Padre Alex Zanotelli parla dei rifiuti tossici scaricati prima in Somalia durante il periodo del dittatore Barre ,poi in mare e in Campania,e del pericolo degli inceneritori.
Padre Alex Zanotelli - Disubbidienza civile
IL VANGELO DI PADRE ALEX
Una ventana abierta sobre Cuba para esponer las mentiras que circulan por el Web sobre este pais. El blog se centra en los estilos de vida del tercio milenio, contiene asuntos políticos y noticias principalmente de Italia, Europa, Cuba y América Latina, en todo caso tratando de exponer los engaños de la globalización y del neoliberalismo selvaje en cualquier parte del mundo se producen estos.
venerdì 30 settembre 2011
Alex Zanotelli: "Ci stanno uccidendo"
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Attivismo,
Problema rifiuti
Le balle del Ministro Gelmini fanno il giro del mondo a velocità superiore a quella della luce
Gaffe del Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini: tunnel di 732 KM per far viaggiare i neutrini!
Stavolta il Ministro dell'Istruzione Gelmini, prontamente rinominata Maria Stella Neutrini, l'ha sparata davvero grossa. Sul suo sito web, mentre si compiace della recente scoperta da parte del CERN di Ginevra sui neutrini che viaggiano più veloci della luce, parla di un fantomatico tunnel sotterraneo costruito tra la Svizzera e l'Abruzzo per eseguire l'esperimento.
Ovviamente, non esiste alcun tunnel tra Ginevra e il Gran Sasso. Perché la distanza tra il CERN e i Laboratori abbruzzesi è di oltre 730 chilometri! Addirittura, tanto che c'è, 'Beata Ignoranza' pensa bene di fare propaganda al governo, aggiungendo che l'Italia avrebbe contribuito al progetto con ben 45 milioni di euro!!!!!
Invece cos'è successo in realtà: dato che i neutrini oltrepassano la materia, sono stati effettivamente sparati da Ginevra in direzione del Gran Sasso, ma senza bisogno di alcun tunnel. Complimenti per la gaffe, signora Ministra!
Stavolta il Ministro dell'Istruzione Gelmini, prontamente rinominata Maria Stella Neutrini, l'ha sparata davvero grossa. Sul suo sito web, mentre si compiace della recente scoperta da parte del CERN di Ginevra sui neutrini che viaggiano più veloci della luce, parla di un fantomatico tunnel sotterraneo costruito tra la Svizzera e l'Abruzzo per eseguire l'esperimento.
Ovviamente, non esiste alcun tunnel tra Ginevra e il Gran Sasso. Perché la distanza tra il CERN e i Laboratori abbruzzesi è di oltre 730 chilometri! Addirittura, tanto che c'è, 'Beata Ignoranza' pensa bene di fare propaganda al governo, aggiungendo che l'Italia avrebbe contribuito al progetto con ben 45 milioni di euro!!!!!
Invece cos'è successo in realtà: dato che i neutrini oltrepassano la materia, sono stati effettivamente sparati da Ginevra in direzione del Gran Sasso, ma senza bisogno di alcun tunnel. Complimenti per la gaffe, signora Ministra!
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L'Italia di Berlusconi,
Maria Stella Gelmini
E' iniziata la svendita: prima si dividono le vesti dell'Italia, per poi farla fallire comunque
Premesso che un paese che non riesce a creare un lavoro dignitoso per tutti i propri cittadini è un Paese fallito in partenza, chiediamoci: non sarebbe meglio se l'Italia cedesse la propria sovranità ad un governo sovranazionale che possa governarla meglio?
Se hai risposto si a questa doimanda, sei favorevole ad un NUOVO ORDINE MONDIALE.
Ora però rifletti un po' più in profondità: sei proprio convinto che questa sia una soluzione positiva? Non credi che in questo modo da cittadino scontento ti trasformerai in schiavo?
Attenzione quindi, non corriamo il rischio di cadere dalla padella alla brace. Non è molto meglio che ci responsabilizziamo tutti, senza lasciare i nostri destini nelle mani del Tremonti di turno, ma impegnandoci direttamente nella politica del nostro Paese per migliorare le cose?
Perciò dobbiamo fare tutti un grande sforzo ora, perchè il momento è critico: dobbiamo esautorare, estinguere come dice Scalfaro, insomma mandare a casa questa gentaglia, la casta politica corrotta che ci ha governato finora e che è in procinto di svenderci l'Italia!
Il debito pubblico lo hanno deciso loro, i politici, in questi ultimi 30 anni, non i cittadini. E di questi politici conosciamo tutti i nomi e cognomi. Chi ha sbagliato paghi una quota di solidarietà, chi ha rubato restituisca il dovuto. E' immorale pagare un debito immorale e il nostro debito pubblico lo è. I cittadini non ne hanno colpa e anche se indirettamente hanno usufruito di minimi benefici, non è legittimo far pagare a loro il prezzo più alto. Paghiamo come sistema Paese quello che dobbiamo pagare, il giusto, ma poi il resto non si tocca, perchè è patrimonio di tutti gli italiani.
Usciamo dall'euro, chiudiamo la borsa, statalizziamo le banche, ritiriamoci dal G8, dalla NATO, dai giochi della finanza globale e torniamo ad un' onesta economia di sussistenza, finalizzata al pareggio di bilancio, il che è già molto meglio che essere indebitati fino la collo come ora. E francamente, coi tempi che corrono, per l'Italia questo sarebbe già molto, anzi direi quasi un miracolo.
Se hai risposto si a questa doimanda, sei favorevole ad un NUOVO ORDINE MONDIALE.
Ora però rifletti un po' più in profondità: sei proprio convinto che questa sia una soluzione positiva? Non credi che in questo modo da cittadino scontento ti trasformerai in schiavo?
Attenzione quindi, non corriamo il rischio di cadere dalla padella alla brace. Non è molto meglio che ci responsabilizziamo tutti, senza lasciare i nostri destini nelle mani del Tremonti di turno, ma impegnandoci direttamente nella politica del nostro Paese per migliorare le cose?
Perciò dobbiamo fare tutti un grande sforzo ora, perchè il momento è critico: dobbiamo esautorare, estinguere come dice Scalfaro, insomma mandare a casa questa gentaglia, la casta politica corrotta che ci ha governato finora e che è in procinto di svenderci l'Italia!
Il debito pubblico lo hanno deciso loro, i politici, in questi ultimi 30 anni, non i cittadini. E di questi politici conosciamo tutti i nomi e cognomi. Chi ha sbagliato paghi una quota di solidarietà, chi ha rubato restituisca il dovuto. E' immorale pagare un debito immorale e il nostro debito pubblico lo è. I cittadini non ne hanno colpa e anche se indirettamente hanno usufruito di minimi benefici, non è legittimo far pagare a loro il prezzo più alto. Paghiamo come sistema Paese quello che dobbiamo pagare, il giusto, ma poi il resto non si tocca, perchè è patrimonio di tutti gli italiani.
Usciamo dall'euro, chiudiamo la borsa, statalizziamo le banche, ritiriamoci dal G8, dalla NATO, dai giochi della finanza globale e torniamo ad un' onesta economia di sussistenza, finalizzata al pareggio di bilancio, il che è già molto meglio che essere indebitati fino la collo come ora. E francamente, coi tempi che corrono, per l'Italia questo sarebbe già molto, anzi direi quasi un miracolo.
giovedì 29 settembre 2011
Nuove sanzioni UE all'Italia per rifiuti campani
Italia nel pallone? Siamo davvero un Paese di merda, come ha detto il nostro premier? Se così, cerchiamo almeno di utilizzare al meglio ciò che abbiamo, cioè i rifiuti e la merda! |
Mentre il governo tedesco lotta strenuamente per difendere l'Europa, l'Italia che fa?
Il potere pensa solo a legittimare se stesso e a perpetrare cure, ormai solo palliative, contro il 'cancro' del Berlusconismo.
Ma la 'chemioterapia' della casta non sta funzionando e il tempo per effettuare un'operazione chirurgica risolutiva prima della metastasi, si è pericolosamente assottigliato.
Nel frattempo sono in arrivo nuove (e giuste) sanzioni dell'Europa per non aver ancora risolto il problema rifiuti in Campania! Continuiamo pure così!
Un'invasione di campo - Ecco, con una metafora calcistica, ciò che sta avvenendo in Italia: mentre Berlusconi gioca in difesa per difendere la sua porta, il governo non si accorge che intanto il campo-Italia sta per essere invaso da tifosi inferociti.
L'Italia ha bisogno di un' iniezione di fiducia - Il popolo italiano ha estremamente bisogno di una dose da cavallo di fiducia, di visione in prospettiva, di emettere un urlo corale, gioioso e liberatorio che ormai il calcio da solo non gli sa più dare, come sta facendo la gente a Parma, riunitasi festante davanti al Comune dopo le dimissioni del sindaco Vignali.
L'Italia puo' ancora farcela a ripartire ma solo se la politica saprà mettere in primo piano la questione morale, ovvero valori ideali come equità, socialità, condivisione, lavoro, giustizia sociale, che sono sostanzialmente i valori storici della sinistra.
Ma soprattutto il nostro Paese potrà fare tutto questo solo togliendo di mezzo Berlusconi e il Berlusconismo, chiudendo questa parentesi poco dignitosa della nostra storia e aprendo un capitolo del tutto nuovo, finalmente.
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Sanzioni UE
La dolce vita dei Tarantini nella Bari da bere. Poverini!
Bari, 1 settembre 2011 - Le immagini del party esclusivo che Gianpi Tarantini organizzò in un locale di Bari per festeggiare i 30 anni della moglie, Angela Devenuto, finita anche lei in carcere a Napoli. Erano i tempi d'oro dell'imprenditore, prima dello scandalo delle protesi che travolse la Sanità pugliese e di quello delle escort a Palazzo Grazioli che gli è costato l'arresto con l'accusa di estorsione ai danni di Berlusconi.
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mercoledì 28 settembre 2011
Argentina, misteriosa 'palla di fuoco' dal cielo
Misteriosa esplosione: un morto e otto feriti.
Buenos Aires, 26 settembre 2011 - Misteriosa esplosione a Monte Grande, alla periferia di Buenos Aires. Alcuni testimoni hanno riferito di aver visto cadere dal cielo una "palla di fuoco". Nell'impatto una donna è morta e altre otto persone sono rimaste ferite. Lo scoppio ha distrutto alcune case e tre automobili. In attesa di una perizia scientifica sull'accaduto non si esclude nessuna ipotesi, anche che si sia trattato di un meteorite o di un frammento.
"Ho visto qualcosa cadere dal cielo la luce", ha detto una donna al quotidiano Nacion. “E' stato come una bomba”, ha aggiunto un’altra. Il capo del Planetario astronomico di Buenos Aires, Mariano Ribas, ritiene che non si debba escludere la possibilità che l’esplosione sia legata alla caduta di un meteorite o di un satellite in disuso: un pezzo di meteorite delle dimensioni di un pallone o di un televisore può provocare questo tipo di danni. Il mistero tuttavia rimane, anche perché in Argentina non ci sono predenti di abitazioni distrutte da un meteorite.
Fuente: tgcom
C5N - EXPLOSION Y MISTERIO EN MONTE GRANDE [FERNANDO GRAY]
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Segni dell'apocalisse
martedì 27 settembre 2011
Decreto legge scandalo del governo impone ai blog l'obbligo di rettifica, come per le grandi testate giornalistiche
PIU' UNO E' LIBERO, PIU' DICE LA VERITA'. E' QUELLO CHE FANNO I BLOG, NON AVENDO ALCUN INTERESSE A MENTIRE . E' IL MOTIVO PER CUI QUESTO GOVERNO COMPRATO CI ODIA E CI VORREBBE AMMUTOLIRE PERCHE' DICIAMO LA VERITA' !
NOI SIAMO LA DIMOSTRAZIONE VIVENTE CHE ALLA LUNGA FERISCE PIU' LA LINGUA DELLA SPADA, SPECIE QUANDO LA PRIMA VIENE USATA NEL MODO GIUSTO, CIOE' AL SERVIZIO DELLA VERITA'.
Attenzione ai lupi travestiti da agnelli in tv. E' tutta gente, questa dei politici del Pdl, che davanti alla telecamera fa la faccia mite, usa parole apparentemente sensate, moderate...E poi al dunque, se li vai a vedere da vicino in Parlamento dove sono chiamati a fare i conti unicamente con la propria coscienza e dove decidono le sorti della democrazia di un intero Paese, li scorgi votare sempre, tutti uniti, leggi che definire scandalose è dir poco; lo fanno in sordina ma senza indugi, le sfornano ormai in automatico, già precompliate; leggi che fanno letteralmente rabbrividire, come quella recente che equipara i blog alle testate giornalistiche, imponendo ai primi l'obbligo di rettifica e col rischio di multe fino a 12.000 euro. E' l'ennesimo tentativo messo a segno da questo governo, ormai senza vergogna, di censurare i contenuti della rete Internet, di affossarne il libero pensiero ivi circolante, di stroncare sul nascere l'impegno politico dei giovani che da lì emerge e si organizza in maniera sempre più forte e consapevole.
