martedì 9 settembre 2014

Armiamoci e partite! La imposibilidad de ver la paja en el ojo propio



15 de diciembre de 2010.

Así reza una antigua frase de Mussolini muy conocida en Italia cuya traducción sería más o menos: “Armémonos y partan”. Vale puntualizar que no la traduje mal, no hay ningún error de concordancia o de pronombres; es una frase muy utilizada por los demagogos… y no solo… sino que en muchas ocasiones la utilizamos cotidianamente en cada momento de nuestra vida diaria. ¿Cuándo?

Cuando decimos que todo va mal pero la culpa es de los otros, cuando decimos que algo debe cambiar pero la responsabilidad del cambio debe recaer en los otros… En fin, en muchas ocasiones es como si tuviésemos una increíble inteligencia para vislumbrar los errores y determinar cuál es el camino a seguir pero a la misma vez, somos extraordinariamente vagos como para asumir el cambio en nuestras propias manos.

Con la crisis económica esta problemática se ha agudizado, al menos en la Comunidad Europea, todos ponen la culpa en el otro, descargan responsabilidades y dan órdenes de cómo se deberían realizar las cosas pero cada uno asume el papel de mero espectador como si nuestras propias vidas pasaran en un filme ajeno. Es verdaderamente lamentable observar cómo los partidos políticos obtienen beneficios y nuevos adeptos a partir de la manipulación de la situación económica de la clase media baja prometiendo mejoras que en el momento actual son prácticamente imposibles, mientras que miles de personas se quedan sin sus empleos y su fuente de sustento.

¿Hay muchas personas que se percatan de esto? Quizás… quizás no es casualidad que una de mis frases más retweeteadas (¿un neologismo?) ha sido: “Es más fácil dejar que los otros decidan por nosotros y luego poner la responsabilidad en ellos”.

Pero dejando los diletantismos políticos aparte y concentrándonos en el aspecto individual; lo cierto es que asumir nuestras cuotas de responsabilidad en el plano social y personal es difícil porque equivale a reconocer que erramos en algunos puntos y que debemos enfrentar un cambio que probablemente será difícil y para el cual no todas las personas están preparadas. Así, es más sencillo asumir el papel de víctimas o retraernos en nuestro propio círculo de confianza donde sabemos que nada “malo” sucederá.

Si el niño va mal en la escuela la culpa es del maestro o del sistema educativo; si nos va mal en nuestro trabajo, la culpa es del jefe o de la empresa; si va mal la relación de pareja la culpa es del otro porque no se esfuerza todo lo necesario. En este punto sería necesario preguntarnos cómo hemos contribuido nosotros a esta situación y… lo que es aún más importante… ¿qué podemos hacer para cambiar esta situación?

No nos quedemos de brazos cruzados, asumiendo el papel de víctimas de la indolencia, siempre hay algo que hacer, siempre se puede cambiar al menos ese pequeño espacio en el que nos desenvolvemos cotidianamente, siempre podemos cambiar nuestro pedacito de realidad.

Por supuesto, para lograr una verdadera transformación primero debemos saber mirar dentro de nosotros mismos y asumir nuestras responsabilidades (ya vengan éstas en cuotas pequeñas o mayores) porque solo así tendremos la posibilidad de cambiar nuestra vida. Asumir un equívoco nos hace crecer como personas, nos da la posibilidad de rediseñar nuestros planes, cambiar nuestras metas e incluso variar nuestras creencias (ya dijo en una ocasión Einstein que “el sentido común es el conjunto de prejuicios acumulados a través de los siglos”).

Es usual que nos equivoquemos, a lo largo de la vida se acierta y se yerra, pero lo verdaderamente importante es tener suficiente apertura y flexibilidad mental como para aceptar los errores y buscar una vía para solucionarlos o, al menos, no volverlos a cometer. Por supuesto, no se trata de asumir una actitud culposa ante la vida (verdaderamente la palabra culpa es uno de esos vocablos que eliminaría gustosa del vocabulario) sino de asumir de forma madura la responsabilidad por nuestros actos e ideas.

