martedì 30 agosto 2011

I quattro giganti ciechi alla sfida del futuro prossimo

di Giulietto Chiesa

Dopo un quarantennio imperiale, unipolare, stiamo vivendo una parentesi multipolare. Quanto durerà nessuno può saperlo e non abbiamo una sfera di cristallo in cui guardare. L'unica cosa che sappiamo, con certezza, da molti segnali, è che siamo nella vicinanza relativa di un punto di rottura della continuità storica: quello che si può definire come un “cambiamento di fase”, qualcosa di analogo a quello che in fisica, per esempio, è il passaggio dallo stato liquido a quello gassoso. È per questa ragione che parlo di parentesi multipolare: perché non sarà lunga come la fase storica unipolare che l'ha preceduta, e perché la sua durata equivale alla nostra distanza dal punto di rottura, o cambiamento di fase.

Questa distanza si misura in anni, non in decenni e quello che avverrà in questi anni deciderà le modalità del cambiamento di fase e, in misura decisiva, deciderà anche come l'umanità uscirà dalla transizione. Dunque è molto importante capire come arriveremo al “punto di ebollizione”. Per questo occorre identificare, con la maggior precisione possibile, chi sono gli “attori” in grado, almeno in via teorica, di influire su questo percorso temporale.

Sono quattro e tali resteranno nella durata della parentesi.

Altri attori stanno per entrare nell'agone pre-ebollitorio, ma non c'è il tempo perché possano entrarci del tutto e dunque parteciperanno come comprimari e, come tali, potranno al massimo fungere da catalizzatori di processi che li travalicano.

Chi sono questi quattro? Sono gli Stati Uniti, la Cina, l'Europa e la Russia.

Sono quattro soggetti le cui “forze” sono in sommo grado disomogenee: per estensione territoriale, per situazione demografica, per dimensione finanziaria, per composizione tecnologica, per struttura industriale e commerciale, per potenza militare, per esperienza storica e cultura. Dunque è assai difficile collocarli in una scala unitaria di forze per estrarne una graduatoria.

Tuttavia la risultante che emerge da ciascuno di essi è una “qualità” grosso modo, intuitivamente, misurabile nell'agone planetario unico nel quale concorrono, cooperano talvolta, collidono e collideranno. In parole povere: sappiamo quanto ciascuno può “valere”, cioè contare, cioè influire sulla situazione globale e sul comportamento degli altri tre.

Noi già sappiamo che la globalizzazione ha assunto un livello tale che, per la prima volta nella storia umana, l'Uomo è in grado – per usare un'espressione di Freeman Dyson – di “turbare l'universo”, non c'è più decisione di uno di questi giganti che possa essere assunta senza influire sull'insieme globale.

È l'insieme globale, e non i suoi singoli componenti, che è oggi sottoposto alle smisurate tensioni che lo stanno conducendo a un cambiamento di fase. Se ne deduce che, per evitare che questo avvenga in forme totalmente incontrollate, catastrofiche, devastanti, occorre un consenso internazionale su tutte le prossime mosse concernenti i punti critici che si approssimano alla rottura (clima, denaro, energia, cibo, acqua, popolazione, etc.).

La domanda è questa: è possibile un tale consenso? Stando sulla rotta attuale, esso è altamente improbabile per molte cause, tre delle quali determinano tutte le altre:

a) l'attuale architettura internazionale è priva di strumenti in grado di far cambiare la rotta ai quattro protagonisti.

b) l'eredità storica dei quattro giganti è talmente pesante che impedisce non solo un agire comune, ma nella grande maggioranza dei casi, e dei problemi, impedisce perfino un pensare comune.

c) entro l'orizzonte temporale della parentesi multipolare i loro interessi immediati collidono. E il livello intellettuale delle classi dirigenti è del tutto al di sotto delle necessità.

Elevare la probabilità di un esito “fausto” implicherebbe un intervento radicale sui tre problemi qui appena enunciati.

È probabile che ci si riesca, data la ristrettezza del tempo a disposizione, e dato il livello culturale e intellettuale delle élites politiche ed economiche che detengono il potere reale nei quattro centri dominanti?

La risposta è ricavabile dalla stato dell'arte attuale: non possiamo cullarci nell'illusione e coltivare speranze infondate. Occorre un grande realismo, per comprendere che decisioni drammatiche, congruenti con l'immensità dei problemi, devono essere prese e che, se non saranno prese, dobbiamo attenderci sconvolgimenti imprevedibili per dimensione, portata, effetti.

Guardiamo ora in rapida sintesi dove si trovano i quattro protagonisti.
 

Gli Stati Uniti sono in un declino evidente e inarrestabile. Essi hanno già perduto la loro posizione imperiale, anche se non sembrano ancora essersene accorti. L'élite che li guida appare incapace di prendere atto della situazione e di riorganizzarsi di conseguenza. Al contrario appare incline, seppure confusamente, a imporre la sua supremazia anche a dispetto del proprio declino e della insostenibilità di una tale pretesa. Fino a che l'élite americana non metterà in discussione l'assioma reaganiano secondo cui “il tenore di vita del popolo americano non è negoziabile”, quel paese resterà prigioniero dell'illusione di poter continuare a crescere come ha fatto negli ultimi cento anni.

Quando apparirà evidente che ciò non è materialmente possibile, l'esito più probabile – in assenza di una guida più ragionevole dei “tea party”, e dell'élite bipartisan nelle cui mani si trova – sarà la tentazione di usare l'immensa forza militare di cui dispone per schiacciare avversari e concorrenti. Poiché i suoi avversari e concorrenti sono delle dimensioni che sappiamo, si può provare a immaginare gli scenari agghiaccianti che ci si delineano di fronte.
 

La Cina è il nuovo potere mondiale in formazione, anch'esso inarrestabile (con mezzi pacifici). È la Cina, esclusivamente la Cina, il martello pneumatico che sta frantumando l'Impero americano, essendo evidente che l'Europa non partecipa a questa impresa per la sua totale subalternità al modello imperiale di crescita, e essendo altrettanto evidente che la Russia non può e non vuole il declino americano e lo teme non meno della crescita politico-economica della Cina. Questa agisce già globalmente in tutte le direzioni e a ritmi che, nei prossimi cinque anni – in presenza di tassi di crescita del Pil cinese del 10% medio annuo - avremo di fronte “una Cina e mezza”, al posto dell'attuale.

Questi ritmi di crescita, si presume, porranno non pochi problemi alla stessa Cina, attuale e futura, la cui soluzione positiva possiamo soltanto auspicare, perché, in caso di fallimento del suo programma, gli effetti che dovremmo fronteggiare sarebbero probabilmente di un ordine di grandezza superiore a quelli di un suo successo. Nello stesso tempo la crescita cinese pone e porrà comunque immensi problemi al pianeta nel suo insieme, influendo su tutti i punti della crisi già in atto nel resto del mondo (clima, energia, risorse naturali, finanza, commercio).

Ma con alcune specificità essenziali: la Cina ha le risorse energetiche (carbone) per attraversare indenne tutta la parentesi multipolare; la Cina è l'immenso mercato di se stessa e, in quella parentesi potrà procedere prescindendo in gran parte dalle perturbazioni esterne che si verificheranno in parallelo; la Cina ha un sistema politico che permette decisioni centralizzate e rapide. Il controllo interno è assicurato sia da un sistema politico autoritario, sia dal consenso prodotto dalla crescita di un benessere diffuso e prima sconosciuto a ampi strati sociali.

Si può aggiungere, anzi è opportuno farlo, che la Cina ha un orizzonte e un respiro storico e temporale più vasto di quello dell'Occidente nel suo complesso, che le permette una visione più lunga. Credo che siano queste le ragioni per cui l'attuale Cina appare la meglio preparata a fronteggiare il passaggio di fase cui accennavo all'inizio. Tuttavia la Cina, come almeno due degli altri giganti planetari (Europa e USA) non dispone del freno per annullare, e neppure frenare la propria, mostruosa inerzia di crescita. Oggi si presenta come un giocatore moderato e prudente, perfino dimesso nelle forme, sorridente e amico (anche se molto fermo nella difesa dei propri interessi nazionali). Ma, quando questa Cina diverrà “due Cine”, cioè tra una decina d'anni, nessuno può prevedere né quale sarà il suo peso, né come si dispiegheranno gli effetti della sua supremazia su un mondo già sconvolto in tutti i suoi equilibri essenziali.
 