Ecco alcuni di coloro che hanno contribuito al declino economico e morale dell'Italia di oggi e che continuano imperterriti a votare questo tipo di leggi antidemocratiche e fasciste:
E' la prima volta che succede nella storia della Repubblica italiana di avere al governo una classe politica di questa risma, avida, vanagloriosa e assetata di potere, che ha dimenticato il senso di rispetto della Costituzione sulla quale ha giurato - e già questo di per sè la dovrebbe rendere servitrice oltre che delle leggi, anche indirettamente del bene supremo del popolo italiano - ma anzi irridendo il senso di responsabilità che dovrebbe nutrire nei confronti dei cittadini che l'ha malauguratamente votata. Questi vacui individui stanno affossando il Paese invece di promuoverne lo sviluppo morale, intellettuale ed economico. E tutto questo per egoismo, per rimanere attaccati agli scranni del Parlamento come cozze fino al 2013, anno di fine legislatura in cui matureranno i loro vitalizi d'oro, quelli di ben 343 deputati e 174 senatori della coalizione di centro-destra (PdL-LN-Mpa).
Ma quello che non hanno previsto questi signori è il fallimento dello Stato italiano, il che significa che in futuro potrebbe non esistere più un' INPS che eroga le pensioni, non esistere più il reddito da lavoro perchè più nessuno avrà un lavoro regolare, nè pagherà contributi obbligatori e forse non ci sarà più neanche il denaro.
Senza contare la possibilità che nel 2012 possa verificarsi una ripartenza da zero della civiltà umana a causa del tanto temuto 'polar shift' e/o da sconvolgimenti climatici planetari (già oggi assistiamo ad un pericoloso indebolimento del campo magnetico terrestre, il che implica un aumentato rischio di essere investiti da tempeste solari o peggio da meteoriti o frammenti di questi).
A fronte di queste tragiche eventualità l'azzeramento del debito sarà l'ultimo dei nostri problemi e la parola 'reset' globalizzato potrebbe essere l'unica a descrivere la situazione, quella di un riavvio della civiltà umana e del diabolico sistema politico-economico in cui viviamo. Una cruda realtà o un fantastico sogno i cui confini già intuiamo ma che ancora non siamo in grado di definire.
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2012,
Censura Internet,
L'Italia di Berlusconi
Prossima manovra finanziaria: pensioni e/o prezzo carburanti..?
Cos'altro c'è rimasto da spolpare? Ma se il governo tocca anche le pensioni salta tutto!
Gli accordi sulle pensioni che lo Stato ha stipulato in passato con i cittadini italiani vanno rispettati! Perchè, se gli impegni del passato non contano più, allora i cittadini hanno tutto il diritto di ribellerarsi, per esempio, anche al pagamento di assurde accise sui carburanti, come quella relativa alla guerra d'Etiopia del 1935!
A proposito, vediamole tutte queste accise che determinano il salatissimo prezzo finale della benzina:
1935: finanziamento della guerra di Etiopia;
1956: finanziamento della crisi di Suez;
1963: finanziamento del disastro del Vajont;
1966: finanziamento dell'alluvione di Firenze;
1968: finanziamento del terremoto del Belice;
1976: finanziamento del terremoto del Friuli;
1980: finanziamento del terremoto dell'Irpinia;
1983: finanziamento della guerra del Libano;
1996: finanziamento della missione in Bosnia;
2004: rinnovo del contratto di lavoro degli autoferrotranvieri.
E l'elenco non è aggiornato.
Ed ecco sotto una mappa che mostra come i voti leghisti provengano sostanzialmente dai pensionati.
Mappa a sinistra: percentuale voti lega sul totale dalla coalizione CDL (Casa Delle Libertà). Mappa a destra: percentuale pensioni di anzianità (età inferiore a età vecchiaia) sul totale pensioni. |
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Manovra finanziaria 2011,
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Prezzo carburanti,
Stato italiano fallito
lunedì 26 settembre 2011
5 minuti al giorno possono bastare per migliorare la tua vita
Buongiorno! Questa piccola istruzione è molto preziosa... non sottovalutatela. Se ogni mattina le dedicherete 5 minuti, vi dò tempo... una settimana.. due? e vedrete i risultati. Se poi questo semplice esercizio, preceduto dalle semplici operazioni descritte, diventerà una vostra abitudine, vedrete quanto vi sentirete meglio in tutti i sensi.
Sono riconoscente per averla ricevuta, e per sdebitarmi ho pensato di tirarne i fili e confezionarlanel modo più comprensibile possibile, cercando di chiarirne anche le "ragioni", per offrirla a chiunque vorrà condividerla.
Qui trovate alcune notizie su Donna Eden, la tipa che vi mostra la "routine energetica":
http://en.wikipedia.org/wiki/Donna_Eden
Se volete sapere qualcosa di più sulla "medicina energetica", le trovate qui:
http://en.wikipedia.org/wiki/Energy_medicine
http://en.wikipedia.org/wiki/Acupuncture
-----------------------------------------------
Commenti:
Grazie a chi ha provveduto alla realizzazione di questo video, io studio medicina cinese e faccio tutte le mattine questi piccoli brevi esercizi e funzionano nel corpo, nella mente e nell'anima! (giusguag)
Sono riconoscente per averla ricevuta, e per sdebitarmi ho pensato di tirarne i fili e confezionarlanel modo più comprensibile possibile, cercando di chiarirne anche le "ragioni", per offrirla a chiunque vorrà condividerla.
Qui trovate alcune notizie su Donna Eden, la tipa che vi mostra la "routine energetica":
http://en.wikipedia.org/wiki/Donna_Eden
Se volete sapere qualcosa di più sulla "medicina energetica", le trovate qui:
http://en.wikipedia.org/wiki/Energy_medicine
http://en.wikipedia.org/wiki/Acupuncture
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Grazie a chi ha provveduto alla realizzazione di questo video, io studio medicina cinese e faccio tutte le mattine questi piccoli brevi esercizi e funzionano nel corpo, nella mente e nell'anima! (giusguag)
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Medicina energetica
domenica 25 settembre 2011
NEW YORK, PROTESTE CONTRO WALL STREET: 80 ARRESTI
25 SET 2011
(AGI) - New York, 25 set. - La polizia newyorkese ha arrestato circa 80 persone che protestavano contro il sistema finanziario americano. Le proteste, organizzate dal sito occupywallst.org contro un modello economico che approfondisce le diseguaglianze tra ricchi e poveri, sono cominciate il 17 settembre scorso e hanno avuto ieri come punto di concentramento Union Square, dove, a dire della polizia, i dimostranti hanno cercato di bloccare il traffico e resistere alle forze dell'ordine.
PEACEFUL FEMALE PROTESTORS PENNED IN THE STREET AND MACED!- #OccupyWallStreet
While on a peaceful march near Union Square in downtown Manhattan, multiple female protestors were penned up in the street by orange mesh baricade, then maliciously maced.
The women were peaceful and unarmed. They were secured by barricade with an overwhelming police presence. And they were then sprayed directly in the face with pressurized mace...
WeAreTheOther99 continues to peacefully occupy Lower Manhattan to begin a dialogue with the Top 1% with the goal of a peaceful transition of power back to the People.
This can no longer be stopped. But be advised, this will not be televised...
https://occupywallst.org/
Occupy Wall Street Police Abuse
Sign The Petition:
https://wwws.whitehouse.gov/petitions/%21/petition/recognize-men-and-women-who-are-occupying-wall-street/tX0ZX8Z7
(AGI) - New York, 25 set. - La polizia newyorkese ha arrestato circa 80 persone che protestavano contro il sistema finanziario americano. Le proteste, organizzate dal sito occupywallst.org contro un modello economico che approfondisce le diseguaglianze tra ricchi e poveri, sono cominciate il 17 settembre scorso e hanno avuto ieri come punto di concentramento Union Square, dove, a dire della polizia, i dimostranti hanno cercato di bloccare il traffico e resistere alle forze dell'ordine.
PEACEFUL FEMALE PROTESTORS PENNED IN THE STREET AND MACED!- #OccupyWallStreet
While on a peaceful march near Union Square in downtown Manhattan, multiple female protestors were penned up in the street by orange mesh baricade, then maliciously maced.
The women were peaceful and unarmed. They were secured by barricade with an overwhelming police presence. And they were then sprayed directly in the face with pressurized mace...
WeAreTheOther99 continues to peacefully occupy Lower Manhattan to begin a dialogue with the Top 1% with the goal of a peaceful transition of power back to the People.
This can no longer be stopped. But be advised, this will not be televised...
https://occupywallst.org/
Occupy Wall Street Police Abuse
Sign The Petition:
https://wwws.whitehouse.gov/petitions/%21/petition/recognize-men-and-women-who-are-occupying-wall-street/tX0ZX8Z7
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venerdì 23 settembre 2011
Come previsto: ora anche Cicciolina ha la pensione da parlamentare…
di Mario Giordano
19 Settembre, 2011 - Come previsto: Cicciolina ce l’ha fatta, prenderà la pensione da parlamentare. Il 26 novembre, al compimento del 60esimo anno di età, Ilona Staller incasserà i 3108 euro lordi di vitalizio per i suoi 5 anni passati alla Camera (1987-1992). C’è da scandalizzarsi? Un po’ sì. Intanto perché Cicciolina va in pensione solo come parlamentare mentre continua a lavorare come pornostar: i suoi sexy show, in effetti vanno avanti (e allora viene da chiedersi che senso abbia quel vitalizio…). E poi perché, comunque sia, resta uno scandalo il fatto che un parlamentare maturi il diritto al vitalizio per aver “lavorato” (si fa per dire) 5 anni mentre ai normali cittadini ormai non bastano nemmeno 35 anni di contributi. Ma, se non altro, va detto che la sexy Ilona, santa patrona dei pitoni, almeno quei 5 anni alla Camera se li è fatti tutti. E poi ha aspettato fino ai 60 anni per incassare l’assegno. Se la sua pensione indigna (e indigna), che dire allora di ex parlamentari che prendono la pensione avendo fatto un solo giorno in Parlamento (come l’avvocato Luca Boneschi) o che hanno cominciato a ricevere il vitalizio a 49 anni, come l’ex ministro Alfonso Pecoraro (8836 euro al mese)? Con tutto il rispetto: sono assai più scandalosi loro della pur sempre scandalosa Cicciolina…
Fonte
19 Settembre, 2011 - Come previsto: Cicciolina ce l’ha fatta, prenderà la pensione da parlamentare. Il 26 novembre, al compimento del 60esimo anno di età, Ilona Staller incasserà i 3108 euro lordi di vitalizio per i suoi 5 anni passati alla Camera (1987-1992). C’è da scandalizzarsi? Un po’ sì. Intanto perché Cicciolina va in pensione solo come parlamentare mentre continua a lavorare come pornostar: i suoi sexy show, in effetti vanno avanti (e allora viene da chiedersi che senso abbia quel vitalizio…). E poi perché, comunque sia, resta uno scandalo il fatto che un parlamentare maturi il diritto al vitalizio per aver “lavorato” (si fa per dire) 5 anni mentre ai normali cittadini ormai non bastano nemmeno 35 anni di contributi. Ma, se non altro, va detto che la sexy Ilona, santa patrona dei pitoni, almeno quei 5 anni alla Camera se li è fatti tutti. E poi ha aspettato fino ai 60 anni per incassare l’assegno. Se la sua pensione indigna (e indigna), che dire allora di ex parlamentari che prendono la pensione avendo fatto un solo giorno in Parlamento (come l’avvocato Luca Boneschi) o che hanno cominciato a ricevere il vitalizio a 49 anni, come l’ex ministro Alfonso Pecoraro (8836 euro al mese)? Con tutto il rispetto: sono assai più scandalosi loro della pur sempre scandalosa Cicciolina…
Fonte
giovedì 22 settembre 2011
E se il satellite ci cade in testa?
Alcuni componenti del vecchio satellite della Nasa che dovrebbe rientrare nell'atmosfera terrestre domani, potrebbero finire sull'Italia. Grande come un autobus, Uars (Upper Atmosphere Research Satellite) pesa sei tonnellate. L'evento ripropone il tema della cosiddetta "spazzatura spaziale". Ne parliamo con Piero Bianucci. In studio Dario Corradino.
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Astronomia,
Nasa,
Rifiuti spaziali
Vendola sul salvataggio di Milanese: "l'Italia pagherà molto cara ogni ora in più di questo governo".
"Pffffui...stavolta m'è andata bene!". Dev'essere quello che ha pensato oggi l'On. Marco Milanese subito dopo il voto del Parlamento che lo ha salvato dall'arresto per soli 7 voti. |
Una Camera dei Deputati blindata, per metà ostaggio della casta, salva l'On. Milanese, difendendo così di fatto la corruzione di Stato e prolungando l'agonia di un governo Berlusconi ormai inutile e dannoso per il Paese.
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L'Italia di Berlusconi,
La Casta
mercoledì 21 settembre 2011
Lampedusa A Fuoco il CIE
LAMPEDUSA, 20 settembe 2011 -- Le telecamere di LiberaEspressione -- Il centro di accoglienza è stato incendiato da un gruppo di immigrati tunisini ospiti della struttura di Contrada Imbriacola.
I migranti tunisini hanno invaso le strade dell'isola.
I Lampedusani si sentono indifesi e scoraggiati di fronte a quanto è accaduto visto che non è la prima volta.
I migranti lamentano condizioni non idonee all'interno del CIE e protestano perché vogliono essere trasferiti da Lampedusa ma non vogliono essere rimpatriati come, invece, prevede l'accordo firmato di recente tra la Tunisia e l'Italia.
La situazione a Lampedusa è scoraggiante vista l'impotenza delle autorità competenti di garantire una certa sicurezza al popolo Lampedusano, nonostante l'isola sia colma di polizia carabinieri e esercito.
