Della serie, LETTERA (molto indignata) AD UN IGNORANTE (nel senso di colui che ignora)...
Vai,
vai coi tuoi amici assassini capitalisti e guerrafondai, che senza
fartene accorgere te lo mettono in quel posto...tanto che problema c'è, a
te piace. Se tutta la gente la pensasse come te, i poveri e gli
oppressi del mondo non avrebbero nessuna chance, nessun difensore, nessun diritto a
difendersi da chi li rende schiavi! Ma vai, va...Siamo al limite, spero
che in Italia la gente con questa mentalità yankee, superficiale e
conformista, non aumenti ancora, altrimenti siamo spacciati. L'inferno
che ci aspetta in coda al destino dei tuoi amici nordamericani, dalla
doppia morale (e in realtà amici di nessuno, solo dei soldi), neanche te
lo immagini! Altro che pace e benessere per tutti! Siamo stati
colonizzati fino al midollo da una superpotenza militare (quasi ex
ormai) che ha diviso artificialmente il mondo in buoni e cattivi e che,
per avidita', ci sta trascinando nel baratro dell'inganno e della
falsita' globale. Il tutto col nostro stupido e inconsapevole consenso.
Ma sei proprio sicuro che siamo noi i buoni, con questa smania tutta
occidentale di intrometterci negli equilibri di altri paesi sovrani? Di
"esportare la democrazia", come dicono, a popoli che vivono bene così da
secoli, e che in realta' nasconde solo interessi economici predatòri,
legati al commercio del petrolio e delle armi? E' mai possibile che non
ci rendiamo conto di questa semplice verita'...o non sara' che siamo in
malafede? In ogni caso, nel frattempo ti consiglio di prepararti alla
lotta (armata se vuoi, come ha fatto Che' Guevara, il generoso eroe
cubano che ha dato la vita per gli oppressi e che tu chiami assassino!),
o alla fuga, perchè con l'avvento di Trump da un lato e il problema dei
migranti dall'altra, la nostra pace è in grande pericolo. Infatti, se
non continuiamo a pagare la nostra salata quota NATO, l'ombrello della
difesa atlantica, come un tessuto consunto e tarmato, potrebbe presto
sgretolarsi sotto i nostri occhi italioti sbigottiti. Ossequi alla S.V..
Una ventana abierta sobre Cuba para esponer las mentiras que circulan por el Web sobre este pais. El blog se centra en los estilos de vida del tercio milenio, contiene asuntos políticos y noticias principalmente de Italia, Europa, Cuba y América Latina, en todo caso tratando de exponer los engaños de la globalización y del neoliberalismo selvaje en cualquier parte del mundo se producen estos.
martedì 8 agosto 2017
lunedì 6 febbraio 2017
A QUANDO LA RESTITUZIONE DELLA BAIA DI GUANTANAMO AL POPOLO CUBANO?
Marines mentre ritirano le mine antiuomo tra la Base Navale di Guantánamo e Cuba nel 1997. |
Trump vorrebbe comprare l'area di Guantanamo, attualmente in affitto alla Marina USA, per farci un suo campo da Golf privato. Per intenderci, si tratta del luogo dove si trova il famoso carcere che Obama voleva far chiudere incontrando il “no” del Congresso. Ma Cuba non ci pensa minimamente ad accettere tale proposta, non tanto per ostruzionismo politico, ma per il doveroso rispetto dovuto ai numerosi civili cubani che originariamente abitavano quelle zone e che, essendosi opposti ai Marines, furono uccisi.
In realtà GTMO Bay, lungi dall'essere semplicemente una base navale della Marina nordamericana, è una vera e propria base militare nascosta, piena di armi. Cosa aspetta dunque Raul Castro a fare un patto militare con Putin o con la Cina per dare un ultimatum di sgombero agli USA, minacciando se serve anche un’altra crisi come quella della Baia dei Porci?
Per gli Stati Uniti la loro presenza in loco sarebbe legittimata, in base al Diritto Internazionale, da un legale contratto di locazione perpetua, offerta nel 1903 dal primo presidente cubano, Tomas Estrada Palma, in cambio dell’aiuto nordamericano all’isola nella guerra ispano-americana. Contratto che i cubani però contestano perché non sarebbe affatto conforme al Diritto Internazionale.