La Russia è – economicamente, demograficamente - il più piccolo dei quattro protagonisti. Ma è il più grande geograficamente e lo è soprattutto dal punto di vista delle risorse naturali. È un territorio sconfinato entro cui si trovano le più grandi riserve di energia, di materie prime, di cui il pianeta è dotato. Teoricamente è in condizione di affrontare la parentesi multipolare meglio di ogni altro, proprio sotto il profilo delle risorse. Ha una vasta intellighenzia tecnologica diffusa, ma ha un background industriale molto vecchio, una rete di infrastrutture inadeguata, una fisionomia commerciale assai debole. Soprattutto è un paese ancora ripiegato su se stesso vent'anni dopo il crollo sovietico, con una classe dirigente mentalmente “compradora”, in gran parte subalterna agli Stati Uniti, ma con contemporanee pulsioni nazionalistiche e ambizioni da grande potenza frustrata.

Tutto ciò in condizioni di alta ricattabilità, poiché questi ultimi vent'anni sono stati per la Russia un'imitazione forsennata del modello capitalistico americano, che ha seriamente intaccato le radici storiche della stessa cultura russa.

Nello stesso tempo questa classe di oligarchi di rapina ha fatto emigrare nelle banche occidentali gigantesche ricchezze che fanno ormai parte integrante della gigantesca macchina della speculazione finanziaria guidata da Wall Street. La Russia, senza investimenti modernizzatori, è rimasta essenzialmente un esportatore di materie prime. In queste condizioni sarà difficile che la Russia possa alzare lo sguardo sull'orizzonte per assumere un ruolo mondiale di organizzatore del consenso attorno a una visione autonoma, non conflittuale, della transizione di fase.

Men che mai questa Russia attuale può ambire a diventare un centro propulsore di una visione dello sviluppo umano capace di parlare al pianeta, di una nuova narrazione del mondo all'altezza delle mai sopite ambizioni di qualche minoranza di divenire la “Terza Roma”.

Appare ben più probabile che la Russia si schieri con l'Occidente contro la Cina: più che per l'atavica paura russa del vicino gigante, per il groviglio d'interessi che lega la Russia allo sviluppo capitalistico consumista che sta andando in rovina. Dei quattro giganti, dunque, la Russia appare il meno rilevante, nel senso di meno in grado di influenzare il comportamento degli altri, e piuttosto incline a farsi trascinare dai loro comportamenti. L'asso nella manica russa, che le permetterà di avere voce in capitolo, è la sua potenza nucleare. Dopo averne perduto il controllo nell'era Eltsin – che lo aveva consegnato, per timore di un ritorno del comunismo, nelle mani americane - oggi lo ha riacquistato e lo conserverà gelosamente nel corso di tutta la parentesi bipolare.

Ma questa carta non sarà giocabile, o lo sarà troppo tardi, quando il cambiamento di fase diventerà tumultuoso e incontrollabile. E, in quella fase, molte tecnologie avanzate diverranno probabilmente più vulnerabili di quanto siano mai state. Piuttosto sorgenti di pericolo che di sicurezza.
merkozy

L'Europa, infine. Essa si trova in preda a una crisi senza precedenti, che è diretta conseguenza del “contagio” di Wall Street. Nel senso che, avendo l'Europa scelto senza equivoci il modello finanziario ultra-liberista statunitense, accodandosi al vagone britannico del treno di Washington, è oggi costretta non solo a sostenere tutte le operazioni di salvataggio della macchina imperiale, ma a pagarne le maggiori conseguenze.

La serie di attacchi speculativi organizzati dal “consenso washingtoniano” sta minacciando, in rapida successione, dopo la Grecia, una serie di paesi che stanno perdendo sovranità a vantaggio dei centri mondiali della finanza occidentale, tutti imperniati sul dollaro. La sovranità di Grecia, Irlanda, Spagna, Portogallo, e poi Italia e via via tutti gli altri, significa perdita ulteriore della stessa sovranità europea.

Il modello americano, per altro, mostra crepe talmente evidenti che nemmeno il mainstream, interamente impegnato, con il suo enorme esercito di propagandisti, a nascondere l'evidenza, riesce a nascondere alle opinioni pubbliche europee il disastro incombente. La Banca Centrale Europea, invece di affrontare di petto la crisi della finanza mondiale, assumendo una strategia autonoma e differente rispetto a quella di Wall Street, stabilendo nuove regole, che avrebbero costretto Washington a venire a patti non solo con l'Europa, ma con la Cina, il Giappone, il Brasile, l'India, si è collocata nel suolo di servizio della strategia volta a salvare il dollaro dal tracollo, e l'America (insieme alla Gran Bretagna) dalla bancarotta.

Probabilmente, con i gruppi dirigenti europei che si ritrova, l'Europa non poteva fare diversamente. Ma il fatto è ora che la crisi dell'America è divenuta la crisi dell'intero Occidente.

E, mentre in America, maturano e s'incattiviscono gli spiriti selvaggi di un capitalismo al tempo stesso di rapina e di autarchia (ormai entrambi impossibili da realizzare), che producono uno spostamento a destra dell'asse politico interno, in Europa si assiste alle prime avvisaglie di una rottura del patto sociale che aveva tenuto assieme le società europee.

Un patto sociale che, con il welfare europeo spalmato, nel periodo delle vacche grasse, su vasti strati di ceti intermedi, aveva garantito all'Europa istituzioni stabili e circondate da un relativo consenso. Adesso l'opinione pubblica, abituata al modello del welfare, lontanissimo da quello americano, si vede precipitata all'indietro nel suo tenore di vita, mentre strati intermedi sempre più vasti scendono lungo la scala sociale perdendo redditi, benefici, benessere. Questa Europa risulta indebolita economicamente e politicamente in modo che potrebbe rivelarsi irrimediabile. Avrebbe le dimensioni di scala per esercitare una influenza positiva sui processi in corso. Ha il vantaggio di non essere armata strategicamente e, quindi, di non costituire minaccia. Potrebbe svolgere appieno un ruolo mediatore prima che il cambiamento di fase assuma ritmi travolgenti. Ma tutto ciò presuppone e implica una sovranità europea che rovesci il rapporto di sudditanza verso gli Stati Uniti.

Di una tale sovranità si sono perse le tracce. E questo è uno dei motivi per cui oltre la metà dei cittadini europei non va a votare per le istituzioni europee: segno preoccupante di uno scollamento democratico profondo e di una sfiducia crescente dei cittadini di uno Stato in formazione verso le classi dirigenti che non sanno guidarlo.


In sintesi: dei quattro rematori principali, al momento attuale, uno soltanto rema, mentre gli altri tre si limitano ad annaspare. Che la barca, rappresentata dal nostro pianeta, possa rifugiarsi in un porto sicuro, sono davvero in pochi a credere. Per lo meno tra coloro che hanno il quadro reale della situazione davanti agli occhi.

La grande massa dei popoli non sa quasi nulla di ciò che accade. Non lo sa perché il mainstream è stato costruito proprio per nascondere i tratti cruciali del disastro. E questo impedisce una difesa dal basso di coloro che hanno tutto da perdere, essendo in catene.

Resta, ormai visibile, una grande inquietudine. È su questa, e su una battaglia nuova, inedita, per far giungere la descrizione vera di ciò che è accaduto e accade, agli occhi (letteralmente, proprio agli occhi) delle grandi masse, che si deve fare leva. Sapendo che tutto ciò che di positivo potremo fare, dovunque ci troviamo, sotto ogni latitudine e longitudine, dovrà accadere durante la parentesi bipolare. Un nuovo impero, se ve ne sarà uno, avrà un volto che sarà difficile guardare.


da «AntimafiaDuemila», Dicembre 2010

Fonte

SCOPERTE FONTI DI ENERGIA INFINITA, NUOVA ERA UMANA

1. ENERGIA DALLE MAREE

Una delle 10 turbine marine installata nello stretto di Islay,
in Scozia. L'impianto, da 10 megawatt, fornisce energia
a 10 mila abitazioni sfruttando la sola energia delle maree.