Lampedusa, violenti scontri tra polizia e tunisini
Ancora caos nell'isola di Lampedusa, dopo l'incendio doloso che ieri ha distrutto il Centro di prima accoglienza. La protesta di alcune centinaia di tunisini che si stava svolgendo nei pressi del porto vecchio di Lampedusa, a due passi da una pompa di benzina è degenerata dando vita a una guerriglia urbana. Secondo le prime informazioni alcuni migranti si sono impossessati di tre bombole di gas all'interno del vicino ristorante "Delfino blu" minacciando di farle esplodere. A questo punto le forze dell'ordine, in assetto anti sommossa, hanno caricato i manifestanti. Molti di loro si sono gettati da un muro per fuggire alle cariche. Gli scontri hanno coinvolto anche alcuni abitanti dell'isola, che hanno dato vita a una fitta sassaiola nei confronti degli immigrati, che hanno risposto lanciando a loro volta pietre e suppellettili.
Ma si registrano disordini anche in altre zone dell'isola, dove si respira un clima di "caccia all'uomo" che sta coinvolgendo anche gli abitanti.
Altri scontri tra tunisini e forze dell'ordine sono avvenuti all'interno del Centro di prima accoglienza dove si trovano ancora un centinaio di immigrati. Gli extracomunitari avrebbero lanciato sassi e altro materiale contro gli agenti che presidiano la struttura.
Nel clima di tensione, si sono registrate aggressioni anche ad alcuni giornalisti, tra cui anche l'inviato di SkyTG24 Fulvio Viviano e il suo operatore Davide Di Stefano. "Ve ne dovete andare" hanno urlato contro i giornalisti alcuni lampedusani.
Nella notte ci sono stati i primi trasferimenti di migranti da Lampedusa con l'imbarco di circa 200 tunisini su due aerei militari. Gli extracomunitari rimasti sull'isola, oltre un migliaio, hanno trascorso la notte all'addiaccio all'interno dello stadio comunale.
Fonte: tg24.sky.it
I migranti tunisini hanno invaso le strade dell'isola.
I Lampedusani si sentono indifesi e scoraggiati di fronte a quanto è accaduto visto che non è la prima volta.
I migranti lamentano condizioni non idonee all'interno del CIE e protestano perché vogliono essere trasferiti da Lampedusa ma non vogliono essere rimpatriati come, invece, prevede l'accordo firmato di recente tra la Tunisia e l'Italia.
La situazione a Lampedusa è scoraggiante vista l'impotenza delle autorità competenti di garantire una certa sicurezza al popolo Lampedusano, nonostante l'isola sia colma di polizia carabinieri e esercito.
Lampedusa, violenti scontri tra polizia e tunisini
21 settembre, 2011 - Dopo gli incidenti di ieri ancora caos sull’isola. Le forze dell’ordine caricano gli immigrati che poco prima avevano minacciato di fare scoppiare delle bombole a gas. Intanto gli abitanti lanciano pietre. Il sindaco: “La situazione è tragica”.
Ma si registrano disordini anche in altre zone dell'isola, dove si respira un clima di "caccia all'uomo" che sta coinvolgendo anche gli abitanti.
Altri scontri tra tunisini e forze dell'ordine sono avvenuti all'interno del Centro di prima accoglienza dove si trovano ancora un centinaio di immigrati. Gli extracomunitari avrebbero lanciato sassi e altro materiale contro gli agenti che presidiano la struttura.
Nel clima di tensione, si sono registrate aggressioni anche ad alcuni giornalisti, tra cui anche l'inviato di SkyTG24 Fulvio Viviano e il suo operatore Davide Di Stefano. "Ve ne dovete andare" hanno urlato contro i giornalisti alcuni lampedusani.
Nella notte ci sono stati i primi trasferimenti di migranti da Lampedusa con l'imbarco di circa 200 tunisini su due aerei militari. Gli extracomunitari rimasti sull'isola, oltre un migliaio, hanno trascorso la notte all'addiaccio all'interno dello stadio comunale.
Fonte: tg24.sky.it
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martedì 20 settembre 2011
TAV, un treno costoso che non effettua fermate locali
La viaggiatrice delle libertà, l'On. Nunzia De Girolamo. |
Il TAV sarà un treno per ricchi uomini d'affari che non hanno tempo da perdere, che non effettuerà fermate locali e non sarà utilizzabile dai pendolari (quindi, cara On. Nunzia De Girolamo, neanche da quelli del Sud!) Ahimè, quanta beata ignoranza e arroganza abbiamo al potere oggi!
E' logico. La velocità è funzionale alla riduzione dei tempi di percorrenza, quindi qualsiasi fermata locale verrà vista come una palla al piede. Se il TAV vorrà fare concorrenza all'aereo dovrà avere, oltre ad un costo del biglietto inferiore, anche tempi di percorrenza non molto dissimili. E l'aereo non fa certo molte fermate intermedie! Insomma, chi prenderà il TAV lo farà, per esempio, per andare da Parigi a Mosca in 2 ore, come se prendesse l'aereo ma ad un costo inferiore; non sarà certo quindi un treno democratico utile a risolvere i problemi di mobilità delle popolazioni locali.
sabato 17 settembre 2011
POLONIA, VENTI DI PROTESTA SULL'ECOFIN
17/09/2011 - 30 mila manifestanti in piazza a Wroclaw, dove si svolge il vertice economico dei ministri delle finanze europei, per protestare contro le misure di austerità adottate dai governi.
servizio di Francesca Roversi
Fonte: tg.La7.it
servizio di Francesca Roversi
Fonte: tg.La7.it
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LA CINA INIZIA IL CAMBIAMENTO NELLA GEOPOLITICA INTERNAZIONALE
di Alberto Cruz
Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA
La crisi finanziaria sta mettendo in questione l’ “ordine” mondiale esistente. La debolezza degli Stati Uniti, il declino del suo potere-duro, cioè militare, e blando, cioè, diplomatico- viene sfruttato dalla Cina per iniziare un cambiamento nella geopolitica internazionale. Anche se non si può ancora dire, che la Cina sta occupando il posto che un tempo era dell’Unione Sovietica come superpotenza, si può affermare senza il minimo margine di dubbio che la Cina ha deciso di dare un pugno sul tavolo e giocare un ruolo più energico, di primo piano nella politica internazionale.
La Cina non ha ancora previsto di realizzare un gesto di simile portata fino al 2027 (1), data per la quale prevede che avrà raggiunto la parità strategica in tutti gli aspetti (politici, economici e militari) con gli USA. Per questo, è stata prudente nel tessere una rete d’influenza in tutto il mondo -Africa, Asia, America Latina- attraverso quello che gli accademici cinesi definiscono “il consiglio di Beijing” e che non è altro che la messa in pratica di un modello politico e diplomatico che preferisce sviluppare il “potere blando”- diplomazia, non ingerenza e multipolarità- in contrapposizione al modello tradizionale statunitense di interventi militari, unipolarismo e interferenza politica.
Tuttavia, l’arroganza statunitense nel realizzare una significativa vendita di armi a Taiwan (6.400 milioni di dollari in armi moderne) e ricevere nella Casa Bianca il Dalai Lama ha colmato la pazienza cinese e niente sarà uguale a prima. Non bisogna perdere di vista neanche il conflitto con Google (che ha ricevuto il sostegno espresso dall’Amministrazione di Obama nella sua denuncia sulla “censura” cinese) come esponente di chi mantiene da tempo una serie di aziende multinazionali statunitensi tecnologiche che è accusata di “infiltrare e sovvertire” il paese. Restano nel dimenticatoio le prime dichiarazioni dei primi incarichi statunitensi all’inizio del mandato di Obama, come la stessa segretaria di Stato, Hillary Clinton, che è arrivata a dire che la “Cina e gli USA sono sulla stessa barca” o il segretario del tesoro, Timothy Geithner, quando ha scommesso su un “un G-2” (Cina-USA) che guidasse l’economia mondiale”.
Il EPL dietro l’indurimento cinese
Siamo di fronte ad un nuovo Grande Salto in Avanti, questa volta per quanto riguarda la geopolitica internazionale che cambierà le regole del gioco a medio e lungo termine. Come ha detto Yang Li, generale dell’Esercito Popolare di Liberazione e membro dell’Università Nazionale della Difesa, “La Cina è stata spinta all’avanguardia dalla scena mondiale per la forza delle circostanze e una volta lì è meglio prendere l’iniziativa perché quando si affrontano sfide e provocazioni, la Cina deve mostrare la sua bandiera e picchiare forte (2)” Specialmente, in Asia, il “cortile posteriore” cinese per eccellenza.
Non è il primo che si pronuncia in questo modo. Un altro militare, il colonnello Dai Xu crede che gli USA faranno tutto il possibile per scatenare una guerra nel giro di 10-20 anni nella zona asiatica - o in aree d’influenza cinese- come l’Iran, per impedire che la Cina raggiunga la parità strategica con loro e, quindi, devono essere preparati per questa eventualità.
XU è arrivato a scrivere un libro, pubblicato dalle Forze Aeree, nel quale propone di rispondere agli USA con le loro stesse armi: “Se gli USA possono accendere un fuoco nel nostro cortile posteriore, noi possiamo fare lo stesso nel loro” (3). Questa potrebbe non essere altro che un’altra opinione se non fosse che Dai Xu è analista militare delle Nazioni Unite ed esperto nella presenza cinese in operazioni della ONU.
Il fatto che siano stati militari rispettati quelli che hanno alzato la voce non è casuale. L’Esercito Popolare di Liberazione è specialmente infastidito per la vendita di armi statunitensi a Taiwan e sta facendo pressione sul governo affinchè aumenti la spesa della difesa e ingrandisca il dispiegamento delle forze militari, specialmente nei sottomarini contando sulla possibilità -e qui gioca un ruolo importante il protagonismo cinese nella nuova geopolitica internazionale- di contare su una o più basi navali fuori dal territorio cinese. E, inoltre, l’ EPL non ha dimenticato che durante la guerra contro la Iugoslavia, gli USA hanno bombardato l’ambasciata cinese a Belgrado, un affronto a cui allora non reagì perché la Cina “non poteva ricambiare il colpo”, come un altro generale riconosce, ormai ritirato, Xiong Guangkai, ex capo dell’intelligence militare, “ma adesso invece si” (4).
Queste opinioni di importanti rappresentanti dell’Esercito cinese sono state interpretate dagli USA in modo sbagliato, considerato che tali opinioni, essendo per la loro maggior parte provenienti da militari ritirati non rappresenterebbero più l’opinione maggioritaria dell’ELP. Al contrario, l’esercito cinese è consapevole del disagio che causa nella popolazione l’andamento economico e l’ eccessiva indulgenza con capitale straniero, quindi bisogna "cambiare la rotta" adottando un discorso più nazionalista mentre si rende più visibile il potere militare ed economico dei militari. Bisogna ricordare che tutti gli articoli pubblicati su questioni militari, scritti da personale militare, hanno l’approvazione del Comitato militare del Burò Politico del Partito comunista cinese, quindi non siamo di fronte opinioni senza fondamento.
In questo senso, è significativo che l’unica misura immediata adottata dal governo cinese in base all’annuncio della vendita di armi statunitensi a Taiwan sia stata la cancellazione “sine die” della visita del Capo massimo dello Stato Maggiore dell’ELP, ChenNingde, che avrebbe fatto negli USA. Altre minacce, come l’imposizione di sanzioni alle aziende implicate in questa vendita di armi, come Boeing, non sono ancora concretizzate.
Il primo fronte: La Corea del Nord
I politici sembrano aver capito il malessere militare, dato che l’Esercito è il responsabile della protezione delle linee di fornitura di energia e dell’entrata di materie prime che assicura alla Cina di continuare a crescere mentre il resto del pianeta è in recessione a causa della crisi economica. Per questo hanno iniziato una politica per indurire la loro posizione di fronte alle relazioni internazionali e lo hanno fatto dove più fa male agli USA: in Corea del Nord e Iran.
La Cina ha approvato da poco un aiuto economico importante alla Corea del Nord allo stesso tempo dalla fine di gennaio ha smesso di far pressione sui coreani affinchè tornino al tavolo delle negoziazioni sulla denuclearizzazione. Questo argomento è scomparso, senza ulteriori precisazioni, dal discorso ufficiale cinese e per due mesi non si è parlato della necessità di riunire i colloqui famoso tavolo per discutere la questione. Quindi, la Corea del Nord non è più obbligata a fare “concessioni sostanziali”, così come lo ha fatto con l’accordo, non compiuto nella sua totalità dal restante dei firmatari, che lo portò a far saltare in aria la torre principale del reattore nucleare di Yongbyong a luglio del 2008.
Allo stesso tempo, la Cina ha annunciato che il presidente nord coreano, Kim Yong, visiterà Beijing quest’anno e che i rapporti tra i due paesi “incrementeranno i loro vincoli di amicizia ed aumenteranno il livello dei loro rapporti”. Questo di fatto si è già tradotto nel fatto che la Corea del Nord ha appena approvato la concessione d’ uso per 50 anni di due isole alle grandi aziende cinesi perché trasferiscano lì parte della loro produzione manifatturiera (5). E a quanto si dice in Corea del Sud- commentato dall’ambasciatore di questo paese a Washington – l’accordo implica l’intenzione della Cina di investire 10.000 milioni di dollari nell’economia della Corea del Nord. Questo accordo, secondo l’agenzia Yonhap, sarebbe già stato siglato durante un viaggio a Pyongyang (capitale della Corea del Nord) da parte del massimo responsabile dell’area internazionale del PCCh (6), il primo di un dignitario cinese di questo rango da dicembre del 2008.