Miremos primero dentro de nosotros para después buscar las responsabilidades de las entidades sociales o de las personas que nos rodean. Analicemos cómo nuestras actitudes contribuyen al problema general y que función desempeñamos dentro de ese gran rompecabezas. Solo entonces es momento de decir: Armiamoci e partiamo! "¡Armémonos y partamos!".

http://www.rinconpsicologia.com/2010/12/armiamoci-e-partite-la-imposibilidad-de.html

domenica 7 settembre 2014

Ecco chi guiderà l'Unione Europea per i prossimi 5 anni

Jean-Claude Juncker.

Oggi [15 luglio 2014 ndr.] il Parlamento Europeo ha ratificato, con 422 voti a favore e 250 contrari, quanto deciso nel corso dell'ultimo Consiglio europeo dello scorso 28 giugno: il nuovo presidente della Commissione Europea sarà Jean-Claude Juncker. Si tratta di una decisione di grande importanza e impatto sulle prossime politiche di Bruxelles, dato che la Commissione Europea è l'organo esecutivo dell'Unione Europea, oltre ad essere l'unica istituzione comunitaria cui spetta il potere di iniziativa legislativa.

Nel discorso pronunciato stamane ai parlamentari europei Juncker si è definito "il presidente del dialogo sociale" e ha presentato alcuni aspetti del suo programma per i prossimi 5 anni, tra cui il lancio di un programma di investimenti pubblici e privati da 300 miliardi di euro in 3 anni, la lotta contro il dumping sociale (la delocalizzazione delle imprese in aree in cui il costo del lavoro è inferiore o dove il diritto del lavoro è meno stringente) e il rafforzamento del mercato unico (soprattutto in campo digitale). Tuttavia anche il suo predecessore alla presidenza della Commissione, Josè Manuel Barroso, nel 2009 si era presentato al Parlamento Europeo concentrando l'attenzione sulla necessità di un mercato sociale in risposta alla crisi economica e impegnandosi "a combattere il dumping sociale". Addirittura, per quanto riguarda il bilancio UE, era arrivato a promettere di "portare avanti un approccio basato sulla solidarietà", ma è evidente che di tutte queste promesse si è concretizzato ben poco. A ciò si aggiunga che Juncker, oltre ad una loro puntuale elencazione, non ha dato alcun dettaglio sui suoi punti programmatici, rimandando anzi a febbraio 2015 l'elaborazione di un programma per la crescita e l'occupazione. Per tutte queste ragioni preferiamo concentrarci sulla figura di Juncker piuttosto che sulle sue parole, per testare la sua credibilità e capire se effettivamente possiamo fidarci.

Governatore della Banca mondiale dal 1989 al 1995, Jean-Claude Juncker assunse dal 1995 la responsabilità di Governatore del Fondo Monetario Internazionale e di Governatore della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS). Inoltre, dal 1995 al 2013 è stato Primo Ministro del Lussemburgo, un paradiso fiscale, dove esercitava anche le funzioni di Ministro delle Finanze, Ministro del Lavoro e Ministro del Tesoro. Dal 2005 poi Juncker entrò in carica come primo presidente permanente dell'Eurogruppo, il centro di coordinamento che riunisce i ministri dell'Economia e delle finanze degli Stati che adottano l'euro, e mantenne tale incarico fino a gennaio del 2013. In tutti questi anni ha avuto quindi un ruolo centralissimo nella gestione della crisi e nella scelta delle politiche economiche e finanziarie dell'Unione Europea.

Insomma, si tratta di quanto di più vecchio potessimo aspettarci. Dopo elezioni europee in cui in Paesi come Francia e Inghilterra si è imposto il fronte euroscettico e in altri come l'Italia teoricamente ha vinto il "cambiamento", la risposta delle istituzioni comunitarie al crescente malcontento è Juncker, un vecchio insider, uno dei maggiori responsabili delle disgraziate decisioni che hanno portato l’Europa nella sua attuale empasse e un maestro del metodo Monnet. “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo di vedere cosa succede. Se non c’è nessuna protesta, perché la maggior parte delle persone non capisce cosa stiamo facendo, andiamo avanti passo dopo passo fino a quando siamo oltre il punto di non ritorno”, ha dichiarato tempo fa al “Der Spiegel”. Questo era il tasso di democrazia in Europa fino a ieri, e questo continuerà ad essere almeno per i prossimi 5 anni.

