mercoledì 9 novembre 2011

Wall Street occupata e preoccupata


di Juan Gelman

“Occupare Wall Street” è ormai il nome di un movimento nazionale. Si è esteso infatti a decine di importanti città degli Usa con le stesse parole d’ordine e con l’appoggio di sindacati e studenti. E’ un movimento pacifico, come dimostra la reazione degli occupanti di Oakland: martedì hanno risposto con una marcia pacifica al brutale attacco della polizia, alle centinaia di arresti e ad un manifestante in coma per le aggressioni subite.  E’ un movimento pacifico ma non passivo e si avverte una notevole preoccupazione nelle strade del centro finanziario più importante del mondo.

Questi indignati si dichiarano rappresentanti del 99 per cento dei poveri e protestano contro l’opulento un per cento del paese. La rivista Forbes ha invitato diversi multimiliardari a visitare in incognito gli occupanti riuniti al Parco Zuccotti, ora della Libertà, per capire in prima persona di che si trattasse. L’unico ad andarci è stato Jeff Greene, magnate di affari immobiliari che Forbes calcola attorno ai 2.100 milioni di dollari. “Per ora – ha dichiarato Greene - è come una manifestazione studentesca, una dimostrazione della frustrazione della classe media, che però nel futuro potrebbe anche tradursi in violenza”.


C’è un manager, scrive il New York Times,  che ha contattato un’agenzia privata di sicurezza “per avere aiuto nel caso il governo federale cadesse e lui dovesse pianificare la sua fuga dagli Usa. C’è la banca che distribuisce agli impiegati un manuale di sicurezza ad hoc con istruzioni come queste: “Evitare le zone povere e isolate dove sono possibili eventuali agguati” Oppure: “Evitare contatti con i manifestanti”, “Non portare con sé nulla che faccia identificare la banca”, “Non camminare né guidare soli”, “Non ragionare e non mettersi ad argomentare con i manifestanti”, “Se si ha l’impressione di essere in pericolo, se si vedono attività sospette o illegali, chiamare immediatamente la polizia”, “Dovete essere buoni testimoni e quindi ricordare ogni dettaglio di quanto accade” e altre amenità dello stesso tipo.

In questa diffusa paranoia ci sono però persone assolutamente felici. Per esempio i costruttori di dispositivi di sicurezza e i direttori delle agenzie del ramo. Le direzioni delle banche, le compagnie finanziarie e assicuratrici li chiamano sempre più spesso. Paul M. Viollis, cofondatore di Risk Control Strategies – che fornisce protezione a pagamento ad alcuni tra i più importanti manager di Wall Street – spera quest’anno di riuscire a “duplicare le entrate”. Christopher Falkenberg, direttore di Insite Security, dice che le sue sono aumentate del 40 per cento. Le tariffe sono pepate.

Un guardaspalle valido e ben addestrato del “servizio professionale di protezione” può costare 200 dollari l’ora e un autista a tempo pieno fino a 150mila dollari l’anno. La vigilanza di locali e uffici viene calcolata per metro quadro e il prezzo di un sistema completo di sicurezza per abitazioni oscilla tra le 100mila e un milione e mezzo di dollari. Si offrono – e si vendono – vetri a prova di pallottola e strumenti all’avanguardia come le serrature biometriche che si possono aprire solo con l’impronta digitale, telecamere a infrarossi che registrano anche nell’oscurità totale e sensori speciali che percepiscono anche il minimo movimento di un possibile intruso. La panoplia è ampia. E cara. E nel frattempo gli indignati moltiplicano le loro iniziative. Per esempio scrivono lettere con tutti gli abusi bancari che vengono subìti dalla popolazione, descrivono minuziosamente tutte le angherie di giganti della Finanza come Goldman Sachs, Bank of America e Wells Frago. Inoltre hanno deciso di mettere in piedi un tribunale politico che giudichi i delitti contro gli statunitensi commessi da Goldman Sachs.
Il gruppo Anonymous - sceso in campo in favore di Wikileaks - ed i suoi hacker sono riusciti a bloccare megaimprese come Master Card, Paypal, Visa e Amazon. Ora hanno deciso di organizzare una serie di azioni a favore degli indignati. Se lo faranno, non ci saranno vetri blindati né serrature biometriche a fermare l’assalto al settore finanziario.


04 Novembre 2011- Fonte: www.comunisti-italiani.it

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