Infatti il Governo cubano post-rivoluzionario non riconosce come proprie, sempre in conformità al diritto internazionale, le obbligazioni dei precedenti Governi di Cuba. Che la Rivoluzione socialista abbia di fatto cancellato ogni accordo precedente, lo si puo’ constatare anche dalla legittima confisca delle proprietà yankees sull’Isola all’indomani della fuga del dittatore Batista, nel 1959. Si chiama principio di autodeterminazione dei popoli, oltre che legittima guerra di liberazione contro un esercito straniero colonialista ed oppressore.
Ritornando alla questione della baia, quel territorio del Municipo di Guantanamo che in passato veniva chiamato Granada, quel che è certo è che la sua occupazione è totalmente illegittima. Infatti anche il famoso primigenio contratto di locazione del 1903 lo sarebbe, in quanto onorato una sola volta e mai piu’ revisionato dai successivi governi cubani, che non accettarono mai piu' un dollaro d'affitto. Che ci fanno allora ancora lì i soldati americani, ad occupare colonialmente ed abusivamente un area di uno Stato sovrano e indipendente? Perchè l’ONU non si esprime in proposito? Sarebbe ora che i Marines se ne andassero, visto anche il modo brutale con cui l'area fu ri-occupata negli anni ‘80 durante la guerra fredda.
Fu infatti un’operazione militare a sorpresa pianificata a tavolino, tanto fulminea quanto vile, dove morirono eroicamente un numero imprecisato di cubani, probabilmente centinaia, tra uomini, donne e bambini. E anche solo per il rispetto dovuto a questi morti, i cubani non accetteranno mai di insediarvi un area da Golf! Quindi, caro irriverente ex uomo d’affari, e ora Presidente, Trump, se ne faccia una ragione e lasci la Baia di Guantanamo al suo legittimo proprietario, ovvero il popolo cubano.
Categorie:
Cuba,
Imperialismo nordamericano,
Storia cubana
venerdì 5 agosto 2016
Come si fa lo sciopero fiscale senza alcun rischio
"In tempi di dittatura finanziaria c’è una forma di protesta che non creerebbe alcun rischio, non obbligherebbe a manifestare, non obbligherebbe neppure a costose azioni legali, non obbligherebbe ad entrare in politica, ma che sarebbe comunque devastante per il sistema finanziario che ci ha dichiarato guerra ed al quale i nostri politici rispondono.
Si parla spesso di sciopero fiscale. Chiaro che per attuarlo in maniera radicale dovreste spogliarvi di ogni bene, non avere stipendi da lavoro dipendente o pensioni, solo così lo Stato non potrebbe toccarvi in alcun modo. Questa strada non è dunque percorribile dalle grandi masse.
Esiste però un seconda via, altrettanto devastante per la finanza, che sarebbe costretta ad alzare bandiera bianca nel giro di pochi mesi. Basterebbe pagare in massa i tributi, qualsiasi tributo, in ritardo.
La legge consente e disciplina l’istituto del ravvedimento operoso. Nulla di illegale dunque nello scrivere o diffondere questo post che spero diventi virale.
Ci sono varie forme di ravvedimento, quella che interessa ai fini di attuare uno sciopero fiscale efficace è il ravvedimento che consente di pagare le imposte entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione.
In sostanza questo meccanismo si presta benissimo per cancellare ogni forma di acconto, che a quel punto può essere versato entro i termini della dichiarazione successiva (perché sarà proprio quella a cui l’acconto si riferisce), con ulteriore possibilità di rateizzare peraltro il pagamento in più tranche.
Il costo dell’operazione è irrisorio, si pagherà 1/8 della sanzione oltre agli interessi (dunque il 3,75% in più a titolo di sanzioni in base alla finanziaria 2011). Ad esempio sull’acconto IVA ho appena corrisposto 6000 euro con circa cento euro di aggravio, un nulla rispetto al tributo, dando i soldi allo Stato dopo più di sette mesi.
L’elenco delle forme di ravvedimento sono contemplate nel D.Lgs 18 dicembre 1997 n. 472, come anche successivamente modificato, che vi posto in questo screenshot direttamente dalla pagina dell’Agenzia delle Entrate in modo che possiate verificare personalmente quanto vi dico:
Come avrete letto si può spingere il ravvedimento anche oltre alle modalità che vi ho indicato, ma consiglio quella perchè è la più semplice e meno onerosa e se ci fosse unità, comunque dirompente!