SCOZIA: installata la turbina più grande del mondo per ricavare energia dalle maree

L'impianto è alto 22,5 metri, pesa 130 tonnellate e può garantire corrente per almeno un migliaio di abitazioni.

TURBINA DA RECORD - I mari sono in perenne movimento: onde, maree e correnti oceaniche. L'Atlantis Resources Corporation, leader mondiale nello sviluppo di tecnologie sostenibili per la produzione di energia dal mare, prova a rubare un po' di energia a questi fluidi in movimento. La turbina sfrutta i flussi d'acqua generati dalle maree ed è la più grande e potente mai realizzata: la AK1000. E' stata installata sui fondali al largo delle coste scozzesi presso l'European Marine Energy Centre (EMEC) di Orkney e infine collegata in rete. La super-turbina è in grado di generare fino a un 1 MW di energia elettrica ad una velocità dell'acqua di 2,65 metri al secondo. Quanto basta per garantire energia a mille abitazioni.

ENERGIA DALL'OCEANO - Non è solo più teoria e nemmeno semplice sperimentazione, ma quello che succede sulle coste scozzesi: elettricità che arriva dalla potenza dell'oceano. AK1000 è alta come un palazzo di sette piani ed è munita di due serie di pale dal diametro di 18 metri. Queste compiono appena sei-otto rotazioni al minuto il che comporta un disturbo minimo per la popolazione marina. E' stata sviluppata appositamente per resistere a condizioni climatiche difficili, alle onde impetuose e alle maree imponenti che di certo non mancano davanti a queste coste. Proprio il riflusso e le onde delle maree saranno utilizzate dalla mega-turbina.

NUOVA ERA - «La AK1000 non è solo per la nostra compagnia un'importante pietra miliare, ma anche per l'industria elettrica marina di tutto il Regno Unito», spiega Timothy Cornelius, a capo di Atlantis. «E' il culmine di un lavoro di progettazione e costruzione durato dieci anni e l'inizio di un nuovo boom industriale, come è accaduto tempo fa con lo sviluppo dei giacimenti di petrolio e di gas nel Mare del Nord», ha sottolineato Cornelius.


Maree e acque salate, la nuova energia

In una situazione incerta come quella attuale, con petrolio e gas che già scarseggiano, bisogne­rà ricorrere sempre più alle energie rinnovabili. È anche per questo, che la Ue si è data per il 2020 un obiettivo molto ambizioso: almeno il 20% del­l’energia dovrà essere tratta da fonti rinnovabili. Il vento, il sole, il calore geotermico nascosto sot­to la crosta terrestre. E il mare. Gli oceani, che co­prono il 75% della terra. E che di energia trabocca­no, ma sono anche custodi gelosi ed esosi, giac­ché i loro segreti costano. Già nel 1607, nella Nuo­va Scozia canadese, un mulino azionato dalle ma­ree produceva 25-75 Kilowatt/ora. Nel 1799, ci si provò anche in Europa. Nel 1909, un porto della California fu illuminato dall'energia «rubata» alle onde. Poi, un lungo silenzio. Fino a pochi anni an­ni fa, quando partirono le prime turbine sottoma­rine, i «mulini a vento degli oceani» che con le loro eliche trasformano l'energia idraulica in mec­canica e poi — attraverso un convertitore — in energia elettrica.

Principio semplice: il volume, la densità dell'acqua, sono 800-850 volte maggiori di quelli dell'aria, e perciò — almeno in teoria — con minor «sforzo» le eliche producono di più. Grazie a queste e ad altre diavolerie, oggi, per la prima volta il mare fornisce regolarmente energia a molti Paesi. Poca, ma buona. Sfruttando le sue 5 «forze»: le maree (cioè il potenziale energetico ri­cavabile dalla differenza in altezza fra l'alta e la bassa marea); le correnti prodotte dalle maree o dai venti (energia cinetica ricavabile dal movi­mento orizzontale dell'acqua); il gradiente di sali­nità (là dove un fiume si getta in mare, le acque dolci si mescolano a quelle salate e la diversa sali­nità crea una differenza di pressione, cioè una po­tenziale fonte di energia); infine, la differenza di temperatura fra la superficie dell'oceano e le sue acque profonde, da cui scaturisce energia termi­ca. La parola «differenza» ricorre ovunque perché il mare è per sua natura mutevole, incostante, ge­neratore di contrasti fisico-chimici: e perciò ap­punto, sorgente di energia. Per esempio: da solo, il gradiente di salinità avrebbe nel mondo un po­tenziale sfruttabile da 2000 Terawatt/ora per an­no (un Terawatt/ora equivale a un miliardo di kilowatt all'ora, ndr).


Nei calcoli dell'Iea, l'Agenzia inter­nazionale dell'Energia, l'uomo di oggi consuma in elettricità circa 15.400 Terawatt/ora per anno, e il 13% potrebbe essere «coperto» proprio dalle onde. La realtà è ov­viamente più modesta: i mari eu­ropei, nel 2006, hanno prodotto «appena» 550 Gigawatt/ora di elettricità (un Gigawatt equivale a un milione di kilowatt). Ma è mol­to, se comparato al niente di po­chi anni fa. Spiega Nathalie Rous­seau dell'«Agenzia Ocean Ener­gy», che a Bruxelles affianca la Ue in questi studi: «Secondo certe sti­me le correnti possono produrre nel mondo oltre 800 Terawatt/ora per anno; e il gradiente termico, 10 mila; e le maree, oltre 300... Insomma, un teso­ro da esplorare. E fra i Paesi con un potenziale molto alto di energia marina, c'è anche la vostra Italia con lo Stretto di Scilla». Se si considerano i progressi delle energie rinnovabili nei Paesi Ue, alla voce «oceano» appare per decenni uno zero, mentre la voce «vento» cresce del 19,9% all'anno. Ma nella proiezione 2010-2020, le voci si inverto­no: «vento», 8,5%, «oceano» 17,5%.

In America, si progetta di ancorare dei «muli­ni » in mare davanti alle coste della Florida, o vici­no al ponte Golden Gate di San Francisco. E sono stati stanziati 3 milioni di dollari per calare verso la foce dell'East River di New York, in 10 anni, 300 turbine che riscalderanno migliaia di case, sfruttando le correnti del fiume e del mare. Nella Ue, invece, si contano 60 progetti attivi o pianifi­cati: boe gigantesche, dighe galleggianti, rotori computerizzati, c'è un po’ di tutto. E tutto nell'ac­qua. Francia e Inghilterra, che hanno maree di 10 metri, sono in testa. Ma c'è anche il portoghese «Pelamis», che fornirà energia a duemila fami­glie: un serpentone composto da cilindri, che bal­lando sulle onde attivano dei generatori. O il cen­tro sperimentale «Billia Croo», in Scozia, dove si studiano cavalloni alti 12 metri e correnti da 4 me­tri al secondo. C'è la «Fattoria delle Onde» in Cor­novaglia. E «SeaGen», in Irlanda del Nord, siste­ma di turbine che riscalda mille case. E il «Drago­ne delle onde», in Danimarca. Ancora in Danimar­ca, si sperimenta una centrale galleggiante chia­mata «Poseidon». Come il dio greco del mare: cui venivano attribuite 42 amanti, proprio per la sua energia inesausta. Anzi, rinnovabile.


2. L'ENERGY CATALYZER DI ANDREA ROSSI (FUSIONE FREDDA)



Ribelliamoci al petrolio e all'inquinamento dei mezzi di trasporto, usiamo le gambe, la bicicletta e i mezzi elettrici/fotovoltaici. Dobbiamo chiedere ogni giorno la vendita dei mezzi verdi così da spronare l' economia nel verso giusto.

In Giappone hanno gia fatto le auto che con un litro di acqua fanno 80 km ma come mai nn le fanno importare? Finche' cè questo freno nn si fa' nulla ... eh ai voglia di far video ... o cominciamo ad andare in bicicletta e rifiutare le macchine a benzina e far si che queste auto ibride vengano messe in vendita. Allora si, se no ......ciccia.
(Fonte) 

http://www.youtube.com/watch?v=vTEQQAIzuec

Low Energy Nuclear Revolution (fusione fredda)

An engineer and a scientist) make a public presentation of a controversial machine. It is a reactor which, apparently, produces a low energy nuclear reaction.

