martedì 28 giugno 2011

Emerge nuovo testimone oculare sulla strage di Ustica...Giovanardi, tiè!

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla famiglia, Giovanardi, in un convegno organizzato dal Pdl a Bologna nell’anniversario della strage di Ustica, ha sostenuto con fermezza la tesi che a far cadere l’aereo Dc9 Itavia il 27 giugno 1980, sia stata “una bomba, non un missile”.

Ma ne è proprio sicuro sottosegretario? Non Le sembra fin troppo facile, proprio in questo momento, dare la colpa a Gheddafi, uno che la NATO considera da sempre il suo nemico numero 1? Non è che si vuole trasformare il dittatore libico nel caprio espiatorio di tutti gli errori e insabbiamenti perpetrati dall'Alleanza Atlantica nell'utlimo mezzo secolo e far si che non emerga una verità molto scomoda, che metterebbe in imbarazzo alti vertici politici e militari soprattutto francesi, americani e italiani, in carica negli anni 80-90 del secolo scorso?

Il rischio sarebbe quello di macchiare definitivamente l'immagine della NATO in Europa, mettendone in discussione una volta per tutte la credibilità e legittimità già messe in forte crisi dopo la fine della guerra fredda e decretandone di fatto la fine.

Per Giovanardi sono sufficienti le risposte fornite dagli organismi politici e militari di allora perchè, se non altro, questi si sono resi disponibili a collaborare con la magistratura italiana e a fornire, benché parzialmente, alcuni dei documenti richiesti. Di fatto però c'è il forte sospetto che molti di questi documenti siano stati opportunamente manipolati per nascondere la verità. D'altra parte Gheddafi non ha nemmeno risposto alle richieste sollevate della magistratura italiana e questo, per Giovanardi, basterebbe per trasformarlo nel più probabile colpevole. Ma nemmeno i paesi NATO interessati hanno poi risposto con la sollecitudine che ci si sarebbe aspettati, e questo pone altri dubbi.

La diplomazia e la verità non sempre corrispondono, caro Giovanardi; anzi, la diplomazia è spesso un modo ipocrita per nascondere la verità, quasi pari al Suo. Lei sottolinea il fatto che Gheddafi non ha mai voluto fornire le risposte richieste dagli organi inquirenti. Questo non è affatto vero: Gheddafi ha fatto dichiarazioni a più riprese sulla vicenda di Ustica, anche se non rivolgendosi direttamente ai magistrati. Meglio così che fornire prove a discarico false o opportunamente manipolate, o no?

L'atteggiamento giocoforza diplomatico degli organi di potere di allora, che pare così importante per Giovanardi, non dimostra nulla. Cio' che è dimostrato è solo l'atteggiamento aprioristicamente acritico o colpevolmente ingenuo del sottosegretario di fronte alle cosidette 'verità' ufficiali confezionate da tali organi di potere, versioni che di fatto annullano a piè pari oltre un decennio di indagini condotte dalla magistratura italiana; una vicenda questa di Ustica caratterizzata da coperture, insabbiamenti, dinieghi o forti ritardi da parte dell'aeronautica civile e militare a presentare le registrazioni originali dell'attività aerea in corso quella sera; un quadro a tinte fosche dove le prove plausibilmente sono state manipolate e 'aggiustate' ad hoc...

E' questo ciò che emerge dall'approfondita inchiesta del giudice Rosario Priore, che mise in luce le innumerevoli discordanze rispetto alle versioni ufficiali...Ma basterebbe, a mio avviso, un fatto per tutti a supportare la tesi dell'insabbiamento da parte NATO, anche senza addentrarsi nei dettagli dell'indagine, ed è quello che pensano i familiari delle vittime, i giornalisti che se ne sono occupati, gli inquirenti e i semplici cittadini: questo fatto chiave è che, dopo la strage, 10 testimoni diretti della vicenda in questione furono ritrovati morti in circostanze misteriose, tra cui 2 piloti e vario personale di volo in servizio quella fatidica sera...E questo NON puo' essere un caso!

Insomma, ci risulta davvero incomprensibile la posizione di Giovanardi, che poi è quella che sostiene da sempre, quasi come se per nessuna ragione volesse ammettere d'essersi sbagliato. Fa rabbia quel suo credere ostinato e senza riserve, ancor oggi, ai comunicati dei vertici politici e militari dell'epoca e il suo avallare, in maniera più o meno consapevole, certe prassi di secretamento militare, a meno di ipotizzare la cattiva fede da parte del sottosegretario. Non si capisce perchè non voglia dar credito ai risultati dell'inchiesta, tanto piu' dopo che il processo ha scagionato i generali NATO da ogni responsabilità nella vicenda. Perché, se non potranno più avere giustizia, ai familiari delle vittime, e alla storia, sia concessa almeno la verità su ciò che è accaduto, chiedono solo che sia loro restituita la verità dei fatti, per diamine, che Le costa, Giovanardi!

La stessa relazione finale del giudice Priore stabilì che si trattò di un missile e il reato ipotizzato fu di "strage contro ignoti", e questo solo perchè i generali inquisiti vennero tutti scagionati al processo. Eppure c'è chi ancora non vuole credere, come Giovanardi, alle numerose prove indiziali suffragate da testimoni oculari, tra cui l'ultimo in ordine di tempo quello citato nell'articolo sotto, il quale s'è dichiarato pronto a testimoniare in caso di riapertura del processo purchè venga garantita riservatezza sulla sua identità, una paura del tutto comprensibile vista la sorte infausta toccata ad altri testimoni scomodi. Leggete qui:


martedì 28 giugno 2011

Ustica: nuovo testimone oculare, "duello aereo sulla Sila"

A 31 anni dalla strage di Ustica un nuovo testimone racconta sul blog "Notte Criminale'', per la prima volta il duello aereo che si svolse nei cieli della Calabria, a Sellia Marina, in provincia di Catanzaro. Quella sera il testimone, che ha chiesto riservatezza sulla sua identità ma che è pronto testimoniare davanti ai magistrati, vide aerei che vicino Crotone si inseguivano e sparavano. Secondo i raffronti fatti successivamente, il testimone vide due F-16 senza insegne e coccarde, di colore verde mimetico. Tutti volavano a bassissima quota. ''Guardavamo in direzione di Sersale e in lontananza, proprio verso la Sila, si vedevano come dei fuochi d'artificio. La cosa strana era che erano solamente orizzontali: raffiche velocissime che avevano lo stesso colore della luce emessa dalle lampadine a filamento, e quei bagliori sono durati almeno un minuto. Ho guardato meglio, c'era ancora luce, e ho visto che c'erano degli aerei in salita verso Crotone: ho avuto la sensazione che uno rincorresse l'altro sparandogli. E gli aerei sulla Sila? ''Non le so rispondere, erano troppo lontani, ma sono certo che tra loro c'è stato un duello e in quello stesso contesto i due F-16 hanno avuto un ruolo''.

Estratto da: " ESCLUSIVA - Ustica: Il Mig era inseguito da due F-16. Lo afferma un testimone oculare "


Insomma, se fosse stato un atto terroristico ordinato da Gheddafi, come lasciano intendere le parole di Giovanardi, credete veramente che la NATO non avrebbe approfondito, che avrebbe lasciato perdere, che non avrebbe reagito intervenendo militarmente contro il rais libico? Difficile crederlo. L'atteggiamento invece dei vertici politico-militari dei paesi NATO chiamati in causa, come gli USA, la Francia, l'Italia, fu di assoluta freddezza, di omertà, quasi di indfferenza, come quello di qualcuno che ha qualcosa da nascondere e che ha tutto l'interesse perchè se ne parli il meno possibile.

A livello ufficiale la vicenda fu affrontata come una comune disgrazia, con senso quasi fatalistico. Era del tutto chiaro che si voleva che la cosa passasse il più possibile in sordina, che fosse considerata un banale incidente aereo come ne succedono tanti, magari causato da un errore del pilota, tanto normale quanto sfortunato; ipotesi questa neppure presa in considerazione dagli inquirenti per via della dinamica stessa dell'esplosione.

Ma allora, se non fu nemmeno Gheddafi, chi pensa il sottosegretario possa essere stato a mettere la bomba che causò la morte di 81 persone? Le Brigate Rosse? Qualche altra fantomatica organizzazione terroristica? E a che pro? No, qui c'è qualcosa che non va...E Lei, caro Giovanardi, interiormente lo sa. Solo che ormai s'è talmente abituato a recitare la parte del vile fariseo ipocrita e benpensante, che ormai, quando lo fa, neanche se ne accorge più. Così si diventa degni servi del potere, persone ciniche a cui non interessa più la verità ma il quieto vivere e che per questo non si mettono mai contro l'autorità precostituita!

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