La Cina ha deciso di riscattare dal collasso economico la Corea del Nord e di lasciare senza effetto le pressioni degli USA sui nordcoreani sulle questioni nucleari. La Cina rinforza così il ruolo della Corea del Nord nella zona, convertendo questo paese in un suo alleato strategico e serve da contro peso al ruolo del Giappone e della Corea del Sud, tradizionali alleati degli USA in quest’area geografica.
Il secondo fronte: l’Iran
Ma è nell’Iran dove la Cina ha molto altro da dire. La prima settimana di questo mese di marzo, la Cina ha reso pubblico il suo rifiuto alla politica di sanzioni contro l’Iran, che a portato gli USA a dover ritirare dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU un progetto di risoluzione durissimo nel quale, praticamente, dichiarava guerra al paese persiano. Il giornale The Wall Street Journal (7) si faceva eco della posizione cinese in un duro editoriale nel quale praticamente accusava i cinesi di stimolare il programma nucleare iraniano. Quello che era successo è che i cinesi si erano completamente rifiutati di accettare le sanzioni stabilite dagli USA e dei suoi soci europei (Francia, Gran Bretagna e Germania) che cercavano di fare approvare dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU e che, in sintesi, chiudevano in modo effettivo lo spazio aereo internazionale e le acque internazionali allo stato iraniano aumentando l’isolamento dell’Iran a livelli mai visti in precedenza. L’intenzione era di impedire che, in caso di attacco USA-Israele a Iran questo paese non potesse chiudere lo stretto di Ormuz, come aveva già fatto, senza mezzi, durante i primi anni della guerra conto l’Iraq durante gli anni 1980-1990. Allora i mezzi iraniani erano praticamente inesistenti, mentre adesso ha un esercito ben preparato e potente.
La Cina ha guadagnato tempo per l’Iran, dato che la pretesa euro-statunitense era che le sanzioni fossero approvate ad aprile. Adesso bisogna riscrivere un’altra proposta, e quindi non è probabile che ritorni al Consiglio di Sicurezza prima dell’estate. Ma l’atteggiamento cinese non è stato soltanto per infastidire gli USA o far vedere che è in atto, in modo deciso, una nuova geopolitica internazionale ma che sente che l’ossessione contro l’Iran nasconde una strategia di molestie dei suoi interessi nazionali.
La Cina è, in questo momento, il principale socio dell’Iran. Ha saputo occupare senza fretta, ma senza sosta, il vuoto lasciato dai paesi occidentali che hanno abbandonato il paese e che hanno seguito la politica delle sanzioni imposte dagli USA. Di fatto, nel 2009 la Cina si è convertita in modo ufficiale, nel primo socio commerciale dell’Iran con un commercio bilaterale di 21.200 milioni di dollari, praticamente duplicando il volume commerciale di tre anni prima. Uno dei settori dove la presenza cinese è maggiore è quello energetico- petrolifero. Anche se la Cina compra solo l’11.4% del petrolio di cui ha bisogno- dietro l’Angola e l’Arabia Saudita, per esempio- l’investimento nei contratti di petrolio e di gas aumenta sostanzialmente attraverso la Corporazione Nazionale Della Cina di Petrolio, l’azienda più grande della Cina, e la sua filiale la PetroChina, fino alla cifra di 9000 milioni di dollari (circa 7000 milioni di euro). I cinesi sono presenti nel Juzestan, sudovest del paese, e in South Pars, nel Golfo, qui sostituendo la francese Total. E per quest’anno 2010 le compagnie cinesi hanno investito in una serie di progetti importanti come la costruzione di un’autostrada tra Teheran ed il Mar Caspio attraverso le montagne di Alborz.
Non sono, sicuramente, cifre così rilevanti come quelle che riguardano il commercio bilaterale con gli Stati Uniti (si veda l’articolo di Martin Hart-Landsberg in questo stesso aggiornamento CEPR) stimatr, grosso modo, in più di 400.000 milioni di dollari, ma suppongono una tendenza in crescita ed un appetitoso mercato per ottenere l’obiettivo della parità strategica che i cinesi si sono prefissati per il 2027. La Cina non voterà nessun nuovo round di sanzioni se non si lascia il margine dei suoi stessi interessi nazionali in Iran, dato che queste sanzioni, così come erano state presentate per essere approvate ad aprile, celavano una “sanzione nascosta” contro i cinesi.
La Cina non ha esercitato il diritto di veto dell’ONU quando l’argomento riguardava i suoi interessi nazionali. In totale, è stato solo in sei occasioni che ha usato il veto, l’ultima 3 anni fa per quanto riguardava Myammar. Completamente diverso l’atteggiamento degli USA nell’alto organismo dell’ONU. Non è neanche probabile che lo usi riguardo all’Iran, ma si è dimostrato che o si conta con loro per la geopolitica o non sarà possibile far nulla.
Per il momento sta inviando messaggi chiari agli USA e ai suoi partner europei riguardo ad un evento che li riguarda: l’Iran è una questione che usata come leva contro gli interessi cinesi, e questo non è accettabile. Per estensione, la Cina considera la politica degli USA e dei suoi partner europei in Medio ed Estremo Oriente cerca solo di perpetuare l’influenza occidentale in questa zona e così si interpretano gli ultimi movimenti occidentali con i paesi del Golfo, sia per quanto riguarda la vendita delle armi sia su come organizzare una lobby di pressione anti-iraniana che “annulli” l’ipotetico voto negativo cinese nel Consiglio di Sicurezza. Questo, e non altro, è stato lo scopo della visita di Hillary Clinton in questi paesi poche settimane fa.
Dalla Cina si critica il fatto che si parli di minaccia di guerra per l’atteggiamento iraniano e non si tenga conto che la vendita di armi ai paesi arabi del Golfo sia fatta dagli USA e dall’ UE, e che con questo, stanno rafforzando la corsa agli armamenti stimolando la voragine della guerra.
E dalla Cina ha sostenuto che “ci sono sempre più indizi di un consenso comune in Occidente riguardo il bisogno di ridurre la dipendenza della Cina come fattore finanziario, economico e geopolitico”, e quindi o si batte il pugno sul tavolo, come ha detto il generale Li, o la Cina si trasformerà in un “ostaggio” della strategia occidentale. Questo è qualcosa che ha pubblicato niente di meno che il Giornale del Popolo, l’organo ufficiale del governo cinese (8).
Il giornale parlava di un fatto poco noto, ma definitivo per mantenere in Occidente la campagna “anti-cinese”: la pressione affinché la Cina accetti di rivalutare il rinminbi (nome ufficiale della moneta cinese e lo yuan), che ha dato un ulteriore passo nell’accettazione da parte del Senato degli USA di un progetto di legge sulle “pratiche commerciali insidiose” e di “manipolazione indebita” della moneta cinese, mentre economisti nobel come Paul Krugman spingono affinché gli USA impongano tasse di fino al 25% alle importazioni cinesi per questo motivo (9). Le tesi occidentali sono che mantenere artificialmente il dollaro va bene, fare lo stesso con altre monete, come con il rinminbi, non va bene. E questo lo chiamano “gioco pulito nel commercio internazionale”, come fa il Dipartimento del Tesoro (equivalente al Ministero dell’Economia) degli USA.
La Cina ha risposto immediatamente a queste accuse facendo lo stesso con gli USA. Il Giornale del Popolo accusa l’amministrazione Obama di mantenere la strategia dei suoi antecessori: “Sufficienti prove mostrano che gli USA, che accusano frequentemente altri paesi di manipolare i tassi di cambio e di esercitare continue pressioni per cambiare il valore alla loro moneta, è precisamente il più grande “paese manipolatore dei tassi di cambio” nel mondo (10). E aggiunge che è in marcia, quindi, una nuova strategia occidentale in modo che una volta passata la crisi economica, ridurre la dipendenza dalla Cina come fattore finanziario, economico e ….geopolitico. I cinesi sono perfettamente consci di questo e stanno agendo di conseguenza.
Il terzo fronte: L’America Latina e l’Africa.
Ad esempio, ingrandendo la sua presenza in America Latina. L’istituzione della Comunità Latino americana e dei Caraibi lo scorso mese di gennaio, è stato anche un nuovo giro nella geopolitica internazionale. Il fatto che nè gli USA nè il Canada ne prendano parte è, di per sè, significativo. Resta da sapere come si mette in moto questa comunità ma quello che appare con essa è la constatazione di una certa erosione del potere degli USA nella zona mentre la Cina si è affrettata a rinforzare la sua presenza. In appena dieci anni la Cina ha stabilito relazioni diplomatiche ed economiche con 21 dei 33 paesi latinoamericani e l’investimento cinese nei differenti paesi latino americani è già di 50.000 milioni di dollari (circa 35.000 milioni di euro). Ma con l’America Latina la Cina ha fatto qualcosa di speciale: ha cominciato a dare crediti allo sviluppo. Questo implica un profondo impegno e a lungo termine con il continente latino americano.
In un’epoca di debole crescita economica, di caduta dei prezzi dei prodotti basici e con restrizioni all’accesso a prestiti, la presenza cinese è stata ricevuta con gioia in paesi come il Venezuela, Brasile, Bolivia, Paraguay, Colombia, Ecuador e Argentina. I casi del Venezuela, Brasile e Argentina sono specialmente significativi. In questi paesi, la Cina sta investendo nell’area di esplorazione delle risorse naturali e dello sfruttamento delle stesse. La Cina si è trasformata, inoltre, nel maggiore partner del Brasile, superando gli USA.
Lo stesso si può dire per quanto riguarda l’Africa, dove la Cina dal 2005 è una forte presenza e con una differenza rispetto all’America Latina: nel continente africano la Cina non è solo presente nell’ambito economico ma anche militare. I soldati cinesi formano parte delle forze dell’ONU nella zona, che ha dato una maggiore conoscenza della realtà socio politica e questo è servito a posizionarla come un “socio preferenziale” al momento di patrocinare investimenti in agricoltura, acqua e sistemi di irrigazione, e principalmente, sulla salute, aspetti che sono sempre rimasti in secondo piano per gli USA e gli europei. Questo ha obbligato, nel 2007, la BM e il FMI ad accordarsi con la Cina per un memorandum di intendimento per “approfondire e migliorare la mutua collaborazione” in tre paesi: Uganda, Ghana e Mozambico.
Dall’Occidente si accusa la Cina di approfittare dei suoi programmi di investimento per estrarre le materie prime e l’energia dell’Africa, parlano anche di “neocolonialismo” in quanto fino al 1990, quando Namibia ottenne la sua indipendenza, avevano mantenuto il continente sotto un sistema di schiavitù politica, economica e sociale. Infatti, è l’Occidente che beneficia del petrolio africano, per esempio (un 30% del totale) mentre il commercio di questo prodotto con la Cina rappresenta quasi il 13%, soprattutto dall’ Angola, come indicato sopra.
Il nuovo contesto delle relazioni internazionali diventa appassionante con la presenza da protagonista della Cina. Anche se i primi passi (summit del clima a Copenaghen e del G-20) non hanno portato ad un’alleanza chiara della Cina con i paesi del Sud, man mano che gli USA e l’ UE stringono il cerchio intorno alla Repubblica Popolare questa, senza dubbio, attiverà la sua presenza nei paesi del Sud per accelerare il cambiamento nella geopolitica internazionale. Una nuova era sta nascendo.
NOTE:
(1) Zhang Xiaotong, ideologo del Partito Comunista e uno degli architetti della nuova politica estera cinese, lo ha affermato in un articolo pubblicato nel dicembre 2009. Da parte sua, la banca statunitense Goldman Sachs ha detto qualcosa di simile nel constatare che nel 2026 la Cina diventerà la più grande economia del mondo, come riportato da Serge Halimi in un’ edizione di Le Monde Diplomatique del 16 Marzo 2010.
(2) Asia Times, 9 marzo 2010.
(3) Reuters, 1 marzo 2010.
(4) News Cina, 9 settembre 2009.
(5) Asia Times, 10 marzo 2010.
(6) Yonhap, 20 febbraio 2010.
(7) Wall Street Journal, 24 Marzo 2010.
(8) Giornale del Popolo, 8 marzo 2010.
(9) IPS, 18 marzo 2010.
(10) Giornale del Popolo, 26 marzo 2010.
(CEPRID, 12 aprile 2010 - Fonte)
Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA
La crisi finanziaria sta mettendo in questione l’ “ordine” mondiale esistente. La debolezza degli Stati Uniti, il declino del suo potere-duro, cioè militare, e blando, cioè, diplomatico- viene sfruttato dalla Cina per iniziare un cambiamento nella geopolitica internazionale. Anche se non si può ancora dire, che la Cina sta occupando il posto che un tempo era dell’Unione Sovietica come superpotenza, si può affermare senza il minimo margine di dubbio che la Cina ha deciso di dare un pugno sul tavolo e giocare un ruolo più energico, di primo piano nella politica internazionale.
La Cina non ha ancora previsto di realizzare un gesto di simile portata fino al 2027 (1), data per la quale prevede che avrà raggiunto la parità strategica in tutti gli aspetti (politici, economici e militari) con gli USA. Per questo, è stata prudente nel tessere una rete d’influenza in tutto il mondo -Africa, Asia, America Latina- attraverso quello che gli accademici cinesi definiscono “il consiglio di Beijing” e che non è altro che la messa in pratica di un modello politico e diplomatico che preferisce sviluppare il “potere blando”- diplomazia, non ingerenza e multipolarità- in contrapposizione al modello tradizionale statunitense di interventi militari, unipolarismo e interferenza politica.
