domenica 7 settembre 2014

Ecco chi guiderà l'Unione Europea per i prossimi 5 anni

Jean-Claude Juncker.

Oggi [15 luglio 2014 ndr.] il Parlamento Europeo ha ratificato, con 422 voti a favore e 250 contrari, quanto deciso nel corso dell'ultimo Consiglio europeo dello scorso 28 giugno: il nuovo presidente della Commissione Europea sarà Jean-Claude Juncker. Si tratta di una decisione di grande importanza e impatto sulle prossime politiche di Bruxelles, dato che la Commissione Europea è l'organo esecutivo dell'Unione Europea, oltre ad essere l'unica istituzione comunitaria cui spetta il potere di iniziativa legislativa.

Nel discorso pronunciato stamane ai parlamentari europei Juncker si è definito "il presidente del dialogo sociale" e ha presentato alcuni aspetti del suo programma per i prossimi 5 anni, tra cui il lancio di un programma di investimenti pubblici e privati da 300 miliardi di euro in 3 anni, la lotta contro il dumping sociale (la delocalizzazione delle imprese in aree in cui il costo del lavoro è inferiore o dove il diritto del lavoro è meno stringente) e il rafforzamento del mercato unico (soprattutto in campo digitale). Tuttavia anche il suo predecessore alla presidenza della Commissione, Josè Manuel Barroso, nel 2009 si era presentato al Parlamento Europeo concentrando l'attenzione sulla necessità di un mercato sociale in risposta alla crisi economica e impegnandosi "a combattere il dumping sociale". Addirittura, per quanto riguarda il bilancio UE, era arrivato a promettere di "portare avanti un approccio basato sulla solidarietà", ma è evidente che di tutte queste promesse si è concretizzato ben poco. A ciò si aggiunga che Juncker, oltre ad una loro puntuale elencazione, non ha dato alcun dettaglio sui suoi punti programmatici, rimandando anzi a febbraio 2015 l'elaborazione di un programma per la crescita e l'occupazione. Per tutte queste ragioni preferiamo concentrarci sulla figura di Juncker piuttosto che sulle sue parole, per testare la sua credibilità e capire se effettivamente possiamo fidarci.

Governatore della Banca mondiale dal 1989 al 1995, Jean-Claude Juncker assunse dal 1995 la responsabilità di Governatore del Fondo Monetario Internazionale e di Governatore della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS). Inoltre, dal 1995 al 2013 è stato Primo Ministro del Lussemburgo, un paradiso fiscale, dove esercitava anche le funzioni di Ministro delle Finanze, Ministro del Lavoro e Ministro del Tesoro. Dal 2005 poi Juncker entrò in carica come primo presidente permanente dell'Eurogruppo, il centro di coordinamento che riunisce i ministri dell'Economia e delle finanze degli Stati che adottano l'euro, e mantenne tale incarico fino a gennaio del 2013. In tutti questi anni ha avuto quindi un ruolo centralissimo nella gestione della crisi e nella scelta delle politiche economiche e finanziarie dell'Unione Europea.

Insomma, si tratta di quanto di più vecchio potessimo aspettarci. Dopo elezioni europee in cui in Paesi come Francia e Inghilterra si è imposto il fronte euroscettico e in altri come l'Italia teoricamente ha vinto il "cambiamento", la risposta delle istituzioni comunitarie al crescente malcontento è Juncker, un vecchio insider, uno dei maggiori responsabili delle disgraziate decisioni che hanno portato l’Europa nella sua attuale empasse e un maestro del metodo Monnet. “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo di vedere cosa succede. Se non c’è nessuna protesta, perché la maggior parte delle persone non capisce cosa stiamo facendo, andiamo avanti passo dopo passo fino a quando siamo oltre il punto di non ritorno”, ha dichiarato tempo fa al “Der Spiegel”. Questo era il tasso di democrazia in Europa fino a ieri, e questo continuerà ad essere almeno per i prossimi 5 anni.

Ma oltre ad aver presieduto l'Eurogruppo Juncker, come detto, è stato anche governatore della Banca Mondiale, del FMI e della BERS, tre organismi finanziari internazionali che fanno della diffusione del neo-liberismo a livello globale il loro obiettivo principale. Privatizzazioni, riforme strutturali e apertura ai mercati in cambio di prestiti, questa è la loro ricetta. Vi ricorda qualcosa?

Ma anche in patria il nuovo presidente della Commissione Juncker ha giocato un ruolo di prim'ordine per quasi un ventennio. Qui faceva parte del Partito Popolare Cristiano Sociale, un partito di stampo democristiano e fortemente europeista. E ci mancherebbe, se oggi il Lussemburgo è il secondo gestore al mondo di fondi di investimento, dopo gli USA, lo deve proprio agli accordi europei, che gli hanno permesso di estendere i propri clienti da poche centinaia di migliaia di residenti a 350 milioni di potenziali clienti europei. A fronte di poco più di 500.000 abitanti infatti, oggi il Lussemburgo conta ben 3841 fondi domiciliati nel suo territorio che alla fine del 2013 gestivano asset per 2,4 trilioni di euro. E lo stesso discorso vale per il suo sistema assicurativo, che pesa per 4 volte il suo PIL e di un sistema bancario che gestisce asset per circa 18 volte il suo PIL. Come si può pensare che un politico proveniente da una realtà come questa, totalmente dedita alla finanza e di cui solo il 14% del PIL è generato da industria e agricoltura, possa riavvicinare le istituzioni europee all'economia reale e proporre un' efficace regolamentazione finanziaria?

Ma non è finita, c'è un'altra curiosità che riguarda il nuovo presidente della Commissione europea. Nel 2013 infatti Juncker fu costretto a dimettersi da Primo Ministro del Lussemburgo perchè coinvolto in uno scandalo a dir poco inquietante: una Commissione parlamentare presentò un report che descriveva una vera e propria "struttura di polizia segreta", che aveva compiuto migliaia di intercettazioni illegali, organizzato missioni fuori dal suo mandato, spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e accettato soldi in cambio di favori. Insomma, è questa gente che dovrebbe salvarci dalla nostra classe politica corrotta e parassitaria? Siamo messi proprio bene.

Chi ha votato il PD di Renzi alle ultime Europee sapeva che con questa scelta avrebbe avallato la nomina di un presidente della Commissione che rappresenta la personificazione del liberismo, degli interessi finanziari e di tutte le politiche di rigore e austerity imposte da Bruxelles negli ultimi anni? Sapeva che avrebbe votato per un candidato proposto dalla Merkel unicamente per mantenere lo status quo? Vogliamo sperare di no, ma soprattutto vogliamo sperare che se ne inizi a rendere conto prima di ripetere lo stesso errore.


Pubblicato da A+S.

Fonte: http://visioneinsieme.blogspot.it/2014/07/ecco-chi-guidera-lunione-europea-per-i.html

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