Chi meglio di Verdini, che ha già una condanna per corruzione e che quindi è "bruciato", poteva tirare le fila di questo progetto di compravendita di parlamentari in nome del governo Berlusconi? Ma il nome del cavaliere non verrà mai fuori, è questa la tacita regola, ovviamente.
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Gino Bucchino, 62 anni, racconta di essere stato avvicinato da un giovane di Rifondazione socialista. "Mi ha detto: passa nei responsabili, per te 150mila euro e la rielezione. Garantisce Verdini". Casini: "Stupirsi? Conosco altri 20 casi". Il coordinatore Pdl: "Mai conosciuto Bucchino. E Casini mi porti i nomi".
ROMA - Gli avrebbero garantito 150mila euro e la certa rielezione in cambio del salto della staccionata per passare tra i "responsabili" a sostegno della maggioranza. Gino Bucchino, 62 anni, medico, residente in Canada ed eletto nella circoscrizione Nord e Centro America nelle liste del Pd, denuncia il tentativo di corruzione subito in conferenza stampa a Montecitorio. Garante dell'operazione, nelle parole del deputato Pd, il coordinatore Pdl Denis Verdini, che subito dopo la rivelazione nega di aver mai conosciuto Bucchino. Primo, sarcastico commento di Pier Ferdinando Casini: "Perché vi stupite? Se volete vi porto altri 20 di questi esempi". Franceschini: "Bucchino è persona seria e rigorosa. Il suo è un atto di coraggio".
Bucchino rivela di avere ricevuto l'offerta da un giovane aderente a Rifondazione Socialista, che gli avrebbe fatto il nome del coordinatore Pdl Denis Verdini quale referente dell'operazione. Bucchino non fa il nome del latore della proposta, riservandosi di rivelarlo al magistrato in caso di convocazione. Racconta che il giovane lo ha contattato circa tre settimane fa, proponendogli un incontro per sottoporgli un "importante progetto".
"Ci siamo visti il giorno dopo, in piazza San Silvestro - prosegue Bucchino nel suo racconto -. Lui è andato subito al sodo, senza perdersi in troppi giri di parole: 'questo Paese è in difficoltà e, piaccia o meno, può andare avanti solo sotto la guida di Berlusconi. Nel gruppo dei Responsabili c'è bisogno di gente di sinistra, proprio come te, che mantengano le proprie idee e la loro impostazione politica".
Per piegare la sua resistenza morale, il sedicente esponente di Rifondazione Socialista gli avrebbe detto: "Non devi rinunciare alle tue idee. Ma tu nel Pd non hai incarichi particolari... Con noi puoi far sentire la tua voce... Poi ci sarà una distribuzione di incarichi...". A seguire, i 150mila euro come contributo per le spese e l'assicurazione della rielezione. "E chi me lo garantisce?" avrebbe chiesto Bucchino. E l'altro: "Denis Verdini. Ne ho parlato con lui fino alle due di questa notte".
"Io - puntualizza Bucchino - ho ascoltato e non ho detto nulla. Lui allora mi ha chiesto di pensarci su e di dargli una risposta entro 24-48 ore. Di questa faccenda poi ne ho parlato con i miei collaboratori, ho messo al corrente i miei amici e alla fine ho mandato un sms a questo esponente di Rifondazione socialista, dicendogli che non ero interessato. L'ho ringraziato e la cosa è finita lì".
Il parlamentare democratico ha deciso di non rivolgersi all'autorità giudiziaria e di aver preferito una conferenza stampa "per fare una denuncia politica. Non ho intenzione di rivelare il nome della persona che mi ha contattato. Non ho grande esperienza di queste faccende ma se venissi convocato rivelerei l'identità della persona in questione. Finora non ho voluto raccontare questa storia per un importantissimo motivo: mio padre era molto malato e avevo altro a cui pensare. Ora che purtroppo è deceduto ho denunciato l'accaduto".
Denis Verdini replica alle accuse negando di conoscere Bucchino o che qualcuno lo abbia mai contattato a suo nome. "Ancora una volta - afferma il coordinatore Pdl in una nota - si cerca di trasformare quello che dal 14 dicembre scorso è un problema politico per l'opposizione in un inesistente caso di compravendita di parlamentari. Prima ha tentato Fini, seguito a ruota dalla sinistra, oggi l'on. Gino Bucchino, cui ha subito fatto seguito Casini. Ebbene: io non so chi sia l'on. Bucchino, non so quindi chi possa averlo contattato e avvicinato a mio nome. Di certo la notizia di denaro offerto in cambio di adesioni a gruppi che sostengono la maggioranza di governo è totalmente destituita di fondamento. E avverto fin d'ora che denuncerò chiunque propaghi certe menzogne. Quanto all'on. Casini, faccia i 20 nomi che dice. Sono qui che aspetto di leggerli".
Cadono dalle nuvole anche quelli di Rifondazione Socialista, il movimento politico fondato da Filippo Fiandrotti, ex deputato lombardiano torinese. Ed è proprio Fiandrotti a smentisce categoricamente. "Diffido chiunque dall'usare il nome di Rifondazione Socialista - dice, interpellato al telefono -. Bucchino? ma chi è 'sto pazzo... Quel che dice questo signore è impossibile. Rifondazione Socialista l'ho fondata io e, a onor del vero, non esiste neppure più. Siamo confluiti nel Pd come componente culturale, con Fassino e Valdo Spini". Ma allora cos'è avvenuto? "Probabilmente qualcuno usa il nostro nome per fare i comodi suoi".
Mario Pepe, il deputato Pdl che, per la maggioranza, ha 'orchestrato' in Transatlantico la nascita dei Responsabili, bolla come "molto sospetta" la denuncia del deputato del Pd. Bucchino, osserva Pepe, "non è mai stato nell'elenco" di quei "malpancisti" dell'opposizione da contattare. "Non so chi è - dice Pepe -, non so dove è stato eletto, non so nemmeno che faccia ha. E poi, perché proprio ora che la maggioranza si è già rafforzata? Che senso ha?". I responsabili, sottolinea Pepe, sono "gente che ha molta dignità, che ha abbandonato l'opposizione già prima del 14 dicembre, altro che compravendita".
Sulla credibilità di Gino Bucchino garantisce invece il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini. "E' una persona seria e rigorosa. La sua denuncia è un atto di coraggio e fornisce la prova della vergognosa campagna messa in atto per ricostruire numericamente una maggioranza che la politica ha già demolito".
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