Tuttavia, l’arroganza statunitense nel realizzare una significativa vendita di armi a Taiwan (6.400 milioni di dollari in armi moderne) e ricevere nella Casa Bianca il Dalai Lama ha colmato la pazienza cinese e niente sarà uguale a prima. Non bisogna perdere di vista neanche il conflitto con Google (che ha ricevuto il sostegno espresso dall’Amministrazione di Obama nella sua denuncia sulla “censura” cinese) come esponente di chi mantiene da tempo una serie di aziende multinazionali statunitensi tecnologiche che è accusata di “infiltrare e sovvertire” il paese. Restano nel dimenticatoio le prime dichiarazioni dei primi incarichi statunitensi all’inizio del mandato di Obama, come la stessa segretaria di Stato, Hillary Clinton, che è arrivata a dire che la “Cina e gli USA sono sulla stessa barca” o il segretario del tesoro, Timothy Geithner, quando ha scommesso su un “un G-2” (Cina-USA) che guidasse l’economia mondiale”.
Il EPL dietro l’indurimento cinese
Siamo di fronte ad un nuovo Grande Salto in Avanti, questa volta per quanto riguarda la geopolitica internazionale che cambierà le regole del gioco a medio e lungo termine. Come ha detto Yang Li, generale dell’Esercito Popolare di Liberazione e membro dell’Università Nazionale della Difesa, “La Cina è stata spinta all’avanguardia dalla scena mondiale per la forza delle circostanze e una volta lì è meglio prendere l’iniziativa perché quando si affrontano sfide e provocazioni, la Cina deve mostrare la sua bandiera e picchiare forte (2)” Specialmente, in Asia, il “cortile posteriore” cinese per eccellenza.
Non è il primo che si pronuncia in questo modo. Un altro militare, il colonnello Dai Xu crede che gli USA faranno tutto il possibile per scatenare una guerra nel giro di 10-20 anni nella zona asiatica - o in aree d’influenza cinese- come l’Iran, per impedire che la Cina raggiunga la parità strategica con loro e, quindi, devono essere preparati per questa eventualità.
XU è arrivato a scrivere un libro, pubblicato dalle Forze Aeree, nel quale propone di rispondere agli USA con le loro stesse armi: “Se gli USA possono accendere un fuoco nel nostro cortile posteriore, noi possiamo fare lo stesso nel loro” (3). Questa potrebbe non essere altro che un’altra opinione se non fosse che Dai Xu è analista militare delle Nazioni Unite ed esperto nella presenza cinese in operazioni della ONU.
Il fatto che siano stati militari rispettati quelli che hanno alzato la voce non è casuale. L’Esercito Popolare di Liberazione è specialmente infastidito per la vendita di armi statunitensi a Taiwan e sta facendo pressione sul governo affinchè aumenti la spesa della difesa e ingrandisca il dispiegamento delle forze militari, specialmente nei sottomarini contando sulla possibilità -e qui gioca un ruolo importante il protagonismo cinese nella nuova geopolitica internazionale- di contare su una o più basi navali fuori dal territorio cinese. E, inoltre, l’ EPL non ha dimenticato che durante la guerra contro la Iugoslavia, gli USA hanno bombardato l’ambasciata cinese a Belgrado, un affronto a cui allora non reagì perché la Cina “non poteva ricambiare il colpo”, come un altro generale riconosce, ormai ritirato, Xiong Guangkai, ex capo dell’intelligence militare, “ma adesso invece si” (4).
Queste opinioni di importanti rappresentanti dell’Esercito cinese sono state interpretate dagli USA in modo sbagliato, considerato che tali opinioni, essendo per la loro maggior parte provenienti da militari ritirati non rappresenterebbero più l’opinione maggioritaria dell’ELP. Al contrario, l’esercito cinese è consapevole del disagio che causa nella popolazione l’andamento economico e l’ eccessiva indulgenza con capitale straniero, quindi bisogna "cambiare la rotta" adottando un discorso più nazionalista mentre si rende più visibile il potere militare ed economico dei militari. Bisogna ricordare che tutti gli articoli pubblicati su questioni militari, scritti da personale militare, hanno l’approvazione del Comitato militare del Burò Politico del Partito comunista cinese, quindi non siamo di fronte opinioni senza fondamento.
In questo senso, è significativo che l’unica misura immediata adottata dal governo cinese in base all’annuncio della vendita di armi statunitensi a Taiwan sia stata la cancellazione “sine die” della visita del Capo massimo dello Stato Maggiore dell’ELP, ChenNingde, che avrebbe fatto negli USA. Altre minacce, come l’imposizione di sanzioni alle aziende implicate in questa vendita di armi, come Boeing, non sono ancora concretizzate.
Il primo fronte: La Corea del Nord
I politici sembrano aver capito il malessere militare, dato che l’Esercito è il responsabile della protezione delle linee di fornitura di energia e dell’entrata di materie prime che assicura alla Cina di continuare a crescere mentre il resto del pianeta è in recessione a causa della crisi economica. Per questo hanno iniziato una politica per indurire la loro posizione di fronte alle relazioni internazionali e lo hanno fatto dove più fa male agli USA: in Corea del Nord e Iran.
La Cina ha approvato da poco un aiuto economico importante alla Corea del Nord allo stesso tempo dalla fine di gennaio ha smesso di far pressione sui coreani affinchè tornino al tavolo delle negoziazioni sulla denuclearizzazione. Questo argomento è scomparso, senza ulteriori precisazioni, dal discorso ufficiale cinese e per due mesi non si è parlato della necessità di riunire i colloqui famoso tavolo per discutere la questione. Quindi, la Corea del Nord non è più obbligata a fare “concessioni sostanziali”, così come lo ha fatto con l’accordo, non compiuto nella sua totalità dal restante dei firmatari, che lo portò a far saltare in aria la torre principale del reattore nucleare di Yongbyong a luglio del 2008.
Allo stesso tempo, la Cina ha annunciato che il presidente nord coreano, Kim Yong, visiterà Beijing quest’anno e che i rapporti tra i due paesi “incrementeranno i loro vincoli di amicizia ed aumenteranno il livello dei loro rapporti”. Questo di fatto si è già tradotto nel fatto che la Corea del Nord ha appena approvato la concessione d’ uso per 50 anni di due isole alle grandi aziende cinesi perché trasferiscano lì parte della loro produzione manifatturiera (5). E a quanto si dice in Corea del Sud- commentato dall’ambasciatore di questo paese a Washington – l’accordo implica l’intenzione della Cina di investire 10.000 milioni di dollari nell’economia della Corea del Nord. Questo accordo, secondo l’agenzia Yonhap, sarebbe già stato siglato durante un viaggio a Pyongyang (capitale della Corea del Nord) da parte del massimo responsabile dell’area internazionale del PCCh (6), il primo di un dignitario cinese di questo rango da dicembre del 2008.
La Cina ha deciso di riscattare dal collasso economico la Corea del Nord e di lasciare senza effetto le pressioni degli USA sui nordcoreani sulle questioni nucleari. La Cina rinforza così il ruolo della Corea del Nord nella zona, convertendo questo paese in un suo alleato strategico e serve da contro peso al ruolo del Giappone e della Corea del Sud, tradizionali alleati degli USA in quest’area geografica.
Il secondo fronte: l’Iran
Ma è nell’Iran dove la Cina ha molto altro da dire. La prima settimana di questo mese di marzo, la Cina ha reso pubblico il suo rifiuto alla politica di sanzioni contro l’Iran, che a portato gli USA a dover ritirare dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU un progetto di risoluzione durissimo nel quale, praticamente, dichiarava guerra al paese persiano. Il giornale The Wall Street Journal (7) si faceva eco della posizione cinese in un duro editoriale nel quale praticamente accusava i cinesi di stimolare il programma nucleare iraniano. Quello che era successo è che i cinesi si erano completamente rifiutati di accettare le sanzioni stabilite dagli USA e dei suoi soci europei (Francia, Gran Bretagna e Germania) che cercavano di fare approvare dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU e che, in sintesi, chiudevano in modo effettivo lo spazio aereo internazionale e le acque internazionali allo stato iraniano aumentando l’isolamento dell’Iran a livelli mai visti in precedenza. L’intenzione era di impedire che, in caso di attacco USA-Israele a Iran questo paese non potesse chiudere lo stretto di Ormuz, come aveva già fatto, senza mezzi, durante i primi anni della guerra conto l’Iraq durante gli anni 1980-1990. Allora i mezzi iraniani erano praticamente inesistenti, mentre adesso ha un esercito ben preparato e potente.
La Cina ha guadagnato tempo per l’Iran, dato che la pretesa euro-statunitense era che le sanzioni fossero approvate ad aprile. Adesso bisogna riscrivere un’altra proposta, e quindi non è probabile che ritorni al Consiglio di Sicurezza prima dell’estate. Ma l’atteggiamento cinese non è stato soltanto per infastidire gli USA o far vedere che è in atto, in modo deciso, una nuova geopolitica internazionale ma che sente che l’ossessione contro l’Iran nasconde una strategia di molestie dei suoi interessi nazionali.
La Cina è, in questo momento, il principale socio dell’Iran. Ha saputo occupare senza fretta, ma senza sosta, il vuoto lasciato dai paesi occidentali che hanno abbandonato il paese e che hanno seguito la politica delle sanzioni imposte dagli USA. Di fatto, nel 2009 la Cina si è convertita in modo ufficiale, nel primo socio commerciale dell’Iran con un commercio bilaterale di 21.200 milioni di dollari, praticamente duplicando il volume commerciale di tre anni prima. Uno dei settori dove la presenza cinese è maggiore è quello energetico- petrolifero. Anche se la Cina compra solo l’11.4% del petrolio di cui ha bisogno- dietro l’Angola e l’Arabia Saudita, per esempio- l’investimento nei contratti di petrolio e di gas aumenta sostanzialmente attraverso la Corporazione Nazionale Della Cina di Petrolio, l’azienda più grande della Cina, e la sua filiale la PetroChina, fino alla cifra di 9000 milioni di dollari (circa 7000 milioni di euro). I cinesi sono presenti nel Juzestan, sudovest del paese, e in South Pars, nel Golfo, qui sostituendo la francese Total. E per quest’anno 2010 le compagnie cinesi hanno investito in una serie di progetti importanti come la costruzione di un’autostrada tra Teheran ed il Mar Caspio attraverso le montagne di Alborz.
Non sono, sicuramente, cifre così rilevanti come quelle che riguardano il commercio bilaterale con gli Stati Uniti (si veda l’articolo di Martin Hart-Landsberg in questo stesso aggiornamento CEPR) stimatr, grosso modo, in più di 400.000 milioni di dollari, ma suppongono una tendenza in crescita ed un appetitoso mercato per ottenere l’obiettivo della parità strategica che i cinesi si sono prefissati per il 2027. La Cina non voterà nessun nuovo round di sanzioni se non si lascia il margine dei suoi stessi interessi nazionali in Iran, dato che queste sanzioni, così come erano state presentate per essere approvate ad aprile, celavano una “sanzione nascosta” contro i cinesi.
La Cina non ha esercitato il diritto di veto dell’ONU quando l’argomento riguardava i suoi interessi nazionali. In totale, è stato solo in sei occasioni che ha usato il veto, l’ultima 3 anni fa per quanto riguardava Myammar. Completamente diverso l’atteggiamento degli USA nell’alto organismo dell’ONU. Non è neanche probabile che lo usi riguardo all’Iran, ma si è dimostrato che o si conta con loro per la geopolitica o non sarà possibile far nulla.
Per il momento sta inviando messaggi chiari agli USA e ai suoi partner europei riguardo ad un evento che li riguarda: l’Iran è una questione che usata come leva contro gli interessi cinesi, e questo non è accettabile. Per estensione, la Cina considera la politica degli USA e dei suoi partner europei in Medio ed Estremo Oriente cerca solo di perpetuare l’influenza occidentale in questa zona e così si interpretano gli ultimi movimenti occidentali con i paesi del Golfo, sia per quanto riguarda la vendita delle armi sia su come organizzare una lobby di pressione anti-iraniana che “annulli” l’ipotetico voto negativo cinese nel Consiglio di Sicurezza. Questo, e non altro, è stato lo scopo della visita di Hillary Clinton in questi paesi poche settimane fa.
Dalla Cina si critica il fatto che si parli di minaccia di guerra per l’atteggiamento iraniano e non si tenga conto che la vendita di armi ai paesi arabi del Golfo sia fatta dagli USA e dall’ UE, e che con questo, stanno rafforzando la corsa agli armamenti stimolando la voragine della guerra.
E dalla Cina ha sostenuto che “ci sono sempre più indizi di un consenso comune in Occidente riguardo il bisogno di ridurre la dipendenza della Cina come fattore finanziario, economico e geopolitico”, e quindi o si batte il pugno sul tavolo, come ha detto il generale Li, o la Cina si trasformerà in un “ostaggio” della strategia occidentale. Questo è qualcosa che ha pubblicato niente di meno che il Giornale del Popolo, l’organo ufficiale del governo cinese (8).