Ma oltre ad aver presieduto l'Eurogruppo Juncker, come detto, è stato anche governatore della Banca Mondiale, del FMI e della BERS, tre organismi finanziari internazionali che fanno della diffusione del neo-liberismo a livello globale il loro obiettivo principale. Privatizzazioni, riforme strutturali e apertura ai mercati in cambio di prestiti, questa è la loro ricetta. Vi ricorda qualcosa?

Ma anche in patria il nuovo presidente della Commissione Juncker ha giocato un ruolo di prim'ordine per quasi un ventennio. Qui faceva parte del Partito Popolare Cristiano Sociale, un partito di stampo democristiano e fortemente europeista. E ci mancherebbe, se oggi il Lussemburgo è il secondo gestore al mondo di fondi di investimento, dopo gli USA, lo deve proprio agli accordi europei, che gli hanno permesso di estendere i propri clienti da poche centinaia di migliaia di residenti a 350 milioni di potenziali clienti europei. A fronte di poco più di 500.000 abitanti infatti, oggi il Lussemburgo conta ben 3841 fondi domiciliati nel suo territorio che alla fine del 2013 gestivano asset per 2,4 trilioni di euro. E lo stesso discorso vale per il suo sistema assicurativo, che pesa per 4 volte il suo PIL e di un sistema bancario che gestisce asset per circa 18 volte il suo PIL. Come si può pensare che un politico proveniente da una realtà come questa, totalmente dedita alla finanza e di cui solo il 14% del PIL è generato da industria e agricoltura, possa riavvicinare le istituzioni europee all'economia reale e proporre un' efficace regolamentazione finanziaria?

Ma non è finita, c'è un'altra curiosità che riguarda il nuovo presidente della Commissione europea. Nel 2013 infatti Juncker fu costretto a dimettersi da Primo Ministro del Lussemburgo perchè coinvolto in uno scandalo a dir poco inquietante: una Commissione parlamentare presentò un report che descriveva una vera e propria "struttura di polizia segreta", che aveva compiuto migliaia di intercettazioni illegali, organizzato missioni fuori dal suo mandato, spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e accettato soldi in cambio di favori. Insomma, è questa gente che dovrebbe salvarci dalla nostra classe politica corrotta e parassitaria? Siamo messi proprio bene.

Chi ha votato il PD di Renzi alle ultime Europee sapeva che con questa scelta avrebbe avallato la nomina di un presidente della Commissione che rappresenta la personificazione del liberismo, degli interessi finanziari e di tutte le politiche di rigore e austerity imposte da Bruxelles negli ultimi anni? Sapeva che avrebbe votato per un candidato proposto dalla Merkel unicamente per mantenere lo status quo? Vogliamo sperare di no, ma soprattutto vogliamo sperare che se ne inizi a rendere conto prima di ripetere lo stesso errore.


Pubblicato da A+S.

Fonte: http://visioneinsieme.blogspot.it/2014/07/ecco-chi-guidera-lunione-europea-per-i.html

LA TOURNEE DELL'AGENTE YOANI

21 febbraio 2013.

Estados Unidos, Alemania y España tras el viaje de Yoani Sánchez por el mundo.  Froilán González y Adys Cupull   Cuba está de fiesta, celebra la Feria Internacional del Libro dedicada por primera vez a un país de Africa, Angola. Plena de alegrías con la visita de centenares de escritores de todo el mundo. La presencia de intelectuales y artistas de la delegación del hermano pueblo, despierta el entusiamo e interés de los cubanos por conocer más sobre ese país tan entrañablemente querido. En este mes coincide otra noticia Raúl Castro Ruz, presidente de los Consejos de Estado y de Ministros, recibió en la tarde de este martes al honorable Senador Patrick Leahy, demócrata del Estado de Vermont, presidente Pro Témpore del Senado y presidente de su Comité Judicial, quien encabeza una delegación integrada por la Sra. Debbie Stabenow, senadora demócrata del Estado de Michigan y presidenta del Comité de Nutrición y Recursos Forestales; Sr. Sherrod Brown, senador demócrata del Estado de Ohio; Sr. Sheldon Whitehouse, senador demócrata del Estado de Rhode Island; Sr. Jeff Flake, senador republicano del Estado de Arizona; Sr. James Mc Govern, representante demócrata del Estado de Massachusetts; Sr. Chris Van Hollen, representante demócrata del Estado de Maryland, y otros acompañantes.La comitiva está encabezada por el senador demócrata Patrick Leahy, quien visitó el año pasado la isla con otra delegación de legisladores y se entrevistó también con el Presidente de Cuba.También se anunció el recorrido por la calles habaneras de Gary Heathcott, uno de los importantes publicista y periodista estadounidense, quien reconoció que su más anhelado sueño consiste en la buena vecindad entre su país y Cuba.