The prototype, called "energy catalyzer", shocks everyone. In the internal chamber a reaction between nanometric granular nickel and hydrogen gas, aided by a secret catalyzer, releases a stunning amount of energy. The demonstration spurs an extremely polarized debate between supporters and skeptics, which resembles the response to the announcement of Fleischmann
and Pons in 1989, when they reported to the world the discovery of what became known as "cold fusion".

This film summarizes the main events from the January 14th experiment to the present day and introduces the leading characters. It is released as a promo, to find support to continue following the story to the end, producing a full- length version before spring 2012.

http://www.youtube.com/watch?v=S7lAlzMBzLQ&feature=player_embedded


La magia del signor Rossi

Storia dell'invenzione che promette di cambiare il mondo.

In Grecia c'è chi è disposto a scommetterci 200 milioni di euro, negli Stati Uniti sarebbe già iniziata la produzione industriale, a novembre potrebbe già essere sul mercato. L'"Energy Catalyzer" inventato dall'Italiano Andrea Rossi è ancora un prototipo misterioso ma promette di diventare presto un caso internazionale o addirittura una rivoluzione del nostro modo di vivere e di produrre energia. L'"E-Cat" è infatti una piccola "macchina" che sembra trasformare pochi (ed economici) ingredienti in abbondanti chilowattora: bastano pochi grammi di polvere di nickel, una quantità minima di idrogeno ad alta pressione e -- una volta acceso -- il piccolo reattore sembra in grado di produrre energia per mesi e mesi. Il suo inventore non ha ancora rivelato i segreti del processo -- l'E-Cat è ancora in attesa di brevetto -- ma numerosi test negli ultimi mesi hanno confermato che l'energia misurata non può essere il frutto di alcun processo chimico. "Per esclusione deve trattarsi di un processo di tipo nucleare", hanno scritto due autorevoli fisici svedesi che hanno assistito a uno dei test. "Se davvero funziona vale il Nobel", dice a Rainews il Presidente del Comitato energia della Reale Accademia di Svezia Sven Kullander.

Ma nessuno -- neanche il suo inventore -- è ancora in grado di proporre una teoria scientificamente sostenibile su che cosa accada realmente nella camera di reazione dell'E-Cat.

Una bufala? Un'allucinazione collettiva? Oppure un'innovazione radicale?
L'inviato di Rainews Angelo Saso ha raccolto le voci dei protagonisti e degli esperti per svelare i retroscena di questa invenzione "che promette di cambiare il mondo".

http://www.youtube.com/watch?v=ZGI12A3SWJ4



Other Videos on low energy nuclear revolution:
FUSIONE FREDDA:
http://www.youtube.com/watch?v=ZdRF1NfdbNE&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=6uSNJYhNtlE&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=i-xk41yeTJc&feature=related
2011 - Andrea Rossi Explains His Energy Catalyzer:
http://www.youtube.com/watch?v=m-8QdVwY98E&feature=related

Messico - Angeli e demoni nel laboratorio dell'Impero


Il trailer del nuovo docufilm di Fulvio Grimaldi. Un documentario dvd di 90' che illustra un paese dalle grandi tradizioni di lotta e rivoluzionarie precipitato nel baratro di una tragedia senza uguali al mondo. Una tragedia universalmente occultata perchè conoscere quello che succede in Messico significa avere la percezione di quanto gli Usa e l'Occidente preparano ai propri popoli e al Sud del Mondo, ma anche di come la Resistenza messicana eroicamente vi si oppone. Si tratta di un avvertimento drammatico sulla confluenza tra crimine di regime, crimine imperiale e crimine organizzato, che utilizzano una finta guerra al narcotraffico, guidata da esperti del Pentagono, per militarizzare il paese e soffocare ogni fermento sociale, politico, culturale, fermenti che vedono in prima fila le donne. 20mila migranti uccisi ogni anno, sui 600mila che tentano dal Centroamerica e dal Messico di raggiungere gli Usa, 35mila civili innocenti uccisi da quando Felipe Calderon è presidente, migliaia di donne sterminate dai narcos e dalle forze "di sicurezza" nell'inferno di Ciudad Juarez e degli Stati di confine con gli Usa.
Una sovranità ceduta integralmente agli Usa e alle sue multinazionali dal lavoro schiavistico. Un'anticipazione di quanto i vari Marchionne, Berlusconi e affini, il retroterra mafioso e la militarizzazione di La Russa e Maroni, vorrebbero per il nostro paese.
Un terribile campanello d'allarme, ma anche una lezione di dignità e di forza dei figli di Pancho Villa e Emiliano Zapata.


http://www.youtube.com/watch?v=hxfpHWDVo3c&feature=player_embedded

lunedì 29 agosto 2011

Minà: "Il mio viaggio tra i giovani nell'isola di Fidel che resiste"

Alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia il docufilm itinerante "Cuba in the age of Obama". Ritratto di un Paese che "con la sua vita spartana sta sopportando meglio la crisi". E sullo sfondo il rapporto irrisolto con gli Usa. E in Italia? "Informazione carente, io epurato dalla Rai da anni"

di CLAUDIA MORGOGLIONE


I SENTIERI della rivoluzione di Fidel Castro lui, Gianni Minà, li ha già percorsi altre volte, come inviato e come regista. Ma Cuba in the age of Obama - docufilm di scena il 7 e l'8 settembre alla prossima Mostra del cinema di Venezia, all'interno delle Giornate degli autori - è e vuole essere il coronamento delle precedenti esperienze e riflessioni del giornalista. Il tutto raccontato nella forma del viaggio, un tour inedito dall'Avana a Guantanamo ascoltando soprattutto i giovani: studenti di medicina, d'arte, di danza. "Per mostrare - spiega lui - una realtà su cui l'informazione è carente: visto che nessuno racconta queste cose, le faccio vedere io".
 

LE IMMAGINI / IL VIDEO

Minà, com'è nato questo progetto?
"Sono trent'anni che frequento Cuba, anche dopo la fine delle ideologie: comunismo, capitalismo... Mi piaceva tentare di capire dopo 50 anni come mai sia sopravvissuta, smentendo sempre tutti. E' ancora lì, e soffre meno i fallimento dell'economia globale e neoliberale: questo perché è un paese che ha una vita spartana, c'è molta solidarietà tra le gente. Da piccolo esperto di Cuba e di America Latina, vedo come si sia sviluppata lì una coscienza collettiva e solidale: questo è il suo segreto. Anche il dissidente, che è più ricco, non nega il suo aiuto".

Quale episodio che vediamo nel film l'ha colpita particolarmente?
"Noi giornalisti andiamo in un Paese, prendiamo un  taxi, parliamo col tassista e riteniamo di aver capito tutto. Ma anch'io, una traversata così nelle viscere dell'isola non l'avevo mai fatta. Mi ha colpito che è l'unico paese che, anche nelle zone interne, non solo nelle città, ha tutte le cose fondamentali per la sopravvivenza e per la vita: una casa col bagno, un'organizzazione educativa, una sanità che funziona benissimo. Cose che in America Latina non hanno tutti. Cuba ha organizzato  ponti arei per operare agli occhi 500 mila persone che la fame aveva fatto ammalare: anche questo è un modo di fare diplomazia. Così come aver formato 10 mila medici di altri Paesi dell'area".

Lei cita solo luci. E le ombre?
"Il partito, che è presente ovunque. A me che ho avuto la fortuna di non aver frequentato partiti in Italia, e infatti da anni sono epurato in Rai, la cosa mi sorprende negativamente".

C'è poi la questione dei diritti umani violati.
"In Colombia hanno scoperto una fossa comune con duemila cadaveri. Ma lì il presidente non è stato citato al Tribunale dell'Aja. E in Messico, con i tanti omicidi e il narcotraffico? Ma di cosa stiamo parlando? Gli ultimi dissidenti a Cuba li hanno liberati quest'anno mandandoli con tutte le famiglie in Spagna. Ma loro vogliono tornare. Certo, a volte anche la risposta cubana, con la sindrome dell'assedio, è troppo dura: comincino gli Usa a non rompere tanto le scatole, e andrà meglio".