Il giornale parlava di un fatto poco noto, ma definitivo per mantenere in Occidente la campagna “anti-cinese”: la pressione affinché la Cina accetti di rivalutare il rinminbi (nome ufficiale della moneta cinese e lo yuan), che ha dato un ulteriore passo nell’accettazione da parte del Senato degli USA di un progetto di legge sulle “pratiche commerciali insidiose” e di “manipolazione indebita” della moneta cinese, mentre economisti nobel come Paul Krugman spingono affinché gli USA impongano tasse di fino al 25% alle importazioni cinesi per questo motivo (9). Le tesi occidentali sono che mantenere artificialmente il dollaro va bene, fare lo stesso con altre monete, come con il rinminbi, non va bene. E questo lo chiamano “gioco pulito nel commercio internazionale”, come fa il Dipartimento del Tesoro (equivalente al Ministero dell’Economia) degli USA.
La Cina ha risposto immediatamente a queste accuse facendo lo stesso con gli USA. Il Giornale del Popolo accusa l’amministrazione Obama di mantenere la strategia dei suoi antecessori: “Sufficienti prove mostrano che gli USA, che accusano frequentemente altri paesi di manipolare i tassi di cambio e di esercitare continue pressioni per cambiare il valore alla loro moneta, è precisamente il più grande “paese manipolatore dei tassi di cambio” nel mondo (10). E aggiunge che è in marcia, quindi, una nuova strategia occidentale in modo che una volta passata la crisi economica, ridurre la dipendenza dalla Cina come fattore finanziario, economico e ….geopolitico. I cinesi sono perfettamente consci di questo e stanno agendo di conseguenza.
Il terzo fronte: L’America Latina e l’Africa.
Ad esempio, ingrandendo la sua presenza in America Latina. L’istituzione della Comunità Latino americana e dei Caraibi lo scorso mese di gennaio, è stato anche un nuovo giro nella geopolitica internazionale. Il fatto che nè gli USA nè il Canada ne prendano parte è, di per sè, significativo. Resta da sapere come si mette in moto questa comunità ma quello che appare con essa è la constatazione di una certa erosione del potere degli USA nella zona mentre la Cina si è affrettata a rinforzare la sua presenza. In appena dieci anni la Cina ha stabilito relazioni diplomatiche ed economiche con 21 dei 33 paesi latinoamericani e l’investimento cinese nei differenti paesi latino americani è già di 50.000 milioni di dollari (circa 35.000 milioni di euro). Ma con l’America Latina la Cina ha fatto qualcosa di speciale: ha cominciato a dare crediti allo sviluppo. Questo implica un profondo impegno e a lungo termine con il continente latino americano.
In un’epoca di debole crescita economica, di caduta dei prezzi dei prodotti basici e con restrizioni all’accesso a prestiti, la presenza cinese è stata ricevuta con gioia in paesi come il Venezuela, Brasile, Bolivia, Paraguay, Colombia, Ecuador e Argentina. I casi del Venezuela, Brasile e Argentina sono specialmente significativi. In questi paesi, la Cina sta investendo nell’area di esplorazione delle risorse naturali e dello sfruttamento delle stesse. La Cina si è trasformata, inoltre, nel maggiore partner del Brasile, superando gli USA.
Lo stesso si può dire per quanto riguarda l’Africa, dove la Cina dal 2005 è una forte presenza e con una differenza rispetto all’America Latina: nel continente africano la Cina non è solo presente nell’ambito economico ma anche militare. I soldati cinesi formano parte delle forze dell’ONU nella zona, che ha dato una maggiore conoscenza della realtà socio politica e questo è servito a posizionarla come un “socio preferenziale” al momento di patrocinare investimenti in agricoltura, acqua e sistemi di irrigazione, e principalmente, sulla salute, aspetti che sono sempre rimasti in secondo piano per gli USA e gli europei. Questo ha obbligato, nel 2007, la BM e il FMI ad accordarsi con la Cina per un memorandum di intendimento per “approfondire e migliorare la mutua collaborazione” in tre paesi: Uganda, Ghana e Mozambico.
Dall’Occidente si accusa la Cina di approfittare dei suoi programmi di investimento per estrarre le materie prime e l’energia dell’Africa, parlano anche di “neocolonialismo” in quanto fino al 1990, quando Namibia ottenne la sua indipendenza, avevano mantenuto il continente sotto un sistema di schiavitù politica, economica e sociale. Infatti, è l’Occidente che beneficia del petrolio africano, per esempio (un 30% del totale) mentre il commercio di questo prodotto con la Cina rappresenta quasi il 13%, soprattutto dall’ Angola, come indicato sopra.
Il nuovo contesto delle relazioni internazionali diventa appassionante con la presenza da protagonista della Cina. Anche se i primi passi (summit del clima a Copenaghen e del G-20) non hanno portato ad un’alleanza chiara della Cina con i paesi del Sud, man mano che gli USA e l’ UE stringono il cerchio intorno alla Repubblica Popolare questa, senza dubbio, attiverà la sua presenza nei paesi del Sud per accelerare il cambiamento nella geopolitica internazionale. Una nuova era sta nascendo.
NOTE:
(1) Zhang Xiaotong, ideologo del Partito Comunista e uno degli architetti della nuova politica estera cinese, lo ha affermato in un articolo pubblicato nel dicembre 2009. Da parte sua, la banca statunitense Goldman Sachs ha detto qualcosa di simile nel constatare che nel 2026 la Cina diventerà la più grande economia del mondo, come riportato da Serge Halimi in un’ edizione di Le Monde Diplomatique del 16 Marzo 2010.
(2) Asia Times, 9 marzo 2010.
(3) Reuters, 1 marzo 2010.
(4) News Cina, 9 settembre 2009.
(5) Asia Times, 10 marzo 2010.
(6) Yonhap, 20 febbraio 2010.
(7) Wall Street Journal, 24 Marzo 2010.
(8) Giornale del Popolo, 8 marzo 2010.
(9) IPS, 18 marzo 2010.
(10) Giornale del Popolo, 26 marzo 2010.
(CEPRID, 12 aprile 2010 - Fonte)
USA: SE SEI POVERO DEVI MORIRE
13 settembre 2011 - Nel corso di un dibattito tra candidati repubblicani, un giornalista chiede che fare quando una persona priva d'assicurazione sanitaria si scopre malata e bisognosa di cure costose.
Alla risposta poco chiara di Ron Paul, il giornalista chiede se stia dicendo che la società dovrebbe lasciarla morire, la folla risponde con entusiasmo di sì.
Benvenuti nell'America compassionevole dei buoni cristiani bianchi.
'Let Him Die': Tea Party Debate Audience Cheers
Alla risposta poco chiara di Ron Paul, il giornalista chiede se stia dicendo che la società dovrebbe lasciarla morire, la folla risponde con entusiasmo di sì.
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venerdì 16 settembre 2011
Il Pd querela Sallusti
Alessandro Sallusti, detto anche 'La belva umana' o 'Zio Tibia'. |
2 settembre 2011 - ‘Le parole pronunciate da Alessandro Sallusti nel corso della trasmissione ‘Tg3 Linea Notte’ del primo settembre sulle tangenti che il Pd avrebbe preso sul caso di Sesto San
Giovanni sono infondate, vergognose e inaccettabili”. Lo ha dichiarato Antonio Misiani, tesoriere del Pd, che annuncia una querela contro il direttore del “Giornale”. “Abbiamo percio’ dato mandato ai nostri legali di procedere per tutelare l’onorabilita’ del Pd e per ottenere il risarcimento dei danni arrecati al partito. Come gia’ e’ avvenuto nelle scorse settimane, agiremo analogamente in tutti i casi in cui ravviseremo un diffamatorio accostamento del Pd a vicende che ci vedono del tutto estranei’, conclude Misiani.
LA TRASMISSIONE – A Linea Notte Sallusti aveva parlato ripetutamente del caso Penati, e collegato chiaramente i vertici del Pd alle tangenti presuntamente incassate da Penati. Intanto, anche Rutelli si arrabbia: “Vedo che, per la seconda volta a distanza di un mese, si associa il mio nome a vicende con cui non ho nulla a che fare. L’unico luogo in cui occuparsene, per quanto mi riguarda, sono le aule di giustizia poiche’ e’ gia’ in corso una azione giudiziaria a tutela della mia onorabilita’”, annuncia in una nota il leader dell’Api. Il riferimento è a un articolo comparso oggi sulla stampa a proposito di un verbale di Di Caterina nel quale si parlava di un comizio di Rutelli pagato dall’imprenditore su richiesta di Penati.
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COMMENTI
ladrimignotte&dittatori
2 settembre 2011 alle 13:29
Con il bancomat di silvio…olindosantasallustigarnero…può dire ciò che vuole…il nano, ed il suo fango fino ad oggi, ha sovvenzionato cani&porci…forse sono più i porci…
giuseppe
2 settembre 2011 alle 13:57
Anche nel Pd ci sono i corrotti, ma ognuno di noi vede la pagliuzza nell’occhio altrui. Se ci fosse la giustizia a 360 °, tranquilli che uscirebbero i corrotti, anche nei partiti che si vogliono considerare puliti.
oscare
2 settembre 2011 alle 14:06
Ho visto il Tg3 ieri sera, Sallusti quando si e’ parlato della vicenda Tarantino – Lavitola ha sostenuto che si e’ colpevoli solo dopo il terzo grado di giudizio, e quindi ogni giudizio su questa vicenda e’ prematuro, evidentemente per Penati si e’ gia’ pronunciata la Cassazione..
pasqualemaledetto
2 settembre 2011 alle 14:36
E’ d’uopo che vi leggiate l’intervista di Giorgio Bocca a proposito dei due “galantuomini” Penati e Bersani: cliccando su Google : “Giorgio Bocca e caso Penati. – CONTESSA ENTELLINA”.
Giorgio Bocca e caso Penati. I ladri di destra e di sinistra per uscire dall’affanno potrebbero organizzare un golpe?
Giorgio Bocca: “Il Pd è come il Psi di Craxi”.
Il giornalista: “In quanto a onestà la sinistra è la stessa cosa della destra. Bersani non dovrebbe fare un passo indietro, ma buttarsi a mare. Il pericolo, ora, è che questa classe dirigente (tutta) faccia un golpe per evitare la galera”.
Due squilli e il ricevitore si alza. Poi non fai nemmeno in tempo a concludere una domanda – sulla questione morale a sinistra – che la risposta è questa:
“Ma è la solita storia della corruzione politica: tutti i partiti, in tutte le epoche, quando amministrano hanno bisogno di soldi e li rubano. Nulla di nuovo sotto il sole”.
Dall’altra parte, l’accento cuneese di Giorgio Bocca, scrittore e firma di Repubblica e dell’Espresso. Che, con il tono mite di un neo 91enne, aggiunge il seguente siluro:
“Soprattutto nulla di nuovo rispetto a Craxi”.
Vede analogie tra il Pd e i tempi d’oro del Psi piglia-tutto?
Macché analogie. Vedo un’assoluta identità. Perché? Craxi diceva: i mariuoli ci sono ma i soldi servono ai partiti. L’unica cosa che si capisce da questa vicenda è che la sinistra è la stessa cosa della destra, quanto a onestà.
Ce lo spieghi meglio.
C’è poco da spiegare: rubano tutti. Tutti i politici hanno lo stesso interesse: avere il potere e fare soldi. La via è comune. Nella sua similitudine tra Pd e Psi non torna solo la lungimiranza. Il partito di Craxi fu annientato dagli scandali. Il Pd vuol fare la stessa fine? Non è vero che la storia insegna?Historia magistra? Mah. Guardi, le dico questo: alla fine della Guerra io e altri partigiani pensavamo che il Partito socialista avrebbe cambiato il modo di fare politica in Italia. Nel giro di pochi anni tutte le persone per bene e oneste sono state cacciate da quel partito. Dove sono rimasti solo i furbi e i ladri. Vuol farmi dire che la politica è cambiata? Non lo penso.
Non voglio farle dire nulla: le chiedo come può la dirigenza del Pd essere così miope.
Non c’è nessun disegno politico, questa è la cosa grave. C’è l’istinto, in chi fa politica, di usare i mezzi più facili. Quali sono?Mettere le mani sul denaro e corrompere. Non mi pare si tratti di altro.
Tangentopoli non è servita?
Vista dal punto di vista di uno storico no. Andiamo ancora più indietro. Che ha fatto Giulio Cesare quando aveva consumato il suo patrimonio? S’è fatto mandare in Spagna, dove ha rubato talmente tanto che è tornato a Roma ricchissimo. Ha armato un esercito e si è impadronito del potere. Le dinamiche sono abbastanza chiare.
Bersani dovrebbe fare un passo indietro, considerando i suoi rapporti stretti con Penati?
Altro che far passi indietro. Dovrebbe fare un tuffo nel mare.
Ci sono stati tempi in cui la politica era diversa?
Forse solo nelle grandi emergenze, durante le guerre, si sono visti politici onesti e disposti anche a farsi fucilare per la libertà. Ma quando la politica diventa amministrazione scade, di solito, a un livello bassissimo. Non conosco oggi un politico che sia stimabile come persona privata. Un uomo come me, che a vent’anni comandava una divisione partigiana, aveva tutte le opportunità di impegnarsi in politica. Ma ho capito immediatamente che era un rischio da non correre. E non me ne sono pentito. Mai. Così non c’è scampo.
Come si fa a sperare?
Io non vedo segni di cambiamento. Non dappertutto è così. Nella maggior parte dei Paesi a regime democratico l’etica pubblica è un valore. Dove si sono stabilite – almeno in minima parte – le regole del gioco, il codice viene rispettato. Noi le avevamo stabilite, ma le abbiamo anche mandate all’aria. Dopo la guerra partigiana e la Liberazione dell’Italia, l’onestà è stata, per quasi mezzo secolo, un valore condiviso. Allora i partiti rubavano, ma lo facevano con cautela e vergognandosene quando venivano scoperti. Ora si ruba senza nemmeno vergogna.
