Dopo l'invito a boicottare il film su Vallanzasca, con il seguito di polemiche che ha suscitato col regista Michele Placido, ora la Lega evidentemente sta pensando alle elezioni e non vuole fare più passi falsi. Lo dimostra il fatto che ultimamente un esponente di quel partito, il governatore del Veneto, Luca Zaia, non ha fatto dichiarazioni pubbliche e non ha commentato l'iniziativa di alcuni esponenti del Pdl della sua amministrazione che stanno portando avanti una campagna di messa all'indice di libri e pubblicazioni pro Cesare Battisti. Non sia mai che qualche parola detta a sproposito faccia perdere voti! Può darsi che Zaia pensi che l'arte e la cultura debbano rimanere liberi, perchè poi è il pubblico stesso che ne decreta il successo o il fallimento. O forse pensa esattamente il contrario. Ed è qui che la Lega si rivela per quello che è: un partito opportunista che spesso non prende posizioni chiare e trasparenti. Nell'anno delle celebrazioni per i 150 anni dall'Unità d'Italia, se ne staranno nascosti aspettando le elezioni, l'attuazione del federalismo e il momento propizio per lanciare il loro recondito piano: l'attacco secessionistico.
PS. Il nuovo slogan della Lega, "federalismo o morte!", si ispira apertamente (e furbescamente) a quello della Revoluciòn cubana. Che paraculi!
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