Mientras estos encuentros se desarrollaban, un reportero europeo desinformado y despistado como siempre, y con varios años a distancia trataba de entrevistar a los llamados disidentes, empeñados en enturbiar las relaciones de Cuba con el mundo.Sus propósitos se vieron frustados porque la mayoría estaban de largas giras en el exterior: Uno se encuentra en Suecia, otro en Suiza, la presidenta de las Damas de Blanco, realizando trámites para viajar a Panamá, invitada y financiada por la ultraderecha de Alemania y Yoani Sánchez, en Brasil, primera escala de una gira de tres meses por el mundo, invitada por organizaciones de ultraderecha y sectores afines. Todo no ha sido como esperaban los anfitriones y Yoani, quien llegó en horas de la madrugada del 11 de febrero al Aeropuerto Internacional Guararapes de la ciudad de Recife, capital del estado de Pernambuco, en un vuelo procedente de Panamá. Fue recibida con flores y regalos por el anfitrión y algunos periodistas, pero con gran sorpresa para todos y a pesar de la hora, grupos de manifestantes protestaban por la visita y mostraban pancartas donde se podían leer: "Yoani espía de la CIA", "Viva Cuba" y "Yoani Sánchez mentira internacional patrocinada por la CIA".

En Recife, tomó otro avión para Salvador, donde encontró otros manifestantes que rechazaban su visita. Decenas de personas la esperaron en el aeropuerto Luis Eduardo Magalhaes, con pancartas en las que la denunciaban como mercenaria y gritaban “Cuba sí, yanquis no”. Luego continuó por tierra hasta Feira de Santana, ciudad del estado de Bahía donde estaba previsto la exhibición de un documental contra la Revolución Cubana, en el cual es la protagonista. El acto estaba programado para las 19:00 horas, pero fue necesario demorarlo por más de 4 por las protestas de los manifestantes.

Según los reportes de prensa cinco policías custodiaban el estrado donde Sánchez estaba acompañada por el autor del film, el brasileño Dado Galvao. Cuando el documental mostró las declaraciones de Yoani Sánchez con informaciones falsas y tendenciosas, los asistentes al salón del Museu del Saber, en el que se llevaba a cabo el acto, la increparon con gritos de "Viva la Revolución" y "Cuba sí, yanquis no", y muchos de los asistentes los secundaron en coro.

Entre los lemas y gritos le decían: "Agente de la CIA", "mercenaria anticubana", "asalariada de Washington", "sirvienta de la mafia terrorista de Miami", "enemiga de los pueblos latinoamericanos".

La Sánchez se negó a responder cuando le preguntaron por qué no reclamaba la devolución de la base naval de Guantánamo que el Gobierno de Estados Unidos ocupa ilegalmente en Cuba y la ha convertido en un centro de torturas, humillaciones y violaciónes de los derechos humanos. Tampoco quiso hablar sobre los cinco cubanos presos injustamente en Estados Unidos.

Un fotógrafo colaborador de EFE declaró que no hubo violencia física sino agresiones verbales y, ante la falta de acuerdo, suspendieron la presentación del documental. Ya pasaban las 23:00 horas.


Según el diario Folha de Sao Paulo, los manifestantes le gritaron: ¡traidora! y otras proclamas a favor de Cuba. Al mismo tiempo, pidieron debatir con la bloguera.

En el exterior del edificio había un cartel que denunciaba a la CIA y la ultraderecha de Estados Unidos, Alemania y España como las financiadoras del largo viaje.

La Sánchez criticó aquellas protestas y pidió que fuera reforzada su seguridad, declaró: "Los gritos, los insultos, fue como si hubiesen sido orquestados por terroristas..." y afirmó que los manifestantes querían lincharla.

La custodia de la Policía Militar brasileña fue solicitada por el alcalde de Feira de Santana y Yoani Sánchez dijo: "Fue un gesto muy positivo blindarme con esa protección. Pero lamento que la situación haya llegado a este punto...".

Tanto en Recife como en Salvador, los manifestantes mostraron fotografías de Fidel Castro y del Ché Guevara.