È una questione statistica. Essere indagati o imputati, per i politici, fa quasi curriculum…
Sì, è un metodo. Un sistema: lo diceva oggi (ieri, ndr) nel suo articolo sul Fatto Nando Dalla Chiesa, una persona che stimo, come del resto stimavo molto suo padre. Però anche lui non scrive a chiare lettere: lì c’è gente che ruba. Con i nomi e i cognomi. Siamo ancora nella fase delle indagini preliminari.
Diventa un reato fare certe affermazioni prima dei processi.
Sì, ma mi ha stupito il tono di Dalla Chiesa, troppo leggero. Oggi è impossibile dire a un politico che ha rubato “hai rubato”. Ma allora cos’è questo giro di affari, soldi, tangenti? Bersani, all’alba della vicenda Penati, minacciò querele a destra e a manca. È vero, infatti mi sono ben guardato dallo scrivere articoli sull’argomento. Le querele volano e i giornali nemmeno ti sostengono. Un tempo mi sarei lanciato nella discussione, stavolta non l’ho fatto anche con un senso di paura.
Al di là dell’opportunità, secondo lei dire “faremo una class action contro i giornalisti” è un discorso politico?
La classe politica rivendica il diritto di far paura alla stampa. Più che politica è arroganza. I potenti dicono: state zitti perché comandiamo noi. Non sono comportamenti molto diversi da quelli dei partiti di governo. Berlusconi è più moderno, ha capito che con il denaro si risolve tutto. La sua calma si legge così: io li compro e tanti saluti. Gli altri, semplicemente, non hanno abbastanza soldi. E hanno delle preoccupazioni d’immagine.
Ma come fa Penati a difendersi? I democratici si sentono – e si professano – molto diversi dal centrodestra.
Certo che si dicono diversi. Lo fanno perché agli occhi della pubblica opinione non vogliono apparire uguali agli altri. Uguali ai ladri.
Vede pericoli?
L’unico pericolo è che questa intera classe dirigente, per non andare in galera, faccia un golpe.
Un loro azzeramento no?
Proveranno a tirare avanti, come han fatto fino a ora. Chi ha i soldi se la cava. Cesare è ricordato come uno dei più grandi uomini politici della romanità ed era uno che confessava candidamente di aver rubato. Però potrebbe arrivare anche un moto d’ira popolare che li manda tutti a casa. Mi trovo di fronte a un’umanità incomprensibile. Un politico che ruba, sa di essere al di fuori dell’etica. Eppure lo fa. Io veramente non li capisco.
Crede che la prudenza dei vertici del partito sulla questione Penati vanificherà il successo delle amministrative e dei referendum?
Mi pare che ci sia un fraintendimento su questo nuovo interessamento alla politica. Lo scambiamo per un cambiamento morale. Ma è più che altro una moda.
Ha compiuto 91 anni tre giorni fa...
...quindi posso dire tutto, anche le sciocchezze?
No, le chiedevo cosa direbbe a un ragazzo italiano di vent’anni.
Gli direi: “Non rubare”. Si vive meglio da onesti. L’onestà è l’unica riserva per sopportare questa vita terrena, che è piena di insidie e porcherie.”
jostozedda
2 settembre 2011 alle 15:00
Scusa ma da quando in qua Giorgio Bocca è un giudice?
Commenti così ne può dire chiunque…
E tranquillo che in una cosa il popolo di sinistra è diverso da quello di destra…
per voi Berlusconi non si tocca nemmeno se uccide qualcuno xkè è il signore sceso in terra…mentre se verrà dimostrato che Bersani è colpevole saremo noi i primi a dirgli a gran voce di farsi da parte.
pasqualemaledetto
2 settembre 2011 alle 15:28
No. E’ vero, Giorgio Bocca non è un giudice nel senso di quelli che stanno in tribunale a fare sentenze, ma è un comunista dop che conosce bene il ladrocinio dei compagnucci onesti a cominciare dal togliatti, al secolo, il “migliore”, proseguendo con Berlinguer [quello della questione morale], e via trascorrendo fino a Bersani.
Sono sicuro che prima di morire, nella sua onestà di uomo che sta per confrontarsi con il Padreterno [io gli auguro di campare mille anni] dirà agli italiani come il KGB finanziava il PCI e per quale motivo lo faceva.
E come si permetteva Berlinguer di parlare di questione morale quando prendeva i rubli dal KGB per sottomettere l’Italia all’influenza di Stalin.
Gli italiani lo sanno, ma detto da un partigiano della levatura di Bocca è un’altra cosa.
pasqualemaledetto
2 settembre 2011 alle 16:16
Hai ragione. Giorgio Bocca non è un giudice, ma è un comunista dop che è stato sempre comunista, è vissuto nel suo ambiente comunista e perciò conosce bene i comunisti. Bocca non giudica, ma dice la verità sui comunisti.
Io con gli occhi coperti da una fetta di carne potrei dire peste e corna dei comunisti. Ma Bocca no, perchè è uno dei padri del comunismo italiano dal tempo delle brigate partigiane!
Convinciti: l’intervista a Bocca non è una boutade di un anticomunista come me, ma di un comunista dop che vuole restare comunista fino alla fine. Ma onesto! E che sulla soglia del confrontto con l’Onnipotente ci racconta la verità sul comunismo italiano e sul fallimento di un’ideologia assassina e ladresca. Dio lo abbia in gloria!
aldamar
2 settembre 2011 alle 16:02
Pd, Pdl, che cambia? Tutti pezzi di merda dal primo all’ultimo. Ma ammazzatevi, fateci un favore immenso!!!!
l'imbecillitàalcapolinbea
2 settembre 2011 alle 16:27
Per fare posto a te che disquisisci di merda! Non ci vorresti fare morire di puzza.
Non ti chiedio di suicidarti perchè sono un Cristiano. Penso soltanto che la gente come te mon conta nulla e non ha nulla da proporre. Figliuolo: sei al capolinea!
tappo
2 settembre 2011 alle 17:24
Quest’essere è solo un tappo utile a tappare il culo del corrotto quando costui ha la diarrea!
ladrimignotte&dittatori
2 settembre 2011 alle 20:31
Per olindosallustigarnero, la giustizia è a senso unico; berluschino è sempre innocente, gli altri sono colpevoli per definizione; Deve essere l’eredita dello zio repubblichino e gerarca fascista, presidente del tribunale speciale, per cui i nemici sono colpevoli a prescindere….e dire che nella follia fascista, invocavano le porte aperte, e la pena di morte con la quale pensavano di ripulire il paese dai delinquenti e dai nemici; povero olindo dall’onore fascista a servo plebeo, e leccaculo di berluschino:mi piacerebbe propio vedere il paese, con le porte aperte con questi delinquenti e leccaculo in circolazione; la magistratura faccia il suo corso; se ci sono tangenti e tangentisti non solo si devono dimettere, ma devono andare a far visita alle patrie galere; certo il popolo del ladro questo non se lo può permettere, rimmarrebbero in quattro deficenti, anche se fini intellettuali a cui hanno detto che il PCI prendeva i soldi russi, ma non hanno ancora scoperto che la dc era sovvenzionato con i soldi americani, per annientare i perfidi comunisti italiani; non si può avere tutto e subito, il libro degli onesti del popolo del ladro, per certi italioti, è anche meglio di topolino…il max che si possono permettere…
Fonte
Piazza Pulita LA7 15/09/11 - Intervista a Beppe Grillo
Beppe Grillo intervistato da Piazza Pulita, nuova trasmissione d'attualità di LA7, condotta da Corrado Formigli.
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Piazzapulita,
Roberto Castelli
Nina e Marianna, incensurate e in carcere - Simonetta Zandiri
Che strano Paese è il nostro, nel quale il mandato di arresto per Cosentino (Pdl) e Tedesco (Pdmenoelle) è respinto dal Parlamento e due ragazze incensurate finiscono in carcere a Torino. Marianna, 20 anni, e Nina, 35, sono due pacifiste che hanno protestato per la vergogna della Tav in Val di Susa, un mostro inutile di 22 miliardi pagati con le nostre tasse. Marianna studia medicina e Nina è infermiera e volontaria per il 118, ha tre figli. Perché arrestarle? Non erano sufficienti i domiciliari? E non si è forse colpevoli solo dopo un regolare processo? Quale tremendo pericolo sociale rappresentano queste due donne? E in che cazzo di Stato stiamo ormai vivendo? Davide Bono, consigliere regionale del M5S, ha incontrato le due ragazze in carcere questa mattina. Presto pubblicheremo il suo resoconto.
13/set/2011 - http://www.beppegrillo.it/2011/09/_sono_simonetta/index.html
Invito a scrivere alle due ragazze un telegramma di sostegno:
Ecco il loro indirizzo:
GARBERI ELENA / VALENTI MARIANNA
Casa circondariale
Lorusso Cotugno
Via Pianezza 300
13/set/2011 - http://www.beppegrillo.it/2011/09/_sono_simonetta/index.html
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Casa circondariale
Lorusso Cotugno
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NoTAV,
Polizia italiana violenta
giovedì 15 settembre 2011
Castelli a 'Piazzapulita' si definisce povero con 145 mila euro all'anno!
Povero Castelli, facciamo una colletta per aiutarlo!
Ma da leghista ergo federalista, ciò che più colpisce durante la trasmissione sono le sue parole a favore della TAV. La battaglia dei No TAV della Val di Susa, caro Castelli, non è solo una questione di treni, ma una lotta simbolica, sì di 2000 persone ma che si sta allargando, a favore di una vera democrazia di vero stampo federalista nel nostro paese, quella che voi leghisti avete ormai tradito facendovi comprare dai favori di Berlusconi e pensando solo ai vostri profitti e privilegi di 'casta'!
Ma da leghista ergo federalista, ciò che più colpisce durante la trasmissione sono le sue parole a favore della TAV. La battaglia dei No TAV della Val di Susa, caro Castelli, non è solo una questione di treni, ma una lotta simbolica, sì di 2000 persone ma che si sta allargando, a favore di una vera democrazia di vero stampo federalista nel nostro paese, quella che voi leghisti avete ormai tradito facendovi comprare dai favori di Berlusconi e pensando solo ai vostri profitti e privilegi di 'casta'!
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Vera democrazia federalista
Al Presidente Napolitano
Napolitano e Basescu. |
A Napolitano voglio dire: anche se è tardi, prenda subito dei provvedimenti forti, chiari, decisi, o si pentirà presto di non averlo fatto prima. Che ci va a fare in Romania? L'Italia sta sprofondando e Lei forse ne sarà chiamato uno dei responsabili. Non si renda complice di fronte alla storia dell'egoismo oggi al potere, prenda le distanze con decisione dalle mele marce che ci governano. Altrimenti a che serve il suo ruolo istituzionale di Presidente della Repubblica? A niente? E allora sarebbe meglio abolirlo.
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Giorgio Napolitano,
Politica italiana
Cuba presenta a la ONU informe anual sobre bloqueo de EE.UU.
Ginebra, 15 sep 2011 - Cuba presentó a la Asamblea General de la ONU su informe anual sobre el bloqueo de Estados Unidos. La decisión de Washington prohibe a empresas de otros países cualquier transacción con Cuba ni vender a la isla tecnología con más del 10% de productos estadounidenses, entre otras disposiciones. (teleSUR)
Fuente
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La Verdad de frente al mundo
La verdad de frente al mundo (La verità di fronte al mondo) è un film documentario del 2006 scritto e diretto da Roberto Di Fede. Realizzato per far conoscere la storia del terrorismo contro Cuba, è stato selezionato al 6° romadocfest - Festival internazionale del documentario di Roma (2007).
Trama
Cuba, 1959. All'indomani del trionfo della rivoluzione guidata da Fidel Castro, Cuba è oggetto di numerosi attentati terroristici che si verificano fino agli anni 2000. Dall'esplosione della nave "La Coubre" del 1960, agli attentati del 1997 contro le installazione turistiche che causano la morte del giovane italiano Fabio Di Celmo, passando per l'invasione della Baia dei porci, l'attentato contro l'aereo civile della Cubana de Aviación e l'immissione di virus. Le testimonianze delle vittime, degli autori e dei mandanti degli attentati si incrociano in ordine cronologico con i documenti, oggi non più segreti, di diverse autorità governative statunitensi. La difesa di Cuba passa attraverso l'infiltrazione di agenti negli ambienti terroristici presenti in Florida (USA). Cinque di questi, Antonio Guerrero Rodríguez, Fernando González Llort, Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino Salazar e René González Sehwerert, vengono scoperti e arrestati dal F.B.I. nel 1998. Sono tutti condannati dopo un processo conto il quale si esprime il Gruppo di Lavoro dell'Onu sulla detenzione arbitraria. Nel silenzio dei grandi mass media, si sviluppa la battaglia internazionale per la loro liberazione.
