domenica 13 febbraio 2011

Lavorare a Cuba? Ecco come fare


Poter lavorare a Cuba è sempre un tema d’attualità. Molti farebbero carte false pur di poter lavorare nel contesto della capitale, per potere passeggiare sereni lungo il Malècon la sera, con la consapevolezza che si è riusciti a costruire una posizione ed una propria indipendenza economica e non solo, in quell’Isla tanto amata.

E’ facile intraprendere una carriera lavorativa a Cuba?

No. Come per ogni altra parte del mondo sono anni in cui la precarietà affligge il mercato del lavoro. Il lavoro a Cuba è strettamente legato alle attività statali, che pagano un salario di circa 20 dollari ai dipendenti cubani, garantendo gratuitamente loro una serie di servizi quali una copertura sanitaria completa, educazione scolastica gratuita, libreta per la dispensazione di beni alimentari primari e altre agevolazioni. Il contante quindi perde di fatto valore, ma al momento le cose sono in continua evoluzione e si sta cercando d’incentivare le attività private, cercando di limare le attività statali che creano forti perdite allo Stato.

Quali potrebbero essere i punti a sfavore nello scegliere Cuba per aprire la mia attività?

Tassazione elevata, mercato di certo non tra i più moderni per accogliere attività straniere, e le difficoltà legate all’embargo economico, a cui da 50 anni è soggetta Cuba per mano Statunitense. Questo aumenta i costi, penalizza i rifornimenti e si rischia di incombere anche in alcune pesanti multe da parte dello stesso governo statunitense.

Ho sentito che circa un milione di lavoratori statali rischia di essere licenziato. E’ vero? Mi comporta qualcosa?

In questi termini non è corretto. Lo Stato sta cercando di aumentare la propria produttività, sempre al fine di migliorare la situazione d’una economia stagnante che non fà una eccezione al quadro globale. Migliorare la produttività, vuol anche dire, cedere alcuni assets statali ritenuti poco strategici dal governo cubano o addirittura responsabili di grosse perdite. Quel che si sta compiendo pertanto è una cessione di alcune attività: esse non saranno pertanto più controllate statali, bensì private. I lavoratori non saranno licenziati senza garanzia alcuna, come alcuni siti fanno capire, ma in un tempo definito verranno assorbiti dalle nuove attività. Queste attività porteranno dei benefici importanti, in quanto, se organizzate al meglio richiederanno ulteriori posti di lavoro e daranno il via a nuove assunzioni, con stipendi maggiori, che è ciò che molti cittadini cubani giustamente desiderano. Inoltre, questo potrebbe facilitare proprio coloro che desidera rilevare una attività.

Cosa serve per lavorare a Cuba?

Quel che serve è tenacia, serve una buona professionalità. Inoltre alcune specializzazioni particolari e vantare un buon curriculum permette di rivolgersi alle aziende straniere per una assunzione, come avviene per i traduttori, per animatori, per ricercatori, per agenti di viaggio…

Quali sono le strade che posso intraprendere per lavorare a Cuba?

Le strade sono fondamentalmente due:

1) Essere assunti da una azienda straniera
2) Avviare una attività imprenditoriale soli o in società

Come posso essere assunto da una azienda straniera?

Come detto sopra, in base alle proprie competenze, alle esperienza pregresse raccolte in un curriculum, cercando di capire qual è il campo che più posso sfruttare e che mette in luce le mie qualità.

Come posso avviare una attività imprenditoriale?

In questo caso si deve essere completamente informati. Questo per non dover andare incontro a brutte sorprese. Pare scontato, ma spesso, si agisce per realizzare un sogno o un desiderio e si abbassa di conseguenza il livello di guardia verso quelle che potrebbero essere le insidie. Quando si investe è necessario stendere un business plan articolato e rispondere ad ogni possibile incognita.

Quindi:

STEP 1: Stendere un progetto, accompagnato da un business plan dettagliato per verificare l’eeguibilità pratica dell’idea. Verificare la documentazione necessaria all’apertura, i tempi, le sedi e la disponibilità economica necessaria.
STEP 2: contattare l’ufficio commerciale dell’Ambasciata italiana a Cuba.

Ufficio Commerciale:
Orario di apertura al pubblico: 9.30 – 13.00, dal lunedì al venerdì
telefono: +5372045663
Indirizzo: 5 Avenida n. 402 – esq. Calle 4,
Miramar – Playa, Ciudad de La Habana
Indirizzi mail: commerciale.ambavana@esteri.it 

Prima del contatto è necessario ovviamente delineare ed organizzare il proprio progetto e chiedere solo in seguito chiarimenti specifici. L’Ufficio Commerciale è un ottimo strumento per il chiarimento dei dubbi eventuali, per richieste specifiche, per conoscere aspetti della legislazione cubana correalati al tipo di investimento su cui si decide di puntare.

Altri siti possono ovviamente offrire tutte le spiegazioni dettagliate, come ad esempio quelle per le Zone Franche ed i Parchi Industriali (raggruppate in un decreto legge (http://www.cuba.cu/negocios/DL165E.htm).

Posso contattare direttamente la Camera di Commercio Cubana?

Assolutamente si, e consigliamo di fare ciò sin dai primi passi nello sviluppo della propria idea.