La parola Obama nel titolo non è casuale...
"Come tutte le persone sinceramente democratiche, so che se non si otterrà da lui, un cambio delle relazioni non lo avremo per chissà quanto tempo. Per ora c'è poca roba: giusto aprire un pochino ai viaggi a Cuba. E poi qualche giorno fa c'è stato un passo indietro: Cuba è stata inserita nell'elenco degli Stati canaglia, promotori del terrorismo. Oltre al danno una beffa: basta pensare che le vittime cubane di attentati organizzati in Florida, e messi in atto sull'isola, sono state tremila...". Il giudizio, a breve, spetterà ai cinefili veneziani.

(27 agosto 2011)

Fonte

domenica 28 agosto 2011

Miopie dell'Enel: il carbone di Porto Tolle


A Porto Tolle, in Veneto, c'è una centrale Enel fra le più grandi d'Europa. La sua torre a strisce biancorosse si innalza verso il cielo e squarcia la pianura, sul delta del Po. Era alimentata a olio combustibile, ma adesso vogliono rinconvertirla in una centrale a carbone. Ci raccontano la favola del carbone pulito, nascondendo la realtà. Il carbone è fra i combustibili più inquinanti. E' vecchio 300 milioni di anni. Il suo rilascio di Co2 nell'aria è devastante. Però costa meno, garantisce maggiori profitti. E davanti al business non c'è ambiente che tenga.

Fonte: beppegrillo.it 

Il carbone pulito non esiste - Vanni Destro

Video-Intervista a Vanni Destro del Comitato per la difesa della salute e dell' ambiente per la Provincia di Rovigo.

martedì 23 agosto 2011

Clarbruno Vedruccio: la tecnologia di Star Trek alla portata di tutti

Clarbruno Vedruccio ha continuato gli studi conseguendo il Ph.D. in Ingegneria Elettronica. Nel 2004, la Marina Militare, con decreto del Presidente della Repubblica, ha conferito a Vedruccio il grado di Capitano di Fregata, con una legge che fu applicata per la prima volta per Guglielmo Marconi. In Marina si occupa di varie tematiche nell'ambito delle Radiocomunicazioni e dell'elettromagnetismo. Presta servizio a COMSUBIN (La Spezia) e, aggregato al Reggimento San Marco, ha partecipato alla Missione di Pace O.N.U. "Leonte"a Tibnine, in Libano. Nel 2009 ha conseguito il "brevetto di abilitazione anfibia" che contraddistingue i fucilieri di Marina del Reggimento San Marco, i marines italiani..E' sposato con la dr. Carla Ricci, che oltre ad essere una studiosa nota per le sue ricerche e pubblicazioni sulla figura di Maria Maddalena e delle donne all'origine del cristianesimo, lo affianca nell'avventura scientifica ed umanitaria del Bioscanner®.



Clarbruno Vedruccio graduated in Physics in the U.S.and obtained a Ph.D. in Electrical Engineering.In 2004, by decree of the President of the Republic, the Navy awarded Vedruccio the rank of Commander, with a law that was applied for the first time to Guglielmo Marconi. In the Navy, he deals with various issues relating to radio-communications and electromagnetism. He serves in COMSUBIN (La Spezia), the elite combat frogman force, and, having joined the San Marco Regiment, he took part in the UN Peace Mission "Leontes" in Tibnin, Lebanon. In 2009 he received the licence which distinguishes the Marine riflemen of the San Marco Regiment, the Italian Marines. He has also worked as a consultant for the Civil Protection Department, doing research on electromagnetic fields and phenomena related to them; he is part of the Inter-institutional Working Group for the observation of the phenomena of Canneto di Caronia (ME). He is married to Dr. Carla Ricci, a scholar known for her research and publications on the figure of Mary Magdalene and women at the origin of Christianity, and who has joined him in the scientific and humanitarian adventure of Bioscanner ®. In the spirit of ideas worth spreading, TEDx is a program of local, self-organized events that bring people together to share a TED-like experience. At a TEDx event, TEDTalks video and live speakers combine to spark deep discussion and connection in a small group. These local, self-organized events are branded TEDx, where x = independently organized TED event. The TED Conference provides general guidance for the TEDx program, but individual TEDx events are self-organized.* (*Subject to certain rules and regulations).

LINKS:
http://www.tedxbologna.com/
http://www.bioscanner.it/
http://www.clarbrunovedruccio.it/
http://www.springerlink.com/content/577757274043rk07/ 

COMMENTI:  

Noi siamo vibrazione...con i prossimi studi troveremo soluzioni in campo dei suoni e dei colori più incisivi di prima, perchè ad alcune frequenza si ripristinano le funzioni di tutte le particelle che compongono le cellule...l'era dell'oro stà per arrivare...peace ellysvin 2 sett. fa La vostra invenzione copia il principio della magnetoterapia , Quindi se la vostra invenzione funziona è possibile curasi con la magnetoterapia, ripristinando le frequenze dei tessuti malati e dicendo addio a tutti i medicinali.
furion2012

Visita il sito: "Sosteniamo Clarbruno Vedruccio al Nobel per la Medicina 2011".
GiammarioBat

Il giorno 2 agosto 2011 alle ore 16 presso la Sala Consiglio dell'Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma verrà consegnato un apparecchio diagnostico Trimprob-Bioscanner che sarà utilizzato per un progetto di ricerca utile alla definizione di nuovi protocolli diagnostici per i tumori della mammella, utero ed ovaie. Il progetto di ricerca si terrà presso il Dipartimento Materno Infantile diretto dal Prof. Claudio Donadio. Per info ed accreditamenti: Tel. 06 80 69 14 23, simi@siminvest.it

domenica 21 agosto 2011

A quando una legge civile sull'immigrazione?

In un paese come l'Italia, dove c'è una mancanza cronica di lavoro, ultimamente esasperata dalla peggiore crisi economica dal dopoguerra, cosa si sono inventati un po' di tempo fa i nostri cari Bossi, Fini e Maroni? Una legge sull'immigrazione che subordina la concessione del permesso di soggiorno ad un contratto di lavoro...Proprio un'idea diabolica!

E guardate se non sono dei bastardi: oltre a ciò, in questa legge ingiusta e persecutoria hanno sancito anche il reato di clandestinità. E fu così che il criminale cappio leghista si strinse attorno al collo di tutti gli immigrati. Infatti le due norme associate si sono rivelate una vera e propria bomba ad orologeria per la giustizia del nostro paese. Ma quel che è peggio è che nessuno si preoccupa minimamente di eliminarla, cambiarla, migliorarla questa folle legge...

E allora che dire, ce la meritiamo tutta questa crisi e anche il default...Perchè in un paese civile, se così ancora vogliamo tornare a definirci, prima di tutto viene la giustizia e solo dopo le istanze del benessere e dell'economia, apparentemente così care a Pdl e Lega. Ma non si rendono conto che non c'è Welfare senza una base solida e credibile di giustizia sociale? Perchè non hanno preso l'esempio di paesi nordeuropei come Norvegia o Svezia, invece di imitare il fallimentare esempio degli Stati Uniti la cui economia, senza nuovi saccheggi bellici, è destinata al default in breve tempo?  

E soprattutto, quando vi decidete a modificarla questa ca$$o di legge, cari parlamentari leghisti, stampelle sbilenche di questo governo di merda! Mi rivolgo a voi perchè siete i primi responsabili di questo pasticcio...e spetterebbe a voi ora porvi un qualche rimedio! Anche se dubito che lo farete mai.

venerdì 19 agosto 2011

Alla riscoperta dell'Italia francescana...Che libertà non avere nulla!

«La natura ci genera poveri, nudi si viene al mondo,
nudi si muore. È stata la malizia che ha creato i
ricchi, e chi brama diventare ricco inciampa nella
trappola tesa dal demonio.»
(S.Antonio da Padova)

Povertà e denaro nel francescanesimo delle origini...Pubblichiamo ampi stralci di una delle relazioni tenute all'Oasi Gesù Bambino di Greccio in occasione del convegno "I francescani e l'uso del denaro" organizzato dal Centro culturale Aracoeli.

di Roberto Lambertini, Università di Macerata

Volgendo lo sguardo alle testimonianze che riguardano il rapporto tra povertà e denaro i primi anni di vita della fraternitas francescana, salta subito all'occhio che l'attenzione alla questione del rapporto tra scelta del frate minore e denaro è notevole e significativa. Rileggendo il testo critico della regola più antica a noi pervenuta, recentemente riproposto con grande cura da Carlo Paolazzi, questo aspetto non può non colpire. Prima ancora di giungere al capitolo espressamente dedicato alla possibilità di ricevere denaro da parte dei frati, al capitolo II si proibisce di accettare denaro o direttamente o attraverso intermediari in occasione dell'entrata di qualcuno nella "vita", mentre si ammette la possibilità di ricevere qualcos'altro, in caso di necessità, come accade agli altri poveri.