Caio Botelho Ferreira, de la juventud del Partido Comunista do Brasil declaró:
"...Ella está financiada por una nación extranjera, defendemos el derecho de opinión de que cualquiera pueda hacer críticas a su país pero no estamos de acuerdo en que reciba dinero de un país extranjero para atacar a otro".

Según el programa planificado ellacontinuará el recorrido a Santiago de Chile para un convite con grupos, defensores de la más infame dictadura que ha sufrido el pueblo chileno y de su máximo representante: Augusto Pinochet. Posteriormente visitará México para impartir una conferencias en la ciudad de Puebla, donde es invitada de honor de la Sociedad Interamericana de Prensa (SIP). En México fue señalada como la moderna Malinche.

La extensa gira incluye Estados Unidos, con encuentros en Nueva York, Washington y Miami. Según los despachos de prensa será recibida en las oficinas del New York Times y en Miami recibirá el 1 de abril la Medalla Presidencial que le concederá la institución educativa Miami Dade College (MDC) y ofrecerá una charla que será retransmitida en directo por internet.

Esta distinción se le ha entregado en años anteriores a Lech Walesa, Mikhail Gorbachev, Bill Clinton, Muhammad Yunus, Madeleine Albright, José María Aznar y Álvaro Uribe, según detalló el Miami Dade College.

Entre los países a recorrer por Yoani Sánchez se incluyen Argentina, Canadá, Perú, España, Italia, Polonia, Alemania, República Checa, Países Bajos y Suiza. Tal vez desde allí se realicé su sueño: Desayunar en Madrid, almorzar en Miami y cenar en Australia.En América Latina la gira ha comenzado muy diferente a lo organizado. Los pueblos de esta región no son fáciles de engañar, tampoco los europeos, aunque a veces les venden carne de caballo y de burro como si fuera de vacuno, esta vez, creo que se darán cuenta muy rápidamente del producto falseado.La próxima escala de Yoani Sánchez sería Argentina, pero hay acusaciones de su esposo que le demoraron la visa. Sin embargo, desde Buenos Aires se escuchan mensajes de protestas, entre ella del director del museo Che Guevara de Buenos Aires, Eladio González, quien declaró que tiene la entrada prohibida al recinto y le formuló un cuestionario con 40 pregunas, que circulan por la red, para que Yoani usando su blog dé respuestas a sus lectores. Solo nos limitaremos a unas pocas de ellas:

1.- ¿Quién organiza y financia su gira mundial?
2.- En agosto de 2002, después que usted se casara con un ciudadano alemán llamado Karl G., abandonó Cuba...
4.- ¿Cómo pudo casarse con Karl G. si ya estaba casada con su actual esposo Reinaldo Escobar?
15. - ¿Quién se esconde detrás de su sitio desdecuba.net cuyo servidor está alojado en Alemania por la empresa Cronos AG Regensburg registrado bajo el nombre de Josef Biechele, que aloja también sitios Internet de extrema derecha?
16. - ¿Cómo pudo hacer su registro de dominio mediante la empresa estadounidense GoDady, ya que lo prohíbe formalmente la legislación sobre las sanciones económicas?
17. Su blog está disponible en no menos de 18 idiomas (inglés, francés, español, italiano, alemán, portugués, ruso, esloveno, polaco, chino, japonés, lituano, checo, búlgaro, holandés, finlandés, húngaro, coreano y griego). Ningún otro sitio del mundo, incluso los de las más importantes instituciones internacionales como por ejemplo las Naciones Unidas, el Banco Mundial, el Fondo Monetario Internacional, la OCDE o la Unión Europea, dispone de tantas versiones lingüísticas. Ni el sitio del Departamento de Estado de Estados Unidos ni el de la CIA disponen de semejante variedad. ¿Quién financia las traducciones?
27.- ¿Por qué usted, tan expresiva en su blog, oculta sus encuentros con los diplomáticos estadounidenses en La Habana?
28.- Entre el 16 y el 22 de septiembre de 2010, usted se reunió secretamente en su apartamento con la subsecretaria de Estado estadounidense Bisa Williams durante su visita a Cuba, como lo revelan los documentos de Wikileaks. ¿Por qué mantuvo un manto de silencio sobre este encuentro? ¿De qué hablaron?
29.- Michael Parmly, antiguo jefe de la diplomacia estadounidense en La Habana afirma que se reunía regularmente con usted en su residencia personal como lo indican los documentos confidenciales de la SINA. En una entrevista, hizo partícipe de su preocupación respecto a la publicación de los cables diplomáticos estadunidenses por Wikileaks: “Me molestaría mucho que las numerosas conversaciones que tuve con Yoani Sánchez se publicaran. Ella podría pagar las consecuencias toda la vida”. La pregunta que viene inmediatamente a la mente es la siguiente: ¿cuáles son las razones por las que usted tendría problemas con la justicia cubana si su actuación, como afirma, respeta el marco de la legalidad?
38.- ¿Le parece normal que Estados Unidos financie una oposición interna en Cuba para conseguir “un cambio de régimen”?
40. ¿Qué intereses se esconden detrás de su persona?