Pensate quanto potremmo ottenere se tutti, uniti, avessimo fatto mancare all’erario anche solo l’acconto IVA e l’acconto IRPEF. Anche se a questa protesta non aderissero i dipendenti, dovrebbero avere la collaborazione del datore di lavoro sostituto d’imposta, sarebbe comunque sufficiente a creare un problema enorme ai collaborazionisti del potere finanziario che ci governano.
Io attuo questo sistema da anni, e voi cosa state aspettando? Nessuna cartella di Equitalia e nessun accertamento, solo l’esercizio di un diritto.
Anche così si può fermare il colpo di Stato in corso e riscattare la nostra sovranità!"
Avv. Marco Mori, scenarieconomici – Alternativa per l’Italia, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile su ibs.
24 luglio 2016.
Si parla spesso di sciopero fiscale. Chiaro che per attuarlo in maniera radicale dovreste spogliarvi di ogni bene, non avere stipendi da lavoro dipendente o pensioni, solo così lo Stato non potrebbe toccarvi in alcun modo. Questa strada non è dunque percorribile dalle grandi masse.
Esiste però un seconda via, altrettanto devastante per la finanza, che sarebbe costretta ad alzare bandiera bianca nel giro di pochi mesi. Basterebbe pagare in massa i tributi, qualsiasi tributo, in ritardo.
La legge consente e disciplina l’istituto del ravvedimento operoso. Nulla di illegale dunque nello scrivere o diffondere questo post che spero diventi virale.
Ci sono varie forme di ravvedimento, quella che interessa ai fini di attuare uno sciopero fiscale efficace è il ravvedimento che consente di pagare le imposte entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione.
In sostanza questo meccanismo si presta benissimo per cancellare ogni forma di acconto, che a quel punto può essere versato entro i termini della dichiarazione successiva (perché sarà proprio quella a cui l’acconto si riferisce), con ulteriore possibilità di rateizzare peraltro il pagamento in più tranche.
Il costo dell’operazione è irrisorio, si pagherà 1/8 della sanzione oltre agli interessi (dunque il 3,75% in più a titolo di sanzioni in base alla finanziaria 2011). Ad esempio sull’acconto IVA ho appena corrisposto 6000 euro con circa cento euro di aggravio, un nulla rispetto al tributo, dando i soldi allo Stato dopo più di sette mesi.
L’elenco delle forme di ravvedimento sono contemplate nel D.Lgs 18 dicembre 1997 n. 472, come anche successivamente modificato, che vi posto in questo screenshot direttamente dalla pagina dell’Agenzia delle Entrate in modo che possiate verificare personalmente quanto vi dico:
Come avrete letto si può spingere il ravvedimento anche oltre alle modalità che vi ho indicato, ma consiglio quella perchè è la più semplice e meno onerosa e se ci fosse unità, comunque dirompente!
Pensate quanto potremmo ottenere se tutti, uniti, avessimo fatto mancare all’erario anche solo l’acconto IVA e l’acconto IRPEF. Anche se a questa protesta non aderissero i dipendenti, dovrebbero avere la collaborazione del datore di lavoro sostituto d’imposta, sarebbe comunque sufficiente a creare un problema enorme ai collaborazionisti del potere finanziario che ci governano.
Io attuo questo sistema da anni, e voi cosa state aspettando? Nessuna cartella di Equitalia e nessun accertamento, solo l’esercizio di un diritto.
Anche così si può fermare il colpo di Stato in corso e riscattare la nostra sovranità!"
Avv. Marco Mori, scenarieconomici – Alternativa per l’Italia, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile su ibs.
24 luglio 2016.
domenica 8 febbraio 2015
Relazioni tra Cuba e l’Italia procedono in accordo con i loro legami secolari
Intervista con l’Eccellentissimo Sig. Carmine Robustelli, Ambasciatore italiano a Cuba.
Da quando è arrivato sull’isola nel mese di agosto 2012, in qualità di Ambasciatore d’Italia a Cuba, l’Eccellentissimo Sr. Carmine Robustelli ha partecipato a numerosi eventi pubblici di carattere culturale, politico ed economico che legano in un modo o nell’altro Cuba all’Italia.
In questa intervista a TTC l’Ambasciatore fa riferimento, oltre ad altri aspetti, alle relazioni tra i due paesi, ai programmi congiunti nel campo della cultura e alla presenza di imprenditori italiani a Cuba, in particolare nei progetti connessi con l’industria del turismo.
D – Ambasciatore, potrebbe, come prefazione, riferirsi alla situazione in cui si trovano le relazioni tra Cuba e l’Italia?