Al capitolo VII si autorizza di ricevere omnia necessaria come ricompensa del lavoro prestato, ma non pecunia. Il capitolo seguente entra nei particolari, ingiungendo di non portare con sé pecunia o denarii, di non accettarli e di non farli accettare per nessuna ragione, se non per la necessità manifesta dei fratelli malati. Il precetto è giustificato con l'affermazione che non si deve ritenere che il denaro sia più utile delle pietre, mentre l'opinione contraria è risultato della suggestione del maligno. L'insistenza sul punto è significativa:  la regola giunge ad affermare che il denaro trovato per caso va disprezzato come la polvere. Il frate che contravvenga a questa norma è da considerare falso, ladro, bandito e viene implicitamente paragonato a Giuda. Anche chiedendo l'elemosina, i frati non devono accettarla sotto forma di denaro. Neppure devono richiedere o far chiedere denaro per le istituzioni assistenziali (ospizi, lebbrosari) presso i quali prestavano servizio. Sono sì autorizzati a chiedere l'elemosina per i lebbrosi, ma a condizione che si "guardino molto dal denaro".

Anche se sono più sintetiche, le formulazioni della  regola successiva, quella approvata dal Pontefice Onorio III nel 1223, escludono non solo il denaro come forma di compenso per il lavoro prestato, ma proibiscono anche in modo assoluto l'uso del denaro, lasciando ai ministri e custodi di occuparsi - per mezzo di amici spirituali esterni all'ordine - dei confratelli malati. Si nota che coloro con funzioni direttive nell'ordine sono caricati di maggiori responsabilità rispetto alla questione dell'uso della moneta, ma è confermata comunque la netta esclusione del denaro dai beni ammessi per il sostentamento di chi sceglie la povertà dei minori.
 
Come ha già ben evidenziato Giacomo Todeschini nel suo libro Ricchezza francescana, questo "rifiuto del danaro" è riconfermato e perfino amplificato nelle prime vite di Francesco, riconosciuto santo nel 1228, ad appena due anni dalla morte. Nelle vite di Francesco alle monete vengono insistentemente accostati non solo la polvere e le pietre, come nella Regula non bullata, ma anche lo sterco (in particolare d'asino), le mosche (per la loro inutilità), e infine il serpente velenoso e il diavolo, per il carattere insidioso dei pericoli che nasconde. 171q04b1
 
Questa diffidenza francescana nei confronti del denaro ha toni e tratti veramente peculiari, in particolare se la si confronta con quanto troviamo nelle fonti coeve relative all'altro grande ordine mendicante, i frati domenicani. Pur assumendo in pieno il consiglio evangelico secondo il quale i predicatori non devono portare con sé denaro durante le loro missioni, i frati di Domenico non mostrano una paragonabile sensibilità negativa nei confronti del denaro. Domenico di Caleruega stesso, descritto come modello di austerità e di povertà, maneggia il denaro, e le costituzioni dell'ordine emanate ancora negli anni Trenta raccomandano che priori e provinciali gestiscano il denaro di comune accordo con i confratelli.
 
Non senza una punta di polemica, il grande erudito e storico domenicano Simon Tugwell ha osservato che Domenico non ha mai provato "imbarazzo" nei confronti del denaro, lasciando intendere che altri, nello specifico Francesco e i suoi seguaci, avrebbero provato appunto una "difficoltà di rapporto" con esso. In effetti, lo sbarramento normativo eretto da Francesco e dai suoi confratelli contro l'uso del denaro è stato spesso ricondotto a categorie psicologiche. Si è parlato di "ossessione", e anche di una sorta di feticismo, alla rovescia s'intende, nei confronti della fisicità delle monete. Il mercante "pentito", "convertito" quale era Francesco - dopo la scelta della povertà radicale - avrebbe come percepito che dallo strumento principe dell'attività che aveva abbandonato proveniva una sorta di fluido malefico, al punto che anche il contatto fisico con la moneta poteva risultare pericoloso.

Intervenendo recentemente in un convegno di Assisi "L'economia dei conventi dei Frati Minori e dei Predicatori fino alla metà del Trecento", Horst Enzensberger ha parlato di una resistenza "anarcoide" al denaro, che si caratterizza per l'inadeguatezza ai suoi tempi e per l'enorme ingenuità. I termini adottati dal professore tedesco sono duri, ma non pochi si chiedono se non abbia ragione Enzensberger nel considerare la proibizione dell'uso del denaro come una sorta di fissazione nevrotica di Francesco destinata, per sua stessa natura, a essere disattesa nella concreta prassi dell'ordine dei minori.
 
In verità, gli studiosi più attenti hanno saputo dare risposte più convincenti e interessanti. David Flood, sottolineando l'aspetto sociale, ha suggerito che i primi francescani hanno visto nel denaro il segno e insieme lo strumento del potere al quale i minori vogliono rinunciare, per condividere lo stato di coloro che sono emarginati dall'economia. Nel 2009, questa idea è stata ripresa anche da Michael Cusato in occasione di un incontro di studio dei francescani statunitensi, di recentissima pubblicazione con il titolo Poverty and Prosperity:  per Cusato il rifiuto di maneggiare monete è il gesto simbolico di rinuncia agli ingiusti privilegi sociali di cui Francesco aveva goduto prima della sua conversione. David Flood ha sottolineato anche che escludendo il denaro dai beni che si possono ottenere come elemosina, i francescani volevano sfuggire al rischio di convertire ciò che veniva offerto per le loro necessità in acquisizione di beni non necessari. A sua volta, Giovanni Miccoli ha interpretato questa "drastica esclusione" del denaro come consapevolezza del rischio di accumulazione da parte dei frati, un rischio reso particolarmente forte dal momento di espansione dell'economia monetaria.
 
Un'ulteriore chiave interpretativa è stata offerta da Giacomo Todeschini, che ha felicemente intitolato "La scoperta dell'altrove" uno dei capitoli del suo libro, decifrando il divieto del denaro da parte dei francescani come una mossa fondamentale per poter attingere a una sfera di valore del "beni del mondo" diversa, altra da quella della economia monetaria, in breve una dimensione esistenziale in cui il denaro non misura le cose. Quella scelta consente ai Francescani non solo di dichiarare, ma di fare esperienza del fatto che le ricchezze di questo mondo hanno un altro valore, misterioso, "non riducibile a un valore di scambio facilmente monetizzabile". Quindi, per Todeschini la pratica della povertà che non è solo un esercizio ascetico, ma un modo alternativo di "farsi incontro" ai beni di questo mondo. Da questo punto di vista, la rinuncia al denaro, invece che un ulteriore elemento "rigoristico" che renda, perdonate il gioco di parole, "più povera" la tradizionale povertà monastica, diventa un modo per arrivare a "toccare con mano" quella dimensione della vita umana per la quale i beni (oggi diremmo le risorse) hanno un valore che non è riducibile al loro valore di scambio. Il valore di scambio, quello per il quale tutto è equiparabile per mezzo del denaro, non ha l'ultima parola:  il pane con cui si sfamano i poveri non può essere posto sulla stessa scala della bardatura di lusso di un cavallo o - per fare un parallelo odierno - una bottiglia d'acqua non può essere considerata solo la centomillesima parte di Suv di media qualità.
 
Insomma, la radicale rinuncia francescana al denaro non è una romantica fuga dalla realtà, ma il modo per raggiungere una realtà più profonda più vera, l'unica tra l'altro, che consente di giudicare in modo competente del modo di usare dei beni di questo mondo. Proprio per questa ragione, ha scritto più di una volta Giacomo Todeschini, i francescani, che con la loro scelta di povertà scoprono "un altrove" rispetto all'economia monetaria, diventano consiglieri credibili per chi, come i laici cristiani, continua a vivere invece nel mercato. Scegliere la povertà come libertà dal denaro, oltre che un gesto penitenziale, diventa un modo per acquisire un punto di vista più chiaro rispetto a ciò che veramente vale tra i beni degli uomini.