Trama
Cuba, 1959. All'indomani del trionfo della rivoluzione guidata da Fidel Castro, Cuba è oggetto di numerosi attentati terroristici che si verificano fino agli anni 2000. Dall'esplosione della nave "La Coubre" del 1960, agli attentati del 1997 contro le installazione turistiche che causano la morte del giovane italiano Fabio Di Celmo, passando per l'invasione della Baia dei porci, l'attentato contro l'aereo civile della Cubana de Aviación e l'immissione di virus. Le testimonianze delle vittime, degli autori e dei mandanti degli attentati si incrociano in ordine cronologico con i documenti, oggi non più segreti, di diverse autorità governative statunitensi. La difesa di Cuba passa attraverso l'infiltrazione di agenti negli ambienti terroristici presenti in Florida (USA). Cinque di questi, Antonio Guerrero Rodríguez, Fernando González Llort, Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino Salazar e René González Sehwerert, vengono scoperti e arrestati dal F.B.I. nel 1998. Sono tutti condannati dopo un processo conto il quale si esprime il Gruppo di Lavoro dell'Onu sulla detenzione arbitraria. Nel silenzio dei grandi mass media, si sviluppa la battaglia internazionale per la loro liberazione.
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Terrorismo contro Cuba
Care aziende, imparate a scrivere gli annunci di lavoro
Prima parte: l'inserzione imperfetta
Le aziende e le agenzie per il lavoro realizzano mediamente dei pessimi annunci di lavoro, che di conseguenza ricevono delle pessime candidature. Ecco qualche consiglio per cercare di realizzare, se non un annuncio perfetto, almeno un'inserzione che abbia la possibilità di essere compresa dai candidati.
Le aziende e le agenzie per il lavoro realizzano mediamente dei pessimi annunci di lavoro, che di conseguenza ricevono delle pessime candidature. Ecco qualche consiglio per cercare di realizzare, se non un annuncio perfetto, almeno un'inserzione che abbia la possibilità di essere compresa dai candidati.
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Lavoro
Dopo 'AnnoZero' la RAI fa saltare anche 'Parla con me'. Se non è censura politica questa!
Scommetto che al suo posto vedranno la luce nuovi 'format' su fatti di cronaca tipo Avetrana, o qualche nuovo stupido quiz televisivo che distribuisce Euro ai soliti noti dal sorriso smagliante.
Rai, Salta programma Dandini, in Cda non passa contratto
In Consiglio versione 'scontata', maggioranza vota contro.
ROMA - Il Cda della Rai ha respinto, a maggioranza, il contratto con la Fandango per il ritorno di Parla con me, programma condotto da Serena Dandini, su Raitre. Programma previsto dai palinsesti Rai presentati lo scorso giugno alla Sipra.
In Consiglio, a quanto si apprende, il Dg Lei aveva portato la proposta di contratto 'scontata' e sulla quale era stato trovato l'accordo con la Fandango, indisponibile a cedere la sua quota di contratti all'azienda secondo quanto previsto dalla policy aziendale sull'uso di risorse interne per i programmi Rai. La proposta di contratto prevedeva dunque un taglio dei costi di circa il 5 per cento, pari o superiore al risparmio che sarebbe derivato da una produzione tutta interna. Ma la maggioranza ha votato compatta contro, seguendo l'orientamento gia espresso nell'ultimo Cda. A favore i tre consiglieri d'opposizione e il Presidente, Paolo Garimberti.
Fonte
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Politica italiana,
RAI vergognosa
Questa manovra è passata...avanti un'altra!
Senato semi-deserto in occasione della discussione delle manovra economica.
Sarebbe questa la nostra democrazia o la prova invece che oggi tutto viene
deciso da altri in altri luoghi? I veri giochi politici e di potere ormai si giocano al
di fuori dei Parlamenti nazionali e gli scranni vuoti del Senato durante la
discussione di questa manovra ne sono l'emblema: quello della fine
della democrazia rappresentativa nel nostro paese.
discussione di questa manovra ne sono l'emblema: quello della fine
della democrazia rappresentativa nel nostro paese.
martedì 13 settembre 2011
Le regole della Germania in UE
Penso che la Germania non frenera' sotto i colpi della crisi e che anzi, come un treno in corsa, investirà gli zombi barcollanti che attraversano il passaggio a livello incustodito dei mercati e il trend negativo epocale che stanno vivendo le borse del vecchio continente. Ovviamente gli zombi sono i paesi europei in caduta libera, Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna, Italia, ai quali paesi più forti economicamente come la stessa Germania, Israele, i paesi cosidetti BRIC, potrebbero gettare all'ultimo minuto un salvagente, offrendo loro presiti salvifici in estremis, per poi comprarseli a poco prezzo e con apparente magnanimità in tempo di saldi, come già sta succedendo alla Grecia.
Sia chiaro, non ho nulla contro la Germania, anzi sotto molti aspetti i tedeschi mi stanno simpatici, sono rassicuranti, ordinati e mi piace la loro serieta' e competenza sul lavoro. Ma perchè dobbiamo per forza correre questa corsa al rialzo? Perchè dobbiamo adattarci alle spietate regole imposte dalla Germania all'Europa quando sappiamo che queste ci danno perdenti in partenza, quando da anni, forse ancor prima della nostra entrata nell'Euro, queste regole sono state create dal Parlamento Europeo per favorire i paesi piu' forti, soprattutto le economie tedesca e francese?
Ma conosciamo o no il gioco sporco che ha fatto la Germania in Polonia all'indomani dell'unificazione, per esempio quando aziende tedesche comprarono in massa aziende polacche, per poi chiuderle subito dopo? Lo fecero per eliminare sul nascere la concorrenza di quelle industrie sul mercato europeo, le quali in seguito vennero messe definitivamente in ginocchio da precisi colpi di scure legislativa dell'UE, come prezzo da pagare per entrare nell'Euro. Li hanno costretti ad adeguarsi a leggi che rispecchiavano una visione del mondo filo-occidentale, come se per il solo fatto d'aver perso la guerra fredda, l'Europa dell'Est dovesse per forza avere torto su tutti i campi. Mi vengono in mente le famigerate direttive comunitarie per razionalizzare l'agricoltura o le pignole norme alimentari che hanno di fatto sostituito tanti prodotti biologico-naturali con quelli trattati chimicamente dalle industrie tedesche e commercializzati in tutta Europa.
A parte il fatto che l'unificazione tedesca l'abbiamo pagata anche noi italiani con l'Euro, ma vogliamo veramente somigliare alla Germania? Dare importanza solo all'economia, vivere una vita di m. in una prigione di regole? Ma allora perchè i tedeschi non vedono l'ora di andarsene in vacanza in Grecia, Spagna, Portogallo, tutti paesi vicini al default? Evidentemente la qualità della vita in questi paesi non è poi così male. Attenzione allora, ricordiamocelo bene: l'economia in un paese non è tutto, la qualità della vita si misura anche su altri canoni e l'autonomia è un valore non negoziabile!
Attenzione, la locomotiva tedesca rischia di investirci! |
Sia chiaro, non ho nulla contro la Germania, anzi sotto molti aspetti i tedeschi mi stanno simpatici, sono rassicuranti, ordinati e mi piace la loro serieta' e competenza sul lavoro. Ma perchè dobbiamo per forza correre questa corsa al rialzo? Perchè dobbiamo adattarci alle spietate regole imposte dalla Germania all'Europa quando sappiamo che queste ci danno perdenti in partenza, quando da anni, forse ancor prima della nostra entrata nell'Euro, queste regole sono state create dal Parlamento Europeo per favorire i paesi piu' forti, soprattutto le economie tedesca e francese?
Ma conosciamo o no il gioco sporco che ha fatto la Germania in Polonia all'indomani dell'unificazione, per esempio quando aziende tedesche comprarono in massa aziende polacche, per poi chiuderle subito dopo? Lo fecero per eliminare sul nascere la concorrenza di quelle industrie sul mercato europeo, le quali in seguito vennero messe definitivamente in ginocchio da precisi colpi di scure legislativa dell'UE, come prezzo da pagare per entrare nell'Euro. Li hanno costretti ad adeguarsi a leggi che rispecchiavano una visione del mondo filo-occidentale, come se per il solo fatto d'aver perso la guerra fredda, l'Europa dell'Est dovesse per forza avere torto su tutti i campi. Mi vengono in mente le famigerate direttive comunitarie per razionalizzare l'agricoltura o le pignole norme alimentari che hanno di fatto sostituito tanti prodotti biologico-naturali con quelli trattati chimicamente dalle industrie tedesche e commercializzati in tutta Europa.
A parte il fatto che l'unificazione tedesca l'abbiamo pagata anche noi italiani con l'Euro, ma vogliamo veramente somigliare alla Germania? Dare importanza solo all'economia, vivere una vita di m. in una prigione di regole? Ma allora perchè i tedeschi non vedono l'ora di andarsene in vacanza in Grecia, Spagna, Portogallo, tutti paesi vicini al default? Evidentemente la qualità della vita in questi paesi non è poi così male. Attenzione allora, ricordiamocelo bene: l'economia in un paese non è tutto, la qualità della vita si misura anche su altri canoni e l'autonomia è un valore non negoziabile!
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Berlusconi a Bruxelles: "Spallata dell'opposizione al governo è spallata all'Italia".
Ma senti chi parla! Se c'è qualcuno che in tutti questi anni ha voluto e vuole dare una spallata all'Italia sono i tuoi alleati di governo Bossi e Calderoli, che hanno dettato i termini di questa manovra, dicendo no alla patrimoniale sui redditi alti e si ad ulteriori tagli al welfare, avallando così la scure massonica di Tremorti. La Lega sa benissimo che una patrimoniale colpirebbe soprattutto il nord ricco e vuole assolutamente scongiurare ulteriori strette fiscali ai suoi elettori. Per fare questo è pronta a tutto, armi o carte bollate in pugno, dalla minaccia di sciopero fiscale, alla proclamazione della secessione padana! Questa manovra è in realtà il frutto della combutta dell'asse Berlusconi-Tremonti-Bossi per sfasciare l'Italia, ovvero quella triade di interessi personali, spesso contrapposti, denominata "quadra", fatta di impunità, massoneria e secessione.
E poi, caro Tremonti, è inutile che ti sforzi ad escogitare manovre sempre più ingegnose, quanto inique, per fronteggiare la crisi. Non si tampona con una serie di pezze la voragine del debito pubblico italiano, tanto meno gli attacchi speculativi portati in forze contro il nostro paese da parte dei mercati. Il fatto è che la manovra dev'essere ancora approvata e i mercati già se la sono mangiata. Ma ci rendiamo conto che di fronte ad una voragine di cui non si vede il fondo l'unica cosa da fare è un passo indietro? E invece noi cosa stiamo facendo? Ci cadiamo dentro con tutte e due i piedi cercando di ancorarci con le unghie. Per quanto tempo potremo resistere in questo modo? Se dobbiamo fare dei sacrifici almeno facciamoli per noi stessi e non per ingrossare le tasche di qualcun altro, per il vantaggio di quegli avvoltoi che stanno osservando l'agonia del nostro paese in attesa di divorarne le carni ancora fresche.
Insomma, l'unica soluzione è uscire dall'attuale sistema di dominanza finanziaria e signoraggio bancario su scala mondiale, che sono immorali, per tornare ai fondamentali dell'economia, al semplice meccanismo circolare produttore di benessere equo e diffuso:
lavoro - scambio/reddito - consumo/risparmio - lavoro
dove tutto o quasi il capitale prodotto viene reinvestito per creare altro lavoro. No, non vuole essere una lezione di "Economia for Dummies", casomai di buon senso, ma sono convinto che la semplicità è la strada migliore. Insomma, caro ministro, usciamo dal sistema che ci strozza, ricreiamo il circolo virtuoso di cui sopra e creeremo nuova ricchezza per tutti. Non credo ci voglia molto, o no? Facciamolo con coraggio, con la fantasia e l'originalità che da sempre contraddistinguono noi italiani. E vedrete se prima o poi in Europa non seguiranno tutti quanti il nostro esempio.
Foto in alto: Berlusconi stringe la mano a Herman Van Rompuy, presidente permanente del Consiglio europeo.
E poi, caro Tremonti, è inutile che ti sforzi ad escogitare manovre sempre più ingegnose, quanto inique, per fronteggiare la crisi. Non si tampona con una serie di pezze la voragine del debito pubblico italiano, tanto meno gli attacchi speculativi portati in forze contro il nostro paese da parte dei mercati. Il fatto è che la manovra dev'essere ancora approvata e i mercati già se la sono mangiata. Ma ci rendiamo conto che di fronte ad una voragine di cui non si vede il fondo l'unica cosa da fare è un passo indietro? E invece noi cosa stiamo facendo? Ci cadiamo dentro con tutte e due i piedi cercando di ancorarci con le unghie. Per quanto tempo potremo resistere in questo modo? Se dobbiamo fare dei sacrifici almeno facciamoli per noi stessi e non per ingrossare le tasche di qualcun altro, per il vantaggio di quegli avvoltoi che stanno osservando l'agonia del nostro paese in attesa di divorarne le carni ancora fresche.
Insomma, l'unica soluzione è uscire dall'attuale sistema di dominanza finanziaria e signoraggio bancario su scala mondiale, che sono immorali, per tornare ai fondamentali dell'economia, al semplice meccanismo circolare produttore di benessere equo e diffuso:
lavoro - scambio/reddito - consumo/risparmio - lavoro
dove tutto o quasi il capitale prodotto viene reinvestito per creare altro lavoro. No, non vuole essere una lezione di "Economia for Dummies", casomai di buon senso, ma sono convinto che la semplicità è la strada migliore. Insomma, caro ministro, usciamo dal sistema che ci strozza, ricreiamo il circolo virtuoso di cui sopra e creeremo nuova ricchezza per tutti. Non credo ci voglia molto, o no? Facciamolo con coraggio, con la fantasia e l'originalità che da sempre contraddistinguono noi italiani. E vedrete se prima o poi in Europa non seguiranno tutti quanti il nostro esempio.
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