 Fuente: https://www.facebook.com/notes/asicuba-umbria/la-tournee-dellagente-yoani/10151230759281486

lunedì 1 settembre 2014

SANITÀ GRATUITA E RICERCA SCIENTIFICA A CARICO DELLO STATO SOCIALISTA



Il sistema sanitario cubano è uno dei migliori al mondo e per i cubani è completamente gratuito. Si fonda sul principio per cui la salute è un diritto sociale inalienabile e tutti i cubani hanno diritto all’assistenza sanitaria completa senza distinzioni. I servizi sono finanziati quasi interamente tramite risorse pubbliche. Il Ministero della Salute è l’organismo regolatore del sistema, concentra e distribuisce le risorse destinate ai servizi sanitari e opera a tutti i livelli.

Complessivamente l’assistenza si sviluppa attraverso una rete di circa 220 ospedali, 15 istituti di ricerca, 500 policlinici e una copertura diffusa in tutta l’isola di personale sanitario, per un totale di circa 600.000 lavoratori (9% della popolazione in età lavorativa), di cui circa 30.000 medici di famiglia. I medici sono passati da 5,2 medici ogni 1000 abitanti nel 1995 a circa 6,7 nel 2009; nello stesso periodo gli infermieri sono passati da 7 ogni 1000 abitanti a 9,5.

Prima della rivoluzione cubana del 1959, il sistema sanitario cubano era basato su ospedali gratuiti statali, cliniche mutualistiche e ambulatori privati; gli ospedali gratuiti erano presenti solo in un terzo dei municipi ed erano di scarsa qualità. Esisteva un solo ospedale universitario, un’unica scuola di medicina e le prestazioni erano erogate per la maggior parte privatamente da medici residenti per i 2/3 a L’Havana. Solo il 10-20% circa della popolazione rurale poteva fruire di una qualche forma di assistenza medica. L’aspettativa di vita era inferiore ai 60 anni. La mortalità infantile era del 70 per mille nati vivi e la mortalità materna era 120 per 100 mila nati vivi. L’analfabetismo arrivava nelle zone rurali al 40%; solo l’11,2% delle famiglie dei lavoratori agricoli beveva latte e solo il 2% mangiavano uova.

Dopo la rivoluzione la metà dei 6.000 medici al momento presenti sull’isola espatriò. A Cuba rimasero solo 16 professori di medicina. Il Ministero della Salute iniziò quindi un programma di nazionalizzazione e regionalizzazione dei servizi sanitari: furono realizzati 50 nuovi ospedali rurali e 160 policlinici in aree urbane, fu iniziato un programma di vaccinazione dei bambini e fu istruito nuovo personale. Vennero, inoltre, assunti 750 medici e studenti di medicina per trascorrere un periodo della loro carriera professionale nelle campagne, sulle montagne e nelle comunità costiere. L’obiettivo del servicio médico rural era quello di garantire “la prevenzione delle malattie e di rivitalizzare i servizi sanitari per i più bisognosi, perché poveri o in precarie condizioni di salute o perché residenti lontano dai centri urbani”.