(©L'Osservatore Romano - 28 luglio 2010)


 Fonte

martedì 9 agosto 2011

Cómplices de la Revolución Cubana (Foto-Reportaje)

Publicado el 8 agosto, 2011 por siempreconcuba

Islas Canarias (Espana) - Amigos del Movimiento de Solidaridad con Cuba ofrecen una contundente respuesta a convocatoria de activista contrarrevolucionario quien los expone en su Blog como “Cómplices de la Dictadura Castrista”.

















Fuente

Berlusconi, l’uomo del fallimento italiano. Non è colpa sua, è colpa vostra che gli avete creduto...

di Salvatore Baglieri

Intanto è sceso in campo con 7.000 miliardi di lire di debito, sull’orlo del fallimento e con un piede a S. Vittore.
Fonte Fedele Confalonieri, certamente non un comunista, tutti sapete chi è.
Già questo avrebbe dovuto farvi riflettere, ma non avete voluto, votiamo lui, è ricchissimo, un bravo imprenditore e, se ha fatto bene con le sue aziende, farà bene anche con, per, il Paese.
Questo è stato il vostro errore fatale, quello che ci ha portato alla rovina e sull’orlo del fallimento, egli, lui, non è mai stato un bravo imprenditore.
Non bastassero i 7.000 miliardi di debiti delle sue aziende a dimostrarlo c’è la sua storia personale che dimostra la sua incapacità e per un motivo molto semplice: tutto quello che ha fatto l’ha fatto con la corruzione, gli intrallazzi e le furbate.
Compresa l’evasione fiscale.
La Villa S. Martino l’ha scippata alla marchesina Casati con una scodella di farina, in combutta con Previti che era il tutore della medesima, quello che avrebbe dovuto curarle gli interessi.
Le frequenza televisive per le sue televisioni le ha avute grazie ai 50 miliardi di lire dati al cinghiale, Craxi, come ha costruito Milano 2 dovremmo chiederlo ai documenti della Banca Rasina dove lavorava il padre e passata alla storia come la banca che gestiva i soldi della mafia al nord.
Dobbiamo parlare di come ha rubato la Mondadori a De Benedetti?
Corrompendo i giudici, tanto è vero che il 27 luglio ha dovuto versare l’ammenda per il maltolto interessi compresi.
Ha corrotto testimoni, ha depenalizzato i suoi reati, vedi il falso in bilancio, si è fatto fare leggi su misura per non essere processato, ha comprato parlamentari per tenere in piedi la sua maggioranza di avvocati e banditi.
Passato alla storia come imprenditore edile,sappiamo che  per costruire ci vogliono le licenze comunali, cercate nel web qualche storia che racconta come le ha avute, come si fa a comprare terreno agricolo e poi farlo diventare edificabile.
E’ un maestro in questo campo.
Non è mai stato un bravo imprenditore, si è preso in casa un mafioso per non avere disturbi dalla mafia, ha corrotto tutto quello che c’era da corrompere.
Per pagare i debiti delle sue aziende, e diventare uno degli uomini più ricchi al mondo, ha dovuto, grazie a voi, andare al governo e crearsi un monopolio mediatico televisivo che controlla il 70% del fatturato pubblicitario del nostro Paese.
Prima si è comprato Craxi, una volta appurato che è facile comprare i politici e gli avvocati si è comprato tutto il parlamento e ci ha inserito, ha fatto eleggere facendoli pagare a noi contribuenti, i suoi avvocati.
Insomma il bravo imprenditore che ci ha portato alla rovina non è mai stato un bravo imprenditore, al massimo un bravo evasore, un esperto di matrioske aziendali per far sparire i profitti.
Oggi ne subiamo tutti le conseguenze, grazie a voi che avete creduto alla favola del bravo imprenditore.
L’unica cosa che gli riesce bene è di fare il pappone, l’utilizzatore finale, per il resto come imprenditore, marito, padre è un fallito.
Nonostante quello che dice sua figlia Marina che è peggio di lui, talmente spudorata da lamentarsi della sentenza Mondadori e da negare l’evidenza di un padre puttaniere e pedofilo.
Un malato da curare.
Io e tanti altri, l’abbiamo detto da subito che era, è, un bluff, un bandito.
Personalmente ho letto un libro su Licio Gelli e la P2 nel 1982, molto prima che scendesse in campo per salvare l’Italia dai comunisti, ed il vostro bravo imprenditore era iscritto alla P2, tessera 1816.


(4 agosto 2011,  Fonte)

lunedì 8 agosto 2011

Verano en Jibacoa

7 Agosto 2011

La lente de La pupila insomne estuvo este sábado en la playa de Rotilla, al Este de La Habana, donde se efectuó el Festival “Verano en Jibacoa” desde el pasado viernes 5 de agosto. Les dejamos acá el testimonio de lo que vimos: muchos jóvenes, buena música y banderas cubanas.

Organizado por la dirección provincial de Cultura de Mayabeque y la Asociación Hermanos Saíz (AHS), que reúne a escritores y artistas jóvenes del país, en el festival participaron Buena Fe, Arnaldo y su Talismán, David Torrens, Polito Ibáñez, Francis del Río, y otras agrupaciones, solistas y DJ.













Tomado de La pupila insomne

venerdì 5 agosto 2011

Video-testimonianza di Gino Doné Paro, l'ex partigiano che fece la rivoluzione cubana

A Cuba ci andò per combattere Gino Doné Paro, ex partigiano veneziano, che nel 1956 fu l'unico europeo tra gli 82 guerriglieri stipati nel Granma, lo yacht che dal Messico portava Fidel Castro e Che Guevara a Cuba. Per dare inizio alla rivoluzione contro Batista. Ascolta i ricordi di Gino Doné Pario, scomparso nel 2008.

AUTORE: Guido Sapienza
RIPRESE E REGIA: Sandro Esposito
PER CONTATTI: guido.sapienza@email.it


giovedì 4 agosto 2011

Di Pietro a Berlusconi: ''Ma ci fa o ci è?"

Il leader dell'Italia di Valori attacca il premier: "E' lei il problema di questo Paese: si dimetta". ''Lei è il nuovo Alice nel Paese delle Meraviglie oppure il più grosso bugiardo della storia?"

Attacco OVNI all'Italia!


APPELLO URGENTE PER CATTURARE GLI ALIENI CHE STANNO IN PARLAMENTO. PARE PROVENGONO DA MARTE E SI NUTRANO DI BUSTARELLE, VOTI DI SCAMBIO E VITALIZI.

Qualche giorno fa Bersani in Parlamento chiedeva a Berlusconi se era lui o il premier a vivere su Marte...Ora in conferenza stampa il premier fa derivare gli attuali problemi della borsa italiana a cause esterne al nostro paese. Eureka! Ma allora, se le cause sono esogene e il cavaliere non sa da dove, perchè non considerare la possibilità che gli attuali attacchi speculativi siano di origine marziana?!

Misa Espiritual cubana


Dato che non sappiamo più a quali santi votarci, vediamo in questo video come si prega alla maniera cubana...E' una cerimonia di invocazione dello spirito di una persona morta. Abbastanza forte il momento in cui la 'santera' viene in contatto con lo spirito del defunto invocato dai famigliari presenti...Hai visto mai che funzioni anche per noi: potremo chiedere al pronipote di Garibaldi di invocare il suo avo in aiuto dell'Italia...

Una misa espiritual es similar a una sesion espiritista, en el centro va lo que llamamos una boveda espiritual, en ella podemos ver un crucifijo de madera rodeado de copas de agua representando cada uno un familiar o guia espiritual, flores y una vela que al comienzo de cada sesion se prende.