La Camera di Commercio, che ha un proprio sito aggiornato, raccoglie tante informazioni (http://www.camaracuba.cu/) utili. Già dalla home del sito si capisce come le Fiere, siano un ottimo strumento per un contatto diretto con il segmento imprenditoriale nel quale si vogliono riversare le proprie energie e risorse economiche.La Fiera più importante a livello Nazionale è la Fiera Internazionale dell’HAVANA (FIHAV).

Quali sono i contatti a cui rivolgermi presso la Camera di Commercio di Cuba?

Questi sono i contatti utili per richiedere informazioni (ufficio per l’Europa Occidentale).

Relazioni Internazionali:
Dirección: Calle 21, Nro. 701, esquina a calle A, Vedado, La Habana. Cuba.
Teléfonos: (53-7) 831-1160
Pizarra: (53-7) 838-1321,22,24
Directora: extensión 213
Sra.Celia Melitina Labora Rodríguez , relint@camara.com.cu 
Secretaria: extensión 256
Sra. Jenny Insua Rodríguez, relsecre@camara.com.cu 

Especialistas:
(Europa Occidental excepto Francia y Holanda) (extensión 255)
Sra. Lourdes Morell Santos, euro@camara.com.cu 
http://www.cubaindustria.cu/ 

Sul sito dell’Ambasciata d’Italia a Cuba un estratto del testo nella sezione RAPPORTI BILATERALI – SEZIONE ECONOMICA parlano di: RAPPORTI BILATERALI

Quali sono i rapporti bilaterali Italia – Cuba?

I rapporti bilaterali in termini economici sono attualmente buoni. Sulla base degli ultimi dati dell’Oficina Nacional de Estadisticas (ONE), l’Italia risulta essere il settimo partner commerciale di Cuba a livello mondiale, dietro a Venezuela, Cina, Canada, Spagna, Stati Uniti e Brasile, ed il secondo partner commerciale di Cuba tra i Paesi dell’UE, dietro la Spagna.

Quanto investe L’Italia investe a Cuba in confronto agli altri Paesi?

Secondo gli ultimi dati disponibili, nel campo degli investimenti esteri diretti l’Italia risulta essere il terzo paese investitore a Cuba, con una quota del 19%, dopo la Spagna (25%) e il Canada (20%).

Se investo a Cuba ho qualche garanzia o tutela dei miei affari?

L’Italia è stato il primo Paese occidentale a firmare con Cuba, nel 1993, un Accordo sulla promozione e protezione degli investimenti. Nel 2000 i due Governi hanno inoltre sottoscritto un Accordo per evitare la doppia imposizione dei redditi.

Il nostro Ministero dello Sviluppo Economico (MSE) e il Ministero per il commercio e gli investimenti esteri cubano (MINCEX). Il gruppo bilaterale è destinato a dare un impulso alla concretizzazione dei progetti di cooperazione economica e commerciale tra i due Paesi.

Per informazioni sugli accordi bilaterali tra l’Italia e Cuba è possibile consultare l’Archivio dei Trattati Internazionali del Ministero degli Affari Esteri al seguente sito: http://itra.esteri.it/ 

Qual è la situazione economica attuale a Cuba per quanto concerne gli investimenti?

Da fine 2008 Cuba sta attraversando una gravissima crisi di liquidità, che rischia di trasformarsi in una crisi di solvibilità nel corso del 2010.

Il sintomo più evidente di tale crisi è il blocco dei pagamenti in valuta e dei trasferimenti verso l’estero della valuta accumulata nei conti correnti delle imprese straniere operanti a Cuba, manifestatosi a partire dal gennaio 2009. Nell’utilizzo della scarsa valuta disponibile le autorità cubane avrebbero attribuito un ordine di priorità alle importazioni di alimenti dagli Stati Uniti, al settore petrolifero ed energetico, alle importazioni indispensabili per i settori dell’economia che apportano valuta al Paese (sanità, turismo, rum, sigari, ecc) e al rimborso dei prestiti strutturati concessi da alcune grandi banche e delle lettere di credito.

Secondo molti analisti, la crisi di liquidità sarebbe di natura sistemica dal momento che coinvolgerebbe la Banca centrale e tutto il sistema bancario cubano. Lo Stato cubano non appare in grado, infatti, di operare come prestatore in valuta di ultima istanza, né può richiedere il sostegno finanziario degli organismi finanziari internazionali o regionali, né può emettere facilmente obbligazioni nel mercato dei capitali a causa del bassissimo rating internazionale. Nel discorso del 20 dicembre scorso davanti all’Assemblea Nazionale, Raul Castro non ha mancato di sottolineare che “nonostante i segnali di recupero dell’economia mondiale, il 2011 sarà un anno difficile e che si manterranno le restrizioni finanziarie derivanti dalla crisi”.

Particolari sforzi sono profusi dal Governo cubano per salvaguardare un minimo di credibilità del Paese nei confronti delle grandi banche straniere, dalle quali dipende in definitiva il costo del credito e la sua disponibilità nel medio termine. Lo scorso dicembre Raul Castro ha reso noto che gli insoluti nei confronti di imprese straniere accumulati al 1 agosto 2009 sarebbero stati ridotti di un terzo, ha riaffermato la volontà del Governo cubano di “onorare i propri obblighi fino all’ultimo centesimo nella misura delle possibilità dell’economia” e ha sottolineato l’importanza delle ristrutturazioni dei debiti in corso con i creditori stranieri.

Fonte

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