Nel 1986 venne introdotto il Programma del Medico di Famiglia, che mise a disposizione dei pazienti un team costituito da medico e infermiera e garantì, a partire dai primi anni ‘90, l’assistenza primaria al 95% delle famiglie cubane direttamente nel proprio quartiere di residenza. Erano attive 21 scuole mediche in tutto il territorio nazionale. Il sistema sanitario cubano cominciò a essere preso dall’OMS, dall’Unicef e da altre agenzie internazionali come esempio per un servizio sanitario nei Paesi in via di sviluppo. Ottimi risultati sono stati ottenuti grazie a ripetute campagne vaccinali, grazie alle quali per alcune malattie non si verificano casi da diversi anni: Poliomielite, 1962; Tetano neonatale; 1972; Difterite, 1979; Meningoencefalite post-parotidite, 1989; Sindrome rosolia congenita, 1989; Morbillo, 1993; Pertosse, 1994;Rosolia e parotite, 1995; Febbre Gialla, 2005.

Molti tra i migliori medici cubani sono mandati dal governo a lavorare in altri paesi dell’America latina: con il programma Barrio Adentro, letteralmente “nel quartiere”, a partire dal 2002 il governo venezuelano vuole garantire cure mediche di base per tutti, anche per le fasce di popolazione più miserevoli, adottando il modello cubano. Cuba, nella fase iniziale di Barrio Adentro, ha inviato circa 18.000 medici in Venezuela; da parte sua Chavez invia forniture di petrolio. Nel 2008 i medici cubani che lavoravano in paesi esteri erano circa 37.000, sparsi in più di 70 paesi. I medici che decidono di lavorare al’estero ricevono compensi maggiorati.

Quando guadagna invece un medico cubano che rimane a Cuba? Tutti i medici sono dipendenti del governo e mediamente un medico di famiglia guadagna 20 dollari al mese e ha a disposizione benefit come la casa e generi di prima necessità. La sanità assorbe il 8.7% del PIL nazionale, ma se negli ultimi anni le risorse dedicate alla salute sono aumentate considerevolmente.

Cuba può vantare il tasso di mortalità infantile più basso del continente (che si attesta intorno al 26%, un risultato straordinario se si pensa che si sale su scala mondiale fino al 52%), persino inferiore agli Stati Uniti, che continuano ad assediare il Paese confermando il criminale embargo economico più volte dichiarato illegale dalle Nazioni Unite.

Anche per quanto riguarda la ricerca medica e farmaceutica Cuba è all’avanguardia: a testimonianza dell’alto livello raggiunto vi è l’unico vaccino al mondo contro la malattia causata dal meningococco di tipo B e dal 1990 è nel programma nazionale di vaccinazione infantile a Cuba. I laboratori di ricerca a Cuba hanno anche prodotto vaccini e sieri contro la meningite A e C, la leptospirosi, la difterite, il tetano, la febbre tifoide e la pertosse. Nel maggio 2012 il direttore el Centro de Ingeniería Genética y Biotecnología, Gerardo Guillén, ha reso pubblica la scoperta di un farmaco (HeBerprot) che permette di evitare l’amputazione degli arti inferiori nei pazienti diabetici. La ricerca a Cuba è in piena attività e sono stati fatti grandi passi avanti contro Aids ed il cancro; per esempio vengono sperimentati due farmaco uno denominato Vidatox, studiato sulla base del veleno di uno scorpione, ed il secondo denominato CimaVax che dovrebbero combattere il cancro al polmone. Per quanto riguarda Aids entro il 2012 inizierà al fase di sperimentazione di una terapia innovativa.

L’Ozono (O3), derivato dell’Ossigeno (O2) è il più potente ossidante in natura ed il più efficace nel distruggere batteri, virus, funghi, pesticidi e metalli pesanti… è utile per diverse patologie ortopediche e vascolari, nella demenza senile, Sla e Sclerosi multipla. Indovinate un po’ quale paese è all’avanguardia nell’utilizzo dell’O3 a scopi medici? Indovinato! La patria dell’ozono terapia è Cuba. La ricerca medica nell’isola caraibica è cosi avanzata che i più ricchi e i più potenti del mondo vanno a curarsi lì.

E poi dicono che il socialismo ha fallito…

[fonti: http://www.saluteinternazionale.info/2013/02/salute-e-sanita-a-cuba-i-parte/, http://www.forumdesalternatives.org/it/cuba-resiste-sanita-gratuita-per-tutti, http://calle23.blogspot.it/2012/11/cuba-e-la-ricerca-scientifica.html, http://calle23.blogspot.it/2010/10/la-ricerca-scientifica-cuba.html, http://www.donnefelici.com/contatti_8.html]

Cubainformacion.tv e Cubainformazione.


Fonte

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