I rapporti tra i due Paesi sono eccellenti, dovuti a secolari legami di amicizia tra i due popoli. Molte aziende italiane, generalmente di piccole e medie dimensioni, sono attive a Cuba. Ci sono molte coppie miste e più di 25.000 cubani vivono in Italia. Nonostante la crisi economica, sono ancora molti gli italiani che visitano Cuba. Il successo delle attività culturali organizzate dall’Ambasciata, che raggiungono il loro apice durante la Settimana della Cultura Italiana a fine novembre, è poi un’ulteriore prova dell’intensità di questi vincoli.
D – Come funziona l’attività commerciale Italia-Cuba, in entrambi i sensi?
Tradizionalmente vi è un forte squilibrio a favore dell’Italia, ma stiamo registrando una crescita complessiva dei flussi commerciali bilaterali in questi ultimi anni e un progressivo aumento delle esportazioni cubane verso l’Italia. Io credo che uno scambio di poco più di 300 milioni di euro si possa giudicare ancora inferiore alle potenzialità. Confidiamo che il processo di aggiornamento del modello economico cubano possa attrarre un numero crescente di aziende italiane verso questo mercato e rendere le esportazioni cubane più competitive per una crescita equilibrata del commercio.
D – Che importanza attribuisce alla consistente presenza di aziende italiane sull’isola, sia con rappresentanza permanente sia di quelle che si mantengono come partner commerciali?
É il fondamento su cui costruiamo non solo le relazioni economiche tra i due paesi, ma anche stretti legami tra i due popoli. In effetti, molti dei nostri imprenditori, che rappresentano piccole e medie imprese, e non grandi gruppi, sono molto più vicini alla gente, ai loro bisogni e, secondo me, sono anche una fonte importante per capire meglio la realtà di questo splendido paese. Ad esempio, con i nostri imprenditori finanziamo e organizziamo anche iniziative culturali, delle quali, in questo modo, si sentono parte integrante.
D- Sarebbe interessante conoscere alcuni progetti di investimenti cubani connessi con l’industria del turismo che sono in atto attraverso investitori italiani.
I nostri imprenditori che, come ho detto, possiedono piccole e medie imprese nel settore del turismo hanno operato finora principalmente nella fornitura di attrezzature e nella costruzione o ristrutturazione di edifici, piuttosto che come main contractor di grandi opere.
Proposte di sviluppo che sono state fatte per Cuba, oltre ad essere importanti di per sé, so che hanno suscitato interesse per la costruzione di consorzi che spero possano presto presentare offerte valide.
D – L’Ambasciata d’Italia a Cuba promuove varie attività che favoriscono la diffusione di entrambe le culture, potrebbe elencare le principali attività previste in questo campo?
Ogni anno ci sono grandi aspettative per quello che programmiamo nel campo della cultura; vale la pena ribadire, con il contributo insostituibile dei nostri imprenditori.
L’anno scorso, pochi giorni dopo il mio arrivo, abbiamo avuto un grande successo con il Concerto dedicato a Luciano Pavarotti e poi, a novembre, la Settimana della Cultura ha presentato uno speciale programma di grande ampiezza e di alto livello.
Il 2013 ci vedrà impegnati su più fronti: vi segnalo due importanti anniversari, il 200 anniversario della nascita di Giuseppe Verdi e i 90 anni dalla nascita di Italo Calvino, a cui dedicheremo particolare attenzione. In questo contesto, vorrei anche ricordare il lavoro quotidiano della “Dante Alighieri”, che, nella sua nuova sede, generosamente messa a disposizione dall’Historiador de La Habana, sta aumentando in modo significativo il numero di studenti di italiano.
D – Negli ultimi tempi c’è stato un significativo scambio reciproco di personalità della cultura e della scienza, si prevede di continuare questi contatti?
Non solo continueranno, ma abbiamo intenzione di aumentare le relazioni in ambito culturale, scientifico e universitario, cercando tra l’altro di rivitalizzare alcuni accordi tra università italiane e cubane, considerando l’eccellenza delle istituzioni cubane di ricerca, per esempio nel campo medico, farmaceutico e delle biotecnologie.
D – Vuole aggiungere altro?
Solo un grazie, in conclusione, a Cuba, sia al suo popolo che alle autorità, per il modo in cui siamo stati accolti, mia moglie ed io, e per la collaborazione efficace che ci viene assicurata per raggiungere il successo in ogni iniziativa.
21 aprile 2013 - Fuente
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