martedì 18 settembre 2012

Multe: aumenti scandalosi in 10 anni siamo a +1512%


 di Agnese Ananasso

Italia, paese di multati. Se ci fosse un campionato europeo il Bel Paese salirebbe sul gradino più alto del podio dell’incremento delle multe automobilistiche negli ultimi 10 anni, con un bel +1.512%. È quanto emerge dall’indagine svolta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche Antonella Di Benedetto di Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti. it Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani.

Un lavoro enorme che ha messo a confronto i dati delle Polizie locali e stradali dei singoli stati dell’Ue. Dopo l’Italia, nella triste lista degli incrementi figurano la Romania con il 341%, la Grecia con il 315%, la Bulgaria con il 285%, l’Estonia con il 236%, la Slovacchia con il 222% e Cipro con il 194%. I Paesi dove l’aumento è stato più basso sono Francia con il 46%, la Spagna con il 44%, il Belgio con il 41%, l’Inghilterra con il 38, la Germania con il 23 e infine la Svezia con il 19.

Se si analizza la distribuzione territoriale italiana, il Nord Est è l’area con la maglia nera, con un +1.534%, seguito dal Centro con il 1.515%, dal 1501% del Nord Ovest, mentre sotto l’incremento medio si collocano il Sud (+1.496%) e le isole (+1.432%).

Secondo la ricerca a Milano, Napoli e Aosta viene elevata una multa ogni 10 secondi; a Roma, Torino e Venezia una ogni 12; a Genova, Firenze e Bari ogni 13, a Pescara, Bologna, Ancona e Perugia una ogni 15, mentre a Caserta, Verona e Palermo una contravvenzione ogni 19 secondi. Si sale a 24 a Potenza, Reggio Calabria, Cagliari e Campobasso.

“Solo due italiani su dieci pagano la multa senza contestazione” dice Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti. it “mentre l’80% impugna il verbale innanzi al Prefetto o al Giudice di pace”.

Fare contravvenzioni è diventato un bel sistema per far cassa in un periodo di magra delle casse degli enti locali, spesso installando dispositivi anche non omologati che rilevano l’invasione di corsia preferenziale o l’ingresso in ztl. Senza parlare di tutor e autovelox che invece di essere piazzati per ridurre la velocità sono sistemati ad arte per “fregare” gli automobilisti. Ecco perché tanta gente fa ricorso. Ma anche i ricorsi sono diventati un modo per far cassa. Anche il ricorso al giudice di pace è infatti diventato oneroso. Per esempio se si riceve una contravvenzione per essere passati su una corsia preferenziale dove la rilevazione sia fatta da un dispositivo Sirio Ves 1.0, che è omologato solo per le infrazioni relative all’accesso in zone a traffico limitato, oppure perché il tutor che ha segnalato l’eccesso di velocità non è stato revisionato, si può fare ricorso al giudice di pace entro 60 giorni.

Ma ecco che iniziano i problemi. Perché bisogna redigere il ricorso, che va scritto nel rispetto di certi formalismi legali, va firmato e allegato in 5 copie a 5 copie della contravvenzione, 5 copie della busta o del certificato postale se si è ritirata la multa all’ufficio postale (indispensabili per provare la data di ricevimento). E non bisogna dimenticare di allegare il contributo unificato di 37 euro. Dopodiché si spedisce tutto il pesante plico con raccomandata con ricevuta di ritorno (altri 10 euro circa), altrimenti si può consegnare a mano al giudice di pace, passaggio che in una grande città come Roma richiede mezza giornata da trascorrere in fila. Se si considera che per l’invasione di corsia preferenziale la sanzione ammonta a 87 euro, che ce ne vogliono quasi 50 solo per il contributo unificato la raccomandata (senza contare che se ci si fa scrivere la lettera da un avvocato un minimo compenso va contabilizzato), conviene pagare, senza fare storie. Poi va considerato che in Italia il procedimento di esazione non si blocca e quindi si corre il rischio di vedersi recapitare anche la cartella esattoriale dopo due anni – è folle credere che nel frattempo ci sia stata l’udienza del ricorso – che moltiplica per due e anche tre volte l’ammontare della sanzione iniziale. E poi c’è da contestare anche alla cartella esattoriale, con altre spese. In sostanza: abbandonate ogni speranza, o voi multati. Conviene pagare perché questo non è un Paese dove si possano far valere i propri diritti. O almeno senza rimetterci.


17 settembre 2012 - Fonte: repubblica.it

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