblea generale delle Nazioni Unite ha condannato l’embargo contro Cuba in quanto violazione del diritto internazionale. L’ultima volta è accaduto il 28 ottobre 2009, con 187 voti favorevoli, 3 contrari (USA, Israele e Palau) e 2 astensioni (Micronesia e Isole Marshall).
Dato che Obama nel 2008 ha vinto in Florida, e persino a Miami, senza l’aiuto (come accadde per Bush jr., ma anche per Clinton), dei gruppi di destra della Fondazione cubano-americana di Miami, non è che poteva rompere questa continuità, in linea con la distensione e le aperture che vi sono state in questo periodo sia attraverso l’intervento diplomatico della Santa Sede e del Governo spagnolo?Come ha scritto Gianni Minà, esprimendo la sua opinione su un’altro tema (“L’odissea dei cinque cubani che smascherarono il terrorismo Usa” ), che ha suscitato qualche dibattito: “Sarebbe semplice per lui (Obama, NdR) dimostrare che la politica estera del suo governo non è condizionata dai terroristi della Fondazione cubano-americana di Miami” (681 attentati , 3478 persone assassinate e 2000 feriti – solo negli ultimi anni).
Più che “uno sforzo per aiutare i cubani nel loro desiderio di determinare liberamente il futuro del loro Paese”, come spesso amano ricordare i funzionari USA interpellati sull’embargo, la decisione di Obama di proseguire con la politica estera dei suoi predecessori potrebbe sembrare il tentativo di recuperare i voti di cui in questo momento ha disperatamente bisogno in vista delle elezioni di Middle Term (novembre).
Se così fosse, per cinico calcolo elettorale, avrebbero buona luce tutti coloro che hanno criticato il Presidente americano per la sua ambiguità, dando una volta un colpo alla botte e una volta un colpo al cerchio. Linea che nel tempo ha comportato delle la defezione di molti che nel 2008 sperando in un maggiore cambiamento.
Sul tema rapporti con Cuba, un sondaggio della CNN/Opinion Reseach Corporation effettuato nell’aprile 2009 – durante i primi 100 giorni - evidenziava che il 64% degli americani considerava necessario togliere le limitazioni di viaggio verso Cuba, e il 71% era favorevole alla ripresa di rapporti diplomatici, con la consapevolezza probabilmente che nel frattempo 15 Paesi Americani avevano già provveduto a normalizzare le proprie relazioni con Cuba.
Vale anche la pena sottolineare, come ricorda l’associazione ITALIA-CUBA, che lo Stato caraibico è l’unico paese al mondo ancora soggetto alle sanzioni della Legge contro il Commercio con il Nemico, dopo che nel 2008 l’amministrazione di George W. Bush aveva optato per non rinnovare l’applicazione di tali misure alla Corea del Nord.
Fonte: guerrecontro.altervista.org
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