sabato 29 settembre 2012

Non spetta ai giornalisti indagare, ma alle Polizie...specie se lo si fa all'estero

... in paesi con usi e costumi diversi dai nostri (in questo caso a Cuba), con una mentalità e leggi che non sono le nostre. Insomma, noi italiani, sempre così filoamericani, smettiamola di fare i padroni fuori casa nostra! I giornalisti hanno spesso l'arroganza e la superiorità intellettuale di pensare che le regole deontologiche della loro professione valgano ovunque, in ogni paese in cui vanno, ritenendo che siano le piu' giuste, le piu' all'avanguardia. Ma non è così. E' successa una cosa simile anche nella vicenda dei Marò in India, i due militari italiani hanno commesso idealmente lo stesso errore culturale. Non è vero che le nostre regole sono le migliori, scritte o non scritte che siano. Occorre da parte nostra piu' umiltà e rispetto delle leggi e delle culture altrui. In questo caso specifico, lasciamo soprattutto che siano le rispettive Polizie, in accordo tra loro, a condurre questo genere di indagini, e non i giornalisti. Spero che questa vicenda possa rappresentare per loro e, mi auguro, per l'intero mondo del giornalismo italiano, una buona lezione (di vita).

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Cuba, fermati e rilasciati quattro inviati italiani
Indagavano sull'omicidio dei coniugi di Lignano Sabbiadoro. Per loro 10 ore di fermo imposti dalle autorità cubane per un'irregolarità relativa al visto turistico.

La giornalista di Mediaset, Ilaria Cavo.

Ilaria Cavo, giornalista Mediaset, il suo operatore Fabio Tricarico, il cronista del Messaggero Veneto, Domenico Pacile e il fotoreporter del Corriere della Sera, Stefano Cavicchi sono stati fermati nella notte dalle autorità locali e rilasciati dopo diverse ore. Stavano intervistando Reiver Laborde Rico, il fratello 24enne di Lisandra, la giovane che ha confessato il delitto dei coniugi avvenuto il 19 agosto. Saranno probabilmente espulsi.

L'AVANA - "Pensavo addirittura che fossero venuti ad arrestare Reiver Laborde Rico, il giovane 24enne ritenuto complice dagli inquirenti italiani della sorella Lisandra, rea confessa del duplice omicidio di Lignano. Invece le forze dell'ordine cubane erano lì per noi. Hanno fatto irruzione nell'appartamento di Rico, che io e i miei colleghi stavamo intervistando, hanno ripulito le schede di tutto il girato fatto e ci hanno sequestrato e condotto in caserma". Così Stefano Cavicchi, fotoreporter del Corriere della Sera racconta la vicenda successa a lui e altri tre inviati italiani, a Cuba per realizzare un reportage sul delitto dei coniugi di Lignano Sabbiadoro 1. Ilaria Cavo, giornalista Mediaset, insieme al suo operatore Fabio Tricarico, al cronista del Messaggero Veneto Domenico Pecile e al reporter del quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli sono stati arrestati nella notte dalle autorità cubane mentre facevano il loro lavoro. Rilasciati dopo diverse ore, sono stati trasferiti all'Avana da cui con tutta probabilità saranno rimpatriati.

LA TELEFONATA DEL FOTOREPORTER CAVICCHI - "Ora siamo a Camaguey, un paese di 300mila abitanti", ha spiegato ancora Cavicchi raggiunto telefonicamente da TgCom24. "Dopo 12 ore di interrogatorio, due ore fa, siamo stati
riaccompagnati: io in hotel, gli altri giornalisti sono insieme in una casa, sempre scortati dalle forze dell'ordine". "Ci hanno portato via i passaporti", ha concluso, "e hanno cancellato filmati e fotografie dalla memoria di macchine e telecamere. I quattro sono stati fermati ufficialmente perché in possesso di un visto turistico pur trovandosi a Cuba per motivi di lavoro. Gli inviati, tuttavia, dichiarano che al momento dell'arresto non avevano attrezzature da professionisti, ma solo piccole videocamere e compatte.

Il commento di Brachino. Il fatto è avvenuto ieri sera e la rappresentanza diplomatica italiana è stata immediatamente avvertita. "Ilaria - ha spiegato Brachino - non ha fatto nulla di illegale. Stava tornando a L'Avana, dopo aver realizzato una parte del reportage, quando è stata fermata dalle autorità locali. Ha realizzato interviste assolutamente lecite". La Cavo e gli altri inviati erano sulle tracce di Reiver Laborde Rico, il fratello 24enne di Lisandra, la giovane che ha confessato il delitto di Paolo Burgato e Rosetta Sostero, avvenuto a Lignano Sabbiadoro il 19 agosto scorso. Il giovane è ritenuto dagli inquirenti complice nel delitto. La Cavo, ha spiegato TgCom24, è stata "arrestata per motivi a noi ancora poco chiari".

Il possibile rimpatrio. Secondo il viceambasciatore italiano a Cuba, Pietro De Martin, la sanzione più probabile per i giornalisti sarà l'espulsione dal Paese e il rimpatrio. "Se verrà confermata la violazione dello status migratorio, la sanzione comminata sarà espulsione dal paese e rimpatrio", ha detto a Tgcom24. "Rassicuro sulla tipologia di procedimento in corso, in realtà è un procedimento amministrativo, non giudiziario - spiega De Martin - i giornalisti sono entrati con un visto per turismo ma stavano svolgendo attività giornalistica. La competenza è dell'ufficio di immigrazione della città di Camaguey che si trova a 600 km dall'Avana."  "Considerate le diverse tipologie di visto, le autorità migratorie ritengono che ci debba essere una stretta correlazione tra il visto e l'attività effettivamente svolta", precisa il viceambasciatore. "Ci attendiamo una decisione nell'arco delle prossime ore, difficilmente credo che si vada oltre. Ovviamente - conclude De Martin - con le cautele del caso".

L'intervista a Rico. I reporter italiani sono riusciti comunque a parlare con Reiver Laborde Rico, come confermato anche dalle parole di Brachino 3. Oggi, infatti, Domenico Pecile firma, sul Messaggero Veneto e sul Piccolo, un'intervista al presunto complice di Lisandra 4 nel duplice omicidio di Paolo Burgato e Rosetta Sostero. Rico, secondo quanto riportano i quotidiani, si sarebbe intrattenuto con l'inviato per qualche minuto, per sostenere la propria innocenza. "Io con il delitto non ho nulla a che fare. Non sono scappato a Cuba, ma sono tornato perché stava nascendo la mia seconda figlia. Lo avevo detto a tutti, anche alla mia titolare della sala giochi", ha dichiarato Rico all'inviato. In merito all'arresto della sorella, Lisandra, il giovane ha aggiunto: "Mia sorella è stata costretta a dire quelle cose, non c'entriamo nulla. E' opera di gente con le palle". Infine, "la notte del duplice omicidio ero a casa, tranquillo, perché aspettavo di partire".


Tratto da  repubblica.it

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