Debajo una palangana con agua flores y perfume, colónia o agua florida por ejemplo. Al lado no falta el ron y los cigarros o puros. Los medium y el Santero que dirige se sientan a ambos lados del altar antes de comenzar la ceremonia todos deben purificarse con el agua de la palangana y golpear tres veces el altar al retirarse a su asiento, luego de eso pueden prender un puro si lo desea, ya que atrae a las fuerzas espirituales.
El Santero que oficia da comienzo a la lectura de un escrito habitualmente de Allan Kardec, luego comienza a hacer su aparicion diferentes Eggun, entre ellos africanos, que se dirigen a los presentes dándoles recomendaciones y limpiandolos en muchos casos. Tambien se puede ver en una misa el recogimiento de un espiritu, en el caso que la persona tenga problemas de perturbacion por el mismo.


VACANZE VIRTUALI: CUBA, PLAYA DE L'ESTE, GUANABO


Vista la crisi, l'unica cosa che ormai possiamo fare è andare virtualmente in vacanza. Ecco allora una meta ideale per rinfrancare lo spirito: Playa de l'Este.

By CLAUDIO MORTINI - Playa de l'Este è una vasta spiaggia cubana che si trova a soli 20 km dal centro dell'Havana. Ideale per chi desidera rimanere vicino alla Capitale per visitarla e godere della sua vivace vita notturna, ed allo stesso tempo soggiornare sulle splendide spiagge del Mar dei Caraibi. Playa de l'Este è una spiaggia frequentata in particolar modo anche dai cubani. Centri abitati con piccolo commercio e mercati si trovano a Santa Maria del Mar, Boca Siega, Guanabo.

Berlusconi: "I mercati sbagliano a giudicare l'Italia"


Berlusconi, è facile credere ai mercati solo quando ti danno ragione. E' più probabile che a sbagliare sia tu. Se accettiamo le leggi dell'economia così come sono, in senso stretto, i mercati non mentono quasi mai. E soprattutto non si lasciano ingannare dagli escamotages tuoi e di Tremonti, come quello di sostenere che l'Italia, nonostante l'altissimo debito pubblico, è solida economicamente grazie al risparmio privato. Non ci crede nessuno. I privati non sono tutti Paperon De Paperoni come te! Bersani direbbe benevolmente: oh ragassi, non siamo mica qui per far stare in piedi i tappeti!

Insomma, per un governo che cammina sul filo e che va avanti a forza di rinvii e proroghe, è una vera disfatta, su tutti i fronti. Eppure incredibilmente questo esecutivo senza dignità ancora non si dimette! Al punto in cui siamo questa sarebbe per loro l'unica soluzione. E invece niente, hanno perso anche quel senso di responsabilità che dovrebbe rappresentare il bagaglio minimo di ogni carica pubblica, politica o istituzionale.

Non c'è verso, quando il potere si autolegittima, solo una forza più grande può obbligarlo a farsi da parte. In questo senso questa crisi forse andrebbe salutata positivamente, come l'unica arma dissuasiva che non lasci sul campo eccessivi spargimenti di sangue. Diciamolo, l'Italia è stata presa di mira dalla speculazione finanziaria perchè questo governo non ha saputo fare il bene del paese, ma solo il proprio; tutto questo ambaradan succede perchè la casta di dimissioni non vuole sentirne parlare, le considera una soluzione improponibile, quasi una bestemmia. E poi, si sa, significherebbe la perdita di un importante privilegio, quello del vitalizio dei parlamentari!

L'attuale situazione italiana ricorda vagamente la Berlino del '45, quando, sul finire della guerra, la famiglia Hitler si asseraglia nel bunker incalzata dall'avanzata russa, preparando il proprio infausto destino, ovvero il suicidio collettivo. Niente resa quindi per questa gentaglia, che resisterà fino alla morte e si porterà dietro, nella sua follia, un intero paese, l'Italia di oggi, così somigliante, per tanti versi, a quella di fine ventennio fascista.

La proposta di soppressione del
vitalizio non passa in Parlamento.
Si va allegramente verso il baratro economico, dopo quello politico e civile, mandando definitivamente a puttane un paese. A quel punto ci resterà almeno una soddisfazione post-mortem, di tipo morale: quella di cacciare a calci nel culo dal Parlamento questa classe politica fallimentare e di incriminarla a pagare i danni della bancarotta a cui ci ha condotto. E così, in barba a Fini, i nostri simpatici onorevoli saranno finalmente costretti a dire addio all'immeritato vitalizio, e non solo a quello, perchè presto non ci saranno i soldi nemmeno per la carta igienica!

Insomma, il vero problema dell'Italia è Berlusconi. E non tanto e soltanto per lui in quanto tale, ma per la baracca politica, fatta di leggi ad personam, privilegi di casta e ingiustizia sociale, che la sua presenza continua tenacemente a tenere in piedi.

mercoledì 3 agosto 2011

Que ocurrirá el 21 Diciembre 2012 según los Mayas?


Las profecías Mayas, no avisan de lo que ocurriría para ese tiempo, exactamente para el 21 diciembre 2012, allí nos advierten sobre los futuros cambios climatológicos.

El desastre que se vendrá, el gran cataclismo y todos los horrores jamás antes vistos.

Los Mayas creían que el fin del mundo no será por una decisión divina, sino por la misma decisión del hombre.

Aparecerá un cometa en el cielo que anunciara el cambio dicho, el cambio completo del mundo entero.

Un informe reciente realizado por la NASA y la ESA a través de la Academia Nacional de Ciencias de EEUU corrobora las apocalípticas predicciones para el año 2012. Dicho informe nos dice que para esa fecha se espera una tormenta solar que acabara con todos los sistemas vivos en la Tierra.

Los investigadores han anunciado que una tormenta solar se avecina, dicen, que seria la más fuerte desde los últimos 50 años. Esta predicción la dio el equipo de Mausumi Dikpati del Centro Nacional de Investigación Atmosférica (NCAR) de EEUU. “El siguiente ciclo de manchas solares será entre un 30 % y 50 % mayores que los anteriores”

Según los científicos y los informáticos que trabajan juntos con un grupo de geofísicos y astrofísicos, la Tierra y el Sol atravesaran un proceso de inversión del polo magnético en el año 2012. Esto sucedió hace millones de años en el tiempo que desaparecieron los dinosaurios.

Cuando el Polo Norte y el Polo Sur invierten sus posiciones, el polo magnético también lo hace. Cuando esto sucede el campo magnético de la Tierra alcanza cero Gauss, quiere decir que en ese momento la Tierra tiene cero magnetismos. Cuando esta situación coincide con un ciclo de once años de la revocación polar del Sol, surge un problema importante.

En la historia humana moderna no se han registrado tales acontecimientos, solamente los modelos informáticos pueden predecir el resultado. Según el modelo informatico Hyderabad, la inversión polar de la Tierra y el Sol pueden causar los siguientes problemas,

- mal funcionamiento electrónico,

- la perdida del sentido de la dirección migración de los pájaros,

- se debilitará substancialmente el sistema inmunitario de todos los animales y de los hombres,

- la corteza terrestre experimentará un aumento de volcanes, movimientos tectónicos, terremotos y deslizamientos de tierra,

- se debilitará la magnetosfera de la Tierra y aumentara muchas veces la radiación cósmica del Sol haciendo inevitables peligros de la radiación como el cáncer y demás.

- obviamente grandes asteroides serán atraídos a la Tierra.

- se supone que el campo gravitatorio de la Tierra experimentara un cambio aunque nadie sabe como cambiará.

Si reunimos todos estos terribles factores, es más que claro que la Tierra será un lugar inadecuado para que la civilización humana pueda continuar viviendo en ella para el año 2012.

Sabemos que solamente podrán sobrevivir los organismos que vivan muy por debajo de la corteza terrestre, sin ninguna intervención en este proceso natural, tal vez, millones de años mas tarde veremos alguna otra forma de vida sobre la corteza terrestre.

Se dice que muchos extraterrestres están conectados para salvar la extinción de la civilización humana.

Puede ser que sin que nosotros lo sepamos, ellos estén elaborando un plan para poder salvarnos de alguna forma posible.

Los grandes investigadores de ovnis del mundo, hablan del avistamiento de los extraterrestres.

Al igual que cuando sucedió el maremoto, seria posible que quedemos perplejos y sin capacidad de reaccionar ante un suceso de tal magnitud. Solo el poder saber como vivir debajo de la corteza, o quizá algo mas simple, poder salir de este planeta podría ayudarnos a conservar la vida humana, solo el hecho de poder trasladarnos a un destino